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Le parole di Antimo Martino alla vigilia di Fortitudo-Cagliari

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Mauro Donati


Vigilia di campionato per la Fortitudo, che andrà ad affrontare la Hertz Cagliari sul parquet del PalaDozza alle ore 18 di domani. Dopo la vittoria al cardiopalma contro i “cugini” di Forlì della scorsa settimana, arriva a Bologna il fanalino di coda del campionato, che potrebbe rappresentare l’occasione perfetta per chiudere al meglio l’anno.

Martino:

“Partita da affrontare con intelligenza, perché Cagliari al di là della classifica è una squadra in fiducia. Ha aggiunto un giocatore di qualità come Janelidze, dovremo approcciare la partita nella maniera giusta. Vogliamo arrivare attraverso una buona prestazione alla vittoria, per mantenere la testa della classifica, per i nostri tifosi e per chiudere al meglio l’anno”.

Chiavi della sfida?

“Dovremo approcciare la gara nella maniera giusta, senza pensare che sia una partita tra la prima e l’ultima della classe. Partendo da questo presupposto, bisognerà interpretare la gara tenendo conto delle caratteristiche di Cagliari, pensando a quello che vorremo limitare di Cagliari e a quello che vorremo proporre noi. Chiaro che se approcceremo la partita nella maniera giusta abbiamo tutte le qualità per vincerla”.

Situazione della squadra?

“Diciamo che abbiamo avuto una settimana sostanzialmente regolare, lavorando al meglio. A parte Mancinelli, Sgorbati anche i primi due giorni della settimana, poi si è riunito al gruppo. La squadra sta bene e siamo pronti per affrontare Cagliari nel migliore dei modi”.

Mancinelli?

“Mentre stiamo parlando ora, lui sta lavorando con il preparatore per provare a togliere questo dolore che gli crea dei problemi”.

Cosa si potrebbe migliorare nel 2019?

“Quello che ci hanno evidenziato i video è che potremmo migliorare nella gestione del parziale. Con Forlì è stata una gara avvincente, ma all’inizio eravamo sul 15-5 ed abbiamo permesso a loro di rientrare, fatto successo anche in altri momenti della partita. Impossibile giocare 40 minuti con la stessa intensità, ma una squadra con la nostra esperienza può limitare o mantenere le distanze dalla squadra avversaria”.

Cosa si può fare dall’interno per migliorare la cultura sportiva italiana?

“Anche se facciamo un lavoro dove siamo molto coinvolti emotivamente, è chiaro che a mente lucida ragionare è più semplice, ma abbiamo gli occhi di tutti addosso. Sicuramente credo che le nostre parole, stemperare gli animi e mandare messaggi possa aiutare ma non rappresenti la soluzione. Il problema è rappresentato da brutte abitudini, la soluzione deve partire dalla scuola, per creare adulti con dei valori, per evitare situazioni come quelle degli ultimi giorni. Ciò non toglie che ci siano tante brave persone, non è giusto generalizzare, ma in questo periodo se ne sentono di tutti i colori e come persona e come sportivo dispiace”.

Ti aspettavi di essere qua 365 giorni fa?

“No, sinceramente. L’anno scorso con Ravenna venivamo da otto vittorie consecutive, che ci hanno regalato la finale di Coppa Italia. Sicuramente c’era la soddisfazione di fare bene e bissare la stagione precedente, se sono qui è anche merito del lavoro svolto negli anni passati, ma era difficile pensare di essere in un’altra squadra e di essere qui a questo punto della stagione”.

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