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Le parole di Antimo Martino alla vigilia di Imola-Fortitudo

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Michael Mucci


Chiuso il girone d’andata splendidamente, l’apertura di quello di ritorno non è stata da meno: la Fortitudo ha ricevuto Verona al Paladozza, annichilendo gli scaligeri con una prestazione magistrale, formazione che proveniva da ben nove vittorie consecutive. Ora nel mirino dei biancoblù c’è Imola, compagine che attualmente staziona a metà classifica e che, anche in virtù dell’atmosfera sempre speciale del derby, cercherà di mettere in ogni modo i bastoni fra le ruote ai felsinei.

“Vigilia di una partita sicuramente particolare: siamo di fronte a un derby, con un pubblico delle grandi occasioni. La squadra avversaria aspetta questa partita, ci sarà grande voglia di fare bene, ma noi ci metteremo grande determinazione come sempre, anche in virtù del nostro seguito di pubblico. Imola ha dimostrato di essere squadra molto solida, con una coppia di americani molto affidabile, insieme a Fultz che, in un contesto diverso, ha dimostrato di avere un’ottima leadership. Abbiamo voglia di andare avanti nel nostro percorso, disputando una gara di buon livello”.

Come sta il gruppo?

“Abbiamo lavorato al completo, tranne qualche piccolo acciacco in settimana. Mancinelli ha lavorato tutta la settimana in gruppo, sicuramente domani lo vedremo in campo”.

Quale potrebbero essere le chiavi della partita, oltre alla combinazione dei due americani e di Fultz?

“L’approccio alla partita, l’energia e la concentrazione che riusciremo a mettere, questa è la base per una buona prestazione. L’allenatore lo conosco bene, proverà di metterci in difficoltà cambiando le letture difensive, ma sicuramente l’approccio farà la differenza”.

L’obiettivo finale della promozione?

“Credo che l’obiettivo finale sia molto importante e, per raggiungerlo, devi fare qualcosa di speciale nell’arco delle 30 partite. Ho la fortuna di allenare giocatori motivati e che hanno lo scopo di regalare un risultato importante ai nostri tifosi, questo basta per andare in campo la domenica e fare bene. Poi chiaramente, andare in campo e vedere il sostegno del nostro pubblico, ci aiuta a restare concentrati e a dare il massimo. Questa è una maratona: l’importante è arrivare primo alla fino, non quello che accade durante la corsa”.

Quali potrebbero essere le differenze fra quest’annata e la scorsa?

“La mia analisi non è individuale, bensì del gruppo: questo è un gruppo serio, composto prima da persone che da giocatori, che vogliono raggiungere questo obiettivo. Il merito è stato dall’inizio dalla costruzione di una mentalità vincente, vincere ti aiuta a farlo”.

Contro Forlì è stata fatta una grande prestazione a tratti, mentre con Verona la squadra è stata più continua: quali sono state le differenze?

“Forlì nel secondo tempo ha trovato più di 15 canestri con un coefficiente di difficoltà altissimo, annullando così i nostri tentativi di fuga. Con Verona il nostro impatto difensivo è stato migliore, annullando meglio gli avversari, cosa che ci ha permesso di gestire meglio la gara. Ma senza dubbio il merito è stato anche di Forlì e della loro prestazione

La preparazione della partita?

“In settimane come queste, parlare solo di Imola e dei suoi giocatori è normale: facciamo lo stesso tipo di preparazione, indipendentemente dal valore delle squadre. Evito di lavorare di più per le partite importanti, perché non voglio che passi il messaggio che una partita sia meno importante di un’altra”.

Visto l’andamento della squadra, è difficile trovare nuovi spunti per le domande…

“Mi rendo conto che è una situazione particolare: nello sport le domande che si fanno sono piuttosto simili, possono cambiare quando ci sono eventi extra che ti danno degli assist e, per fortuna, quest’anno non ce ne sono. Siamo concentrati sul campo, che ogni domenica ti porta ad affrontare un avversario, sempre diverso, ma la sostanza è quella. Bisogna affrontare tutte le partite allo stesso modo: battere le big e lasciare punti per strada sarebbe un errore che non possiamo commettere se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo”.

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