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Impresa della Virtus Segafredo ad Avellino: vince 96 -90 una partita giocata da grande squadra

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foto Virtus Pallacanestro


SIDIGAS AVELLINO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA  90 – 96 (25-26; 46-48; 70-66)

Sidigas: Green 15, Nichols 8, Costello 20, Filloy 8, Sabatino n.e., D’Ercole, Sykes 12, Cole 23, Spizzichini 2, Ndiaye 2, Campani n.e., Guariglia n.e. All. Vucinic

Virtus Segafredo: Punter 23, Martin 13, Pajola, Taylor 22, Baldi Rossi 5, Cappelletti n.e., Kravic 14, Aradori 9, Berti, M’Baye 9, Cournooh 1, Camara n.e. All. Sacripanti

Arbitri: Sabetta, Sardella, Borgo

Tiri liberi:  AV 17/21 ; BO 15/21

Falli: AV  19 ; BO 20

Rimbalzi: AV 36 ; BO 43

Tiri da 2:  AV 29/52  ; BO 27/52

Tiri da 3:  AV 5/22 ; BO 9/23

Partita complicata, oggi, per la Virtus Segafredo. Giunge ad Avelino contro una vera e propria corazzata priva del suo centro titolare, Brian Qvale, contro un avversario di forte fisicità oltre che di ottima tecnica, con alcune delle “firme” principali del nostro campionato, da Norris Cole a Caleb Green, da Matt Costello a Demetris Nichols. Per non parlare di Ariel Filloy…

L’impressione, all’inizio, è peraltro che la partita si debba giocare sostanzialmente tra la Virtus e Norris Cole: suoi, infatti, tutti i primi otto punti della Sidigas, mentre i bianconeri si distribuiscono i canestri. Con efficacia: con sei uomini a referto conducono con discreta sicurezza e giochi d’attacco abbastanza fluidi fino al 9°, quando Sykes trova il primo pareggio sul 21-21. Poi Avellino va in vantaggio per un eccesso di agonismo di Martin, che stoppa irregolarmente una palla che non sarebbe mai entrata, ma M’Baye chiude il quarto con la tripla del sorpasso: 25 – 26, in una situazione generale di sostanziale parità, non fosse che con Cole si ha l’impressione che possa ripetersi quanto accaduto domenica scorsa contro la Milano di un mostruoso Mike James.

La grinta di Martin paga tantissimo però subito dopo e fa da carburante al motore virtussino. Dopo 1’20” del secondo quarto Bologna va sul 27-34 e Vucinic è costretto al time out. Al rientro Avellino rosicchia punto su punto, anche perché Sykes è un sostituto di prim’ordine di Cole (9 e 10 rispettivamente i punti all’intervallo) accanto alla buona vena offensiva di Costello, pure lui in doppia cifra, mentre Caleb Green si è esibito nelle triple del riavvicinamento. La Virtus, dalla sua, oppone l’ormai solito, e solido, gioco di squadra, con un Punter che primeggia in fase realizzativa. A metà gara si è sul 46-48 per i bolognesi, è una bella partita, quanto meno si è scrollato il peso che la Virtus si porta addosso dalla pessima figura fatta lo scorso anno, quando era stata letteralmente distrutta dagli irpini.

La ripresa propone un Punter mortifero ma Avellino è altrettanto determinata, e come inizia a giocare un po’ più di squadra, grazie soprattutto a Filloy, trova il vantaggio sul 56-53, con un Costello lanciato dall’italo argentino per un bellissimo 2+1. Ora sono i biancoverdi a staccarsi: da una parte M’Baye sbaglia una schiacciatona atomica, dall’altra la palla gira come mai prima. Dal – 6 la Virtus ritrova il – 2 con un paio di giocatone di Martin, mentre Aradori butta un potenziale contropiede e l’arbitraggio fischietta, più che dirigere la partita, con più di una decisione discutibile se non addirittura incomprensibile. In casa bianconera brilla sempre più la stella di Punter (17 a fine quarto), nella Sidigas è davvero emersa quella di Filloy, autore di giocate una più bella dell’altra. L’ultima azione del quarto è troppo complicata per i bianconeri, e si va all’ultima sosta sul 70-66. Qvale manca davvero tanto; tra l’altro Kravic dà anche l’impressione di zoppicare un po’.

L’ultimo quarto comincia con i bianconeri che sembrano disunirsi, trafitti da una serie di “numeri” degli avellinesi. Almeno in casa, oggi come oggi, sembrano obiettivamente più forti. Dal -7 si torna al -4 con una tripla di tabella di Taylor, che poi alza un alley-oop per Kravic per il -3. Però in difesa si fatica, anche perché ogni soffio dei bolognesi è sanzionato con fallo. Ma Taylor risponde azione su azione con numeri di classe da lontano e in penetrazione: a 5’35” dalla conclusione ci si ferma per il time out irpino sull’82-81. Su Punter ci sarebbe un evidente fallo antisportivo, ma gli arbitri la vedono diversamente. Kravic pareggia, Taylor trova il vantaggio, Punter segna il +4. Vucinic riferma la partita per una nuova pausa di riflessione sull’85-89. In campo ci sono campioni da una parte e dall’altra, ogni soluzione diventa possibile. Il finale è concitatissimo. Nichols trova un grande canestro su tap in a 20 secondi che riporta Avellino a -2. Punter realizza due liberi per il fallo subito sul pressing. Di là Filloy è costretto ad un tiro quasi impossibile, Taylor è mandato in lunetta con antisportivo, uno lo fa l’altro no, e si ripete poco dopo. Avellino non ce la fa più, Bologna vince una partita che ha dello storico per molti motivi, ma che in primo luogo mette in evidenza un carattere che ora può cominciare a preoccupare seriamente le avversarie e, oggi, un Taylor decisamente mvp che ha in pratica sconfitto Cole nello scontro personale, con un +16 di plus/minus contro il -12 dell’avellinese. E tutto senza Qvale, nonostante alla fine anche la gara ai rimbalzi sia stata comunque vinta dalla Virtus. Vedremo se il capitano sarà presente mercoledì a Lubiana, ma intanto alla Segafredo resta la soddisfazione di una vittoria che solo i sogni dei tifosi più accaniti potevano pronosticare.

 

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