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Una bella Virtus Segafredo chiude la pratica Nanterre con autorevolezza: 73 – 58, e sono finali di Basketball Champions League

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – NANTERRE 92      73 – 58  (17-12; 41-29; 58-44)

Virtus Segafredo: Punter 9, Martin 2, Pajola n.e., Taylor 8, Baldi Rossi 4, Cappelletti, Kravic 12, Chalmers 7, Aradori 5, M’Baye 16, Cournooh 4, Qvale 6. All. Djordjevic

Nanterre: Treadwell 8, Juskevicius 10, Konate 4, Gamble 2, Invernizzi 5, Palsson 18, Mensah n.e., Carne, Pansa n.e., Senglin 11. All. Donnadieu

Arbitri: Dozai (CRO), Anastopolous (GRE), Kozlovskis (LET)

Tiri liberi: BO 10/11; NA 14/22

Rimbalzi: BO 39; NA 36

Falli: BO 23; NA 21

Tiri da 2: BO 24/47; NA 13/28

Tiri da 3: BO 5/18 ; NA 6/26

Partita da dentro o fuori, fin qui la più importante dell’anno, per la Virtus Segafredo, che al PalaDozza incontra il Nanterre 92 nella gara di ritorno dei quarti di finale della Basketball Champions League. All’andata i francesi hanno vinto di otto punti, dunque partono con un vantaggio che potrebbe rivelarsi minimo in caso di partenza a razzo dei bolognesi, viceversa decisivo se l’incontro dovesse procedere con un punto a punto come a Nanterre, prima del mini crollo finale virtussino. Da temere le incursioni di Senglin, il loro tiro da tre, la fisicità di tutta la squadra, ma soprattutto l’arrendevolezza con cui i bolognesi si sono presentati a Sassari domenica scorsa. Djordjevic spinge i suoi suonando costantemente la carica, la meta non è irraggiungibile, ma ci vorrà una Segafredo con gli attributi che fin qui si sono visti solo a tratti, spesso anche in una stessa partita.

A conferma dell’importanza dell’evento, un vero parterre de rois: accanto al patron Zanetti, il presidente FIP Petrucci, il presidente di Lega Bianchi e una miriade di ospiti speciali, fra cui Alberto Tomba, il tennista Marco Cecchinato, la “gloria” Renato Villalta.

Quintetto virtussino alla ricerca del giusto impatto fisico: Taylor, Punter, M’Baye, Kravic e Cournooh al posto di Aradori; francesi con Treadwell, Konate, Invernizzi, Senglin e Palsson

Cournooh subito protagonista con un canestro forse un po’ fortunoso sulla sirena dei primi 24”. Kravic fa sportellate con Treadwell e raddoppia il punteggio l’azione successiva. Una bella tripla di Nanterre invece viene annullata per fallo in attacco dello stesso Treadwell. L’entusiasmo iniziale produce un piccolo break di + 5, ma prima di metà quarto a Taylor viene fischiato il secondo fallo, per cui viene sostituito da Chalmers. Anche Martin e Qvale entrano per Cournooh e Kravic. Juskevicius, pure, si fa vedere sul parquet presentandosi con la tripla del -1, 9-8. Pare evidente che ci sarà da soffrire fino alla fine, anche perché la stella USA non sembra proprio nelle sue migliori giornate. All’8° arriva il pareggio, rotto da Qvale che prende in un amen due rimbalzi d’attacco e schiaccia prepotentemente. Una prodezza sulla sirena di Punter sigla il 17-12 per la Segafredo. Il punteggio basso potrebbe aiutare i francesi, di fatto è come essere -3 per Bologna.

Decisamente a sorpresa Djordjevic schiare in regia Cappelletti ad inizio secondo quarto, aperto da un assist di Juskevicius per Treadwell seguito da una tripla di Punter che fa saltare le tribune; il + 9 è segnato da Baldi Rossi con un’altra tripla. Il clima è davvero infuocato, le idee un po’ si appannano e allora Donnadieu chiede timeout: al 13°, è 25-14. Punter si erge a protagonista principale: assist, rubate, un repertorio che si direbbe per lui inconsueto lancia la Virtus a +15 subito dopo. La tripla, tuttavia, di Palsson sta a dire “siamo sempre qui”. È un attimo: un paio di distrazioni, un briciolo di determinazione in meno riavvicinano Nanterre: 29-22 a 4’29” dall’intervallo. Finalmente arriva anche un bel canestro di Aradori, fin qui anonimo se non dannoso. Una sua tripla “ignorante” ridà poi anche un temporaneo +12, mentre dall’altra parte è ancora Palsson a seminare il panico. Sulla sirena un tiraccio di Chalmers da metà campo entra ma poi esce dall’anello: è 41-29, +12, che corrisponde a un +4. Incoraggiante lo scarto sulla valutazione di squadra: 51-25. Ci sarà da soffrire per l’intera ripresa, ma per ora non si può dire la Virtus non ce la stia mettendo tutta.

Grande è la cattiveria con cui i bianconeri si ripresentano, soprattutto Taylor, che evidentemente vuole aggiungere la propria firma alla gara. È un 6-0 tutto suo a costringere Nanterre all’immediato timeout dopo nemmeno tre minuti. Comunque, quando Kravic viene sostituito da Qvale, al 24°, il suo tabellino segna già la doppia cifra, come dall’altra parte, ovviamente, Palsson. Un discutibile terzo fallo di Punter toglie per il momento la guardia dalla partita, con Djordjevic che così opta per la coppia Chalmers/Taylor. Inesorabile un ritorno dei francesi, che non ci stanno proprio a mollare. A 2’42 dall’ultimo intervallo sul 53-41 è Djordjevic a chiedere una sospensione. Al rientro la situazione per lo meno si stabilizza. All’ultima sosta il tabellone segna 58-44; sembra tanto, ma in realtà è +6, vantaggio esiguo, ma meglio che niente, soprattutto dovesse continuare con questa intensità la presenza in campo dei bianconeri.

Quello che davvero non vuole saperne di perdere è l’incontenibile Palsson, che sta in sostanza sopperendo alla latitanza in attacco, fino a questo punto, di Senglin, marcato benissimo in particolare da Curnooh e Martin. Ma tutta Nanterre dà segni di presenza mentale che lasciano intendere che non mollerà fino in fondo. A 6’59” dalla fine è 63-51. Qualche palla persa di troppo viceversa potrebbe costare caro alla Segafredo, che un po’ inaspettatamente trova due contropiedi consecutivi, conclusi in schiacciata da M’Baye e Cournooh, figli di una difesa nuovamente coi denti. Arriva però la tripla di Senglin che ridà il +11, cioè il +3: se si accende anche lui, potrebbe essere dura. Su un rimbalzo in attacco Qvale dà un nuovo +14 a meno di due minuti dalla fine. A 1’17” dalla sirena è 71-56, Treadwell in lunetta fa 0 su 2. Punter sbaglia la tripla dall’angolo, Kravic stoppa irregolarmente lo stesso centro transalpino (validi i due punti) e commette pure fallo. Treadwell fallisce il libero aggiuntivo ma il rimbalzo è di Konate. Sull’azione seguente la palla esce ma è di nuovo dei francesi, dice il replay, con un secondo e mezzo a disposizione per tirare. A 34” dalla conclusione è 71-58, +5 per Bologna. L’errore al tiro di Invernizzi porta M’Baye al rimbalzo. Palsson fa fallo (il quo quinto) su Chalmers, che segna i due si due. Sull’azione successiva è ancora contropiede Virtus, che affretta un tiro da tre con Punter ma la successiva rimessa, dopo il rimbalzo uscito sul fondo, viene assegnata alla Segafredo: è finita. La partita termina 73-58, +7, nella differenza finale tra andata e ritorno, la Virtus Segafredo accede alle Final Four di Basketball Champions League.

Una serata da vecchi tempi, verrebbe da dire. La Virtus in Europa ritrova una personalità che in campionato fatica a fare emergere. Condotta magistralmente da Sasha Djordjevic, la squadra non si è in pratica mai disunita, riuscendo a reagire ai piccoli momenti di appannamento molto probabilmente ancora inevitabili. Nessun giocatore è da dieci in pagella, ma tutti hanno dato un contributo di spessore, con menzione per la seconda metà della gara di Amath M’Baye, autore alla fine di 16 punti ma pugnace – come non sempre si riesce a vedere – pure sotto il proprio canestro.  Di Nanterre occorre sottolineare che resta una squadra difficilissima da affrontare per l’intensità sia fisica che mentale con cui si presenta in campo. Insomma, chi pensava che questa BCL fosse una coppetta dovrebbe ricredersi, perché arrivati a questo punto si vede davvero un bel basket.

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