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VIRTUS- Conferenza pre match di Alessandro Ramagli – 1 gen

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A 24 ore esatte dal match casalingo contro The Flexx Pistoia, Alessandro Ramagli condivide alcuni i ragionamenti sul momento della Virtus e sugli avversari che la Virtus andrà a sfidare sul parquet amico del PalaDozza. Si ringrazia l’ufficio Stampa della Virtus, nella persona di Marco Tarozzi, per le parole del coach bianconero

 

Il 2018 di Virtus Segafredo inizia con la sfida a The Flexx Pistoia, che va in scena tra le mura amiche del PalaDozza (martedì 2 gennaio, ore 20.45, diretta su Eurosport Player e su Radio Bologna Uno)Alessandro Ramagli sa che non si tratta di un avversario semplice, e ha già messo in guardia i suoi uomini.

“The Flexx è una squadra che, insieme a Reggio Emilia, più di ogni altra è stata falcidiata da problemi di natura fisica che hanno messo in crisi la struttura del roster. Quindi, la società ha dovuto modificarlo a più riprese e soltanto da una partita è riuscita a ricomporlo totalmente, cambiandolo in modo significativo. Però direi che nelle ultime quattro gare, particolarmente dall’arrivo di Ivanov, si è visto il dna di questa squadra cambiare. Anche perché proprio  all’arrivo di Ivanov si è aggiunto il recupero di McGee, altro giocatore molto importante per gli equilibri del gruppo”.

Insomma, si va in campo per cercare una vittoria ma senza sottovalutare il valore dell’avversario.

“E’ una squadra molto pericolosa, per quattro ordini di motivi. Il primo è l’alto livello del playmaking, perché Moore è uno dei pochissimi playmaker puri del nostro campionato. Il secondo è che questa squadra, al completo come è adesso, dopo l’arrivo di Diawara, ha oggettivamente attitudini realizzative di alto livello. Ancora, c’è la grande presenza fisica dei lunghi, che sono tali a tutti gli effetti, sia nel ruolo di ala forte che in quello di centro. Infine, la capacità di essere incidenti nella battaglia a rimbalzo. Quattro argomenti che fanno capire bene di che tipo di squadra stiamo parlando, e di quale potenzialità possa avere quando è al completo”.

Tre giornate al giro di boa della regular season. E molte squadre in corsa per il primo traguardo di stagione, la Final Eight di Coppa Italia.

“Siamo in quel gruppo e lo sappiamo. La società è stata chiara fin dall’inizio, quando mise i playoff come obiettivo stagionale. Mancano tre giornate e vogliamo giocarci tutte le nostre carte per arrivare all’appuntamento di Firenze, consapevoli che nessuno degli avversari è pronto a scansarsi per lasciarci passare. E’ uno sprint vero, in quindici giorni si decidono i giochi per un traguardo intermedio al quale ci piacerebbe partecipare, perché darebbe lustro alla prima parte della stagione e ci darebbe anche modo di testarci in una competizione non certo secondaria. Sappiamo che dovremo incontrare tre squadre che metteranno sul campo tutte le loro armi, e sarebbe peccato mortale sottovalutarle. Noi siamo dentro i giochi, e andiamo in campo per provare a chiuderli”.

Tornare da Varese con un successo è stato importante: quali certezze e quali risposte vi ha regalato, la vittoria di Masnago?

“Le risposte sono state buone, dal punto di vista del modo autorevole con cui siamo stati in campo. Loro erano senza due giocatori importanti, sarebbe ingeneroso non ammetterlo, ma noi non siamo andati là a vedere quello che sarebbe successo. Abbiamo evitato di farci imporre il loro gioco, su quel campo complicato. Dal punto di vista emotivo, caratteriale e dell’atteggiamento, è stata una risposta positiva. In mezzo c’è stato anche tanto di buono dal punto di vista tecnico, e altro certamente da migliorare, ma questo fa parte del percorso che stiamo affrontando, e lo sappiamo”.

Come è stato, in palestra, il tragitto tra la partita con Varese e quella che vi aspetta domani contro la truppa di Esposito?

“Una settimana abbastanza normale, a parte i problemi di Lafayette, che ha svolto lavoro differenziato e solo da sabato ha iniziato a rientrare nel gruppo. Vedremo se questo reinserimento nel gioco a tutti gli effetti sarà riuscito completamente, e se Oliver sarà recuperato dopo essere stato fuori dai giochi fin da prima della sfida all’Openjobmetis. Ma per quanto riguarda gli altri non abbiamo avuto problematiche particolari, se non combattere con i mali di stagione, come l’influenza che ha tenuto Umeh fuori per un giorno”.

Si è chiuso un anno importante, per la Virtus e per il suo timoniere. Che cosa si aspetta Alessandro Ramagli dall’anno che verrà?

“Se parliamo dell’anno solare, direi che non c’è bisogno di dire molto, è stato qualcosa di travolgente e bellissimo, qualcosa che ci ha riportati in breve tempo nella nobiltà della pallacanestro. Parlando di anno sportivo, mi regalerei volentieri le Final Eight di Coppa Italia, perché credo sarebbe un bel ripartire: dopo aver fatto un primo semestre del 2017 da campioni, e aver cominciato e vissuto il secondo semestre entrando in una competizione così importante, al ritorno nel campionato di Serie A dopo aver assaggiato il purgatorio ed esserne usciti fuori così rapidamente, agganciare quel traguardo sarebbe un premio importante. Tutt’altro che scontato: a volte si tende a perdere la misura del livello di competizione, pensando che gli altri siano soltanto vittime sacrificali, mentre si tratta di squadre di grande spessore, allestite per fare campionati veri. Iniziare il 2018 pensando di poter essere nel lotto di quelle che faranno la Final Eight sarebbe un regalo clamoroso, che mi piacerebbe venisse apprezzato per quello che è. Ma ci sono ancora quindici giorni di battaglia, pochi ma in questi casi infinitamente lunghi. Giochiamo con Pistoia, poi andremo in casa di Avellino, sul campo di una squadra al top del basket italiano da cinque o sei stagioni, poi sfideremo in casa Reggio Emilia, altra squadra che ha fatto la storia dei recenti campionati, non solo italiani, un gruppo che si sta ritrovando anche dopo essere andato dritto sul mercato. Nessuno ci sta a subire la sorte, saranno tre partite molto impegnative e noi siamo qui per giocarcele”.

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