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9 Maggio: il punto su Basket City. Una stagione entrata nella storia

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foto: FIBA Basketball Champions League

 

 

Si poteva temere fosse l’ennesima stagione anonima costellata di delusioni, ad un certo punto, ed invece il 2019 resterà nella storia del basket bolognese. La Fortitudo Lavoropiù ha infatti vinto, con largo anticipo, il proprio campionato, maturando il diritto di ritornare “fra i grandi”, la Virtus Segafredo ha suggellato una stagione di alti e bassi con la conquista di un trofeo europeo, il terzo, per lei, nel nuovo millennio, unica società italiana a potersi fregiare di un simile risultato. Una coppa del nonno, come alcuni continuano ad insinuare? La FIBA Basketball Champions League ha portato nelle casse della società bianconera la somma di un milione di euro, premio andato alla vincitrice di un torneo cui hanno partecipato anche il Brose Bamberg di Tyrese Rice, già mvp di una finale Eurolega, il Nanterre secondo in classifica nel campionato francese e il Le Mans campione uscente, l’AEK secondo in classifica in Grecia, il PAOK e il Promitheas, il Besiktas di Joe Alexander, l’Hapoel Gerusalemme di James Feldeine e Amar’e Stoudemire, il Neptunas secondo in classifica in Lituania, oltre alle italiane Venezia, Avellino e Cantù, tutte rimaste dietro alla Virtus Bologna. Semplicemente, la BCL è una manifestazione di recente costituzione che pertanto deve ancora entrare solidamente nell’immaginario collettivo, ma la FIBA sta facendo un lavoro di grande spessore, sotto questa aspetto, senza considerare che la vincitrice potrà partecipare alla vetrina della rinata Coppa Intercontinentale, la scorsa edizione vinta a Rio de Janeiro dall’AEK. Chiaro, non è l’Eurolega, ma quello è un mondo di marziani, sotto l’aspetto finanziario, dove fatica a galleggiare la stessa Milano di Armani, per partecipare alla quale occorrono strutture che in Italia paiono più che altro un miraggio, ora come ora. Ma per quello si vedrà. Resta piuttosto l’interrogativo: com’è possibile che una squadra che ha raggiunto un simile risultato non si sia classificata, in campionato, nei playoff? Le ragioni sono diverse, non tutte facili da razionalizzare. Il doppio impegno sportivo è sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente, molto complicato da affrontare. L’inopinata sconfitta interna con Pistoia è arrivata subito dopo la strepitosa rimonta col Nanterre e la qualificazione alle Final4, a pile drammaticamente scariche. Quello che è successo dopo è meglio cercare di dimenticarlo, soprattutto per come è stato gestito. Piuttosto, domenica, in casa contro Varese, sarà interessante vedere che feeling si sia ricostituito tra squadra e tifosi, ovviamente al settimo cielo dopo il trionfo di Anversa. A questo punto, a stagione praticamente archiviata, in mezzo ai festeggiamenti come quello odierno, con la Virtus ospite del sindaco in Municipio, non si può che parlare in prospettiva. La proprietà sta facendo promesse fin troppo ardite, stando a quello che emerge in via più o meno informale, l’importante sarà non cedere a certi appetiti che potrebbero dimostrarsi pericolosamente velleitari, perché il tifoso bolognese è poi come tutti gli altri, facile ad accendersi ed altrettanto rapido nel lasciarsi andare a contumelie quando insoddisfatto, al di là di qualsiasi ragionevolezza. Si vedrà. Prima i tutto, comunque, l’organigramma societario, con acclarata spartizione dei compiti, per non ripetere gli errori recenti. Perché a questo punto non c’è più Alberto Bucci, a rinsaldare le fila, e purtroppo le conseguenze si sono già viste. Il grande Albertone: il 2019 resterà anche l’anno suo, nel dolore per la sua scomparsa e nella gioia di una dedica, la vittoria nella FIBA Basketball Champions League, che non poteva mancare per il simbolo della rinascita della Virtus Pallacanestro.

In casa Fortitudo Lavoropiù si sta già lavorando, supponiamo alacremente, alla nuova avventura nella élite del basket nazionale. Fondamentale, anche qui, sarà non voler compiere il passo più lungo della gamba. Purtroppo nello sport professionistico la questione finanziaria è un dittatore imprescindibile; la differenza la fa saper lavorare con competenza sul budget a disposizione. Come dimostra la stessa attualità, vedi il caso Cremona, non è indispensabile Paperon de’ Paperoni per ottenere risultati più che lusinghieri, basterebbe – per modo di dire – la competenza. La triade alla direzione della squadra (Carraretto, Martino e Rizzardi) ha fin qui dato prova di ottime capacità. Si discute su chi confermare e chi no, su dove andare a pescare i nuovi stranieri (e qui si giocherà l’80% della prossima stagione), serviranno coraggio e lungimiranza, ma soprattutto una grande pazienza, dovessero arrivare risultati – come è quasi inevitabile, prima o poi – non proprio entusiasmanti. Intanto, cominciano le schermaglie per i prossimi derby: di per sé, per Basket City, già una vittoria straordinaria.

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