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A Strasburgo la Virtus Segafredo si arrende all’ultimo minuto: 83 – 80

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foto Virtus Pallacanestro

 

 

SIG STRASBURGO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA  83 – 80    (22-22; 64-59; )

Sig: Collins 20, Beyhurst, Serron 4, Eddie 12, Nzeulie 6, Green 8, Lang 12, Goulmy, Fall 11, Traoré 10. All.

Virtus Segafredo: Punter 22, Martin 2, Moreira 14, Pajola 2, Taylor 6, Baldi Rossi 2, Cappelletti n.e., Kravic 2, Aradori 21, Berti n.e., M’Baye 7, Qvale 2. All. Sacripanti

Arbitri: Conde (SPA), Calik (POL), Velikov (BUL)

Tiri liberi: ST 14/17; BO 10/11

Rimbalzi:  ST 49; BO 27

Falli: ST 18; BO 19

Tiri da 2: ST 24/47 ; BO 23/52

Tiri da 3: ST 7/15; BO 8/23

Se fosse un altro momento, la Virtus Segafredo potrebbe quasi arrivare a Strasburgo in ciabatte. La partita per lei conta si e no, si tratta più che altro di costruire le griglie di partecipazione alla seconda fase della Basketball Champions League ma non è assolutamente detto che trovare  la seconda invece della quarta di un altro girone sia necessariamente tanto più conveniente, come ha insegnato la storia recente della competizione. Invece no, la formazione bolognese è giunta in Alsazia nel mezzo di una minibufera mediatica, con spifferi maligni che alimentano voci su dissapori interni, crisi tecniche, disgrazie di ogni tipo che l’ambiente felsineo è strepitoso nell’evocare ad ogni passo falso della squadra. Quindi, apriti cielo, dovesse subire una netta sconfitta, o forse anche solo una sconfitta i social vibrerebbero di previsioni nefaste, “io l’avevo detto”, “è la solita schifezza”.

Strasburgo, peraltro, anche se è una delle maggiori delusioni di questo torneo europeo, rimane squadra di stazza e tecnica di tutto rilievo, con giocatori come Mike Green, Ali Traoré, Mardy Collins, Youssupha Fall, e portare a casa un buon risultato per la Segafredo sarebbe, nel caso, l’ennesima piccola impresa continentale.

Tant’è che la Segafredo inizia la patita vistosamente contratta, con Martin al posto di Aradori in quintetto (giusto per riaccendere quelle vocine… ) e Pietro pensieroso in panchina; brilla maggiormente Strasburgo, ma per poco, perché le difese di entrambe le squadre limitano molto gli attacchi; la Sig prevale per i primi cinque minuti grazie anche all’enorme fisicità di Fall, ma al sesto un alley oop di Taylor per Martin porta avanti i bianconeri. È un lampo, la gara sembra destinata ad andare avanti punto a punto mentre i primi cambi da entrambe le parti producono una diminuzione di aggressività difensiva e il punteggio comincia a lievitare. Sulla prima sirena la tripla di Aradori (entrato con forse più convinzione rispetto agli ultimi tempi) fissa il punteggio sul 22 pari.

Il secondo quarto inizia col più classico dei tiri da 4 (tripla+libero) di Punter, seguito da una penetrazione di Pajola ignorata dalla difesa francese. Subito timeout di questi ultimi per l’immediato 22-28, e al rientro è un 5-0 che riporta tutto come era. A 4’07 dall’intervallo la tripla di Eddie rimanda avanti i francesi (37-36): se si eccettua qualche bel assist, la Segafredo punta molto sulle individualità, Strasburgo invece fa parecchia confusione, nonostante la presenza in regia di un Mike Geen. A 2’23” dalla conclusione del periodo Sacripanti gioca la carta del doppio lungo, con Kravic e Moreira contemporaneamente in campo: la scelta produce esiti discreti, anche se alla sosta il risultato è più e meno quello, 43-44, con Aradori che stavolta fallisce il tiro allo scadere. Tra i francesi Collins e Eddie sono già in doppia cifra, tra i bolognesi Punter e Moreira. Emerge una differenza a rimbalzo (23 a 11 per la Sig, 17 a 9 nei difensivi) ma il dato è legato al fatto che la Segafredo ha effettuato molti più tiri con percentuali nel complesso leggermente inferiori.

L’ingresso virtussino alla ripresa non è dei più confortanti, venato di quella pigrizia mentale che a tratti colpisce i bolognesi. Nessuna delle due squadre peraltro riesce a scappare, in una partita che ha momenti da vero campetto dove l’individualità prevale sul gioco collettivo. Tra i bianconeri è Aradori a brillare in attacco, ma in difesa assomiglia a un telepass e dimentica l’avversario che sulla sirena segna la tripla del 64-59.

In coppa l’intensità non è tutto, ma quasi; la Virtus l’ha avuta per un po’ nei primi quarti, poi si è spenta e le conseguenze sono evidenti, sia in difesa che in attacco, dove la palla non gira mai. A 8’ dalla fine è -9, e il tutto sa di resa anticipata, nonostante due triple di Punter e M’Baye. D’altra parte i francesi non sono da meno dall’arco, è un piccolo festival del tiro pesante cui si aggiunge nuovamente Aradori ma a 4’38” è sempre -8, 74-66. Che la testa sia un po’ altrove lo dimostra la palla persa, a questo punto, da Taylor, velenosissima. Lo stesso play nell’azione successiva sbaglia l’arresto e tiro, rinunciando per l’ennesima volta a mettere in ritmo i compagni. Va beh che anche quando lo fa, loro sbagliano i tiri, a volte banalmente. Poi a 2’11” dalla fine il play americano commette il quinto fallo sul 76-68, mentre paradossalmente i francesi commettono errori ed errorini quasi fossero spaventati dall’idea di vincere. A 53” il punteggio torna 79-75 per il canestro di Punter seguito dalla rubata con contropiede di Martin, finalizzato da M’Baye. Sospensione Sig: nulla di fatto per loro, con Moreira che ferma Fall da sotto e nuovo canestro di Punter. 79-77.  Collins questa volta realizza però per Strasburgo. Sospensione Virtus, e Punter a 13” mette la tripla dell’81-80 che gela il palasport. A 7” M’Baye commette il fallo programmato su Eddie, che ai liberi fa due su due. La palla ora è a Punter, su di lui viene commesso fallo quando mancano due secondi e mezzo. Sulla rimessa Martin serve M’Baye che viene stoppato mentre tira dall’angolo. È pessima la gestione dell’ultima rimessa, tuttavia, a mezzo secondo dal termine, più o meno come la precedente. La Virtus perde un’altra partita che avrebbe potuto forse non dominare, ma portarla a casa, sì. Poco contano le statistiche positive nello score di Punter o Aradori, la gestione della gara è stata davvero discutibile. Lo Strasburgo ad un certo punto stava per fare la frittata, la Virtus se ne è accorta tardi e comunque ormai priva di lucidità. Agli effetti della classifica, come dicevamo, poco conta; sul morale della squadra, più in generale sull’ambiente, staremo a vedere. Non sarebbe giustificato comunque esagerare con la pressione su questa Virtus: dovesse vincere al palaDozza con Avellino domenica e con Patrasso mercoledì prossimo i conti tornerebbero pienamente in attivo, per cui pare fuori luogo sputare sentenze in un senso o nell’altro.

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