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La Virtus Segafredo di nuovo sul tetto d’Europa: vince la Basketball Champions League battendo Tenerife 73 – 61

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foto www.championsleague.basketball/

 

 

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – IBEROSTAR TENERIFE  73 – 61    (20-8; 38-24; 58-44)

Virtus Segafredo: Punter 26, Martin 2, Moreira 4, Pajola n.e., Taylor 4, Baldi Rossi, Cappelletti n.e., Kravic 4, Chalmers 8, Aradori 9, M’Baye 16, Cournooh. All. Djordjevic

Iberostar: San Miguel 3, Staiger 3, Iverson 11, Richotti n.e., Niang 2, Brussino 2, Bassas 5, Saiz 1, Abromaitis 18, Gillet 3, Beiran 9, White 4. All. Vidorreta

Arbitri: Rosso (FRA), Kozlovskis (LAT), Poursanidis (GRE)

Tiri liberi: BO 18/26; TE 20/23

Rimbalzi: BO 32; TE 44

Falli: BO 26; TE 29

Tiri da 2: BO 17/38; TE 13/28

Tiri da 3: BO 7/16; TE 5/37

La Virtus è, meritatamente, di nuovo sul tetto d’Europa. FIBA, d’accordo, non l’Eurolega, ma per una squadra che tre anni fa retrocedeva in A2 e non vince alcunché, a livello maggiore, da una decina di anni, la soddisfazione non può che essere enorme. Si tratta pur sempre di un torneo che ha visto eliminare Venezia, Avellino, ma anche PAOK, AEK e, prima, Cantù. In altre parole, per chi dovesse sottovalutare il risultato, dovrebbero tornare in mente le famose considerazioni di Porelli sul sapore di tappo dello champagne in casa Virtus, e la favola della volpe e l’uva per tutti gli altri. Queste Final4 si sono rivelate di tono tecnico decisamente alto, con protagonisti che fino a ieri calcavano tavole sicuramente più illustri: Rice, Zisis, Brussino…. e su tutti è emersa la truppa di Sale Djordjevic, bravissimo a gestire le complicate situazioni di questo difficilissimo ultimo mese. Punter indiscutibile MVP (26 punti e 7 rimbalzi), ma ottimo davvero l’intero roster dei bolognesi per il contributo complessivo dato a questa vittoria tutto l’anno. Tenerife si è confermata squadra rognosa e tecnicamente di spessore, ma l’intensità messa in campo dalla Segafredo ha avuto la meglio pure su quelli che erano in teoria i favorirti. E a questo punto, la stagione entra nella storia, anche senza l’accesso ai playoff di campionato, alla faccia di coloro che la consideravano un disastro.

In un magnifico Sportpaleis, i quintetti iniziali sono quelli previsti: San Miguel, Brussino, Abromaitis, Staiger, Iverson per Tenerife, Taylor, Punter, Martin, M’Baye e Moreira per Bologna. Avvio fortissimo per i bianconeri, con immediata rubata e contropiede di Martin e un perentorio 7-0 interrotto dai liberi di Abromaitis. Ma Punter per ora è incontenibile da oltre l’arco, e a metà quarto Tenerife in affanno chiede timeout: 15-4. Il discorso di Vidorreta è efficace, sono 4 punti consecutivi dei suoi cui Djordjevic risponde cambiando tre quinti del quintetto, poi l’intera formazione in campo. Si va così alla sosta sul 20-8. La Virtus fin qui è stata quasi perfetta, Tenerife tutto il contrario, nonostante una zonaccia aggressivissima, e deve essere un monito a non esaltarsi troppo in anticipo, perché loro sono abituati a ben altre rimonte, come si è visto in semifinale contro Anversa.

Nel secondo quarto, dopo qualche minuto di Chalmers-show torna Tayor che subito si esibisce in un perfetto arresto e tiro prima della nuova tripla di M’Baye. Al 14° è 29-12, con gli spagnoli che stanno facendosi prendere dal nervoso e commettono ripetuti falli in attacco. Poi, però, l’esperienza paga, e Tenerife comincia a recuperare, dal -18, un punto alla volta. Chalmers perde un paio di palloni di troppo, la difesa bolognese talvolta si distrae, ma un ultimo strappo dei virtussini permette loro di andare all’intervallo sul 38-24. Per le statistiche, M’Baye è a 14 punti e Punter a 13. Rimane il fatto che vista la differenza emersa fin qui sul parquet fra le due quadre 14 punti di scarto sono veramente pochi, un rientro in partita degli spagnoli è per ora tutt’altro che impronosticabile.

L’incontro riparte con la tripla di Punter più aggiuntivo realizzato. Risponde Iverson con un 2+1, poi la partita procede come si era interrotta, almeno per il momento, finché Taylor non commette il terzo fallo e Abromaitis non realizza in due occasioni che fanno da scossa. Al 25° White segna la propria tripla con aggiuntivo che rimette in partita i suoi: 48-39. Arriva anche il primo canestro di Aradori, la Segafredo insomma prova a reagire, la lotta si fa estrema, con sberle (più o meno lecite) che volano di qua e di là, comunque all’ultima sosta il distacco è invariato: 58-44.

Il primo a segnare nell’ultimo periodo è Abromaitis, da tre. Risponde subito Aradori in penetrazione. Bassas ancora da tre riavvicina gli spagnoli a -10. Orribile quarto fallo di Taylor a 7’28. Fasi concitate permettono a Chalmers di mostrare tutta la sua classe, sebbene ogni tanto sembri giocare come se fosse al campetto. Forse sarebbe il caso di provare a controllare maggiormente il ritmo, giunti a cinque minuti dalla fine, ma non sembra nelle corde dei bolognesi capirlo. A 4’24” è +8, 62-54, con Djordjevic saggiamente al timeout, uscendo da un 4-10. Bravo Aradori al rientro sul parquet, con Punter supercontrollato. Poi Aradori rischia di vedersi fischiare un inutile antisportivo, Taylor si fa fischiare un folle tecnico assieme allo spagnolo Javier, e per lui è il quinto. A 3’11” è 64-54, ma Tenerife coi liberi scende a -7. Ora però anche San Miguel commette il quinto fallo in attacco contro Moreira che costa pure un tecnico alla panchina. Aradori segna il libero, poi Javier segna da sotto dimenticato a rimbalzo in attacco. A 1’13” Chalmers segna dalla media; timeout Tenerife sul 67-59; fallisce la tripla Bassas, con Punter spedito ai liberi dopo il rimbalzo difensivo. Sul +10 arriva un discutibilissimo fallo in attacco assegnato ad Aradori. Conta poco, perché dopo M’Baye e Punter in contropiede suggellano la vittoria: 73-61. La Virtus ha vinto la Basketball Champions League, non resta molto da dire, se non il bel gesto della squadra che ha mandato per primo Pajola, il più giovane, a ricevere il quinto trofeo europeo della Virtus Pallacanestro.

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