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L’Italia salva in extremis la faccia contro Porto Rico vincendo 94 – 89 dopo un supplementare

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ITALIA – PORTO RICO   94 – 89 d.t.s.    (13-24; 26-46; 50-64; 83-83)

Italia: Abass 14, Belinelli 27, Biligha 10, Brooks, Datome  n.e., Della Valle, Filloy 6, Gallinari 22, Gentile n.e., Hackett 3, Tessitori 12, Vitali n.e.

Portorico: Balkman 14, Brady, Browne 13, Clavell 6, Clemente 9, Collier 7, Diaz 3, Franklin 7, Huertas 11, Mojica, Pineiro 6, Rodriguez 13. All. Casiano

Arbitri: Locatelli (BRA), Tomasovic (SVK), Kozlovskis (LET)

Tiri liberi: Ita 27/36; Por 16/22

Falli: Ita 20; Por 27

Rimbalzi: Ita 41; Por 49

Tiri da 2: Ita 23/42; Por 29/61

Tiri da 3: Ita 7/25; Por 5/24

Una partita che nessuno vorrebbe giocare, si è soliti dire, quella che segue l’eliminazione dalla fase finale dei Mondiali cinesi. Datome, infatti, che ha stretto i denti fin qui per non far mancare il proprio contributo nonostante il ginocchio non ancora del tutto a posto, è in panchina ma solo per onore di firma, così come Ale Gentile, vittima di un affaticamento muscolare. Una partita, dunque, che non serve a niente se non allo spettacolo, anche perché la qualificazione al preolimpico gli azzurri l’hanno già conquistata, però pur sempre una partita dei Mondiali 2019, contro una squadra che non appartiene al gotha del basket ma che ha anche giocatori di tutto rispetto.

Hackett, Belinelli, Abass, Gallinari e Biligha è il quintetto inziale per l’Italia; Huertas, Diaz, Balkman, Browne e Pineiro per il Porto Rico. I primi canestri sono dei centramericani (Diaz e Balkman), Beli riduce le distanze, poi però Porto Rico allunga e Sacchetti, sul 2-8, chiama subito time out per dire “diamoci una mossa, ragazzi, perché anche questa è una partita da giocare”. Messaggio ricevuto, le maglie difensive si stringono e arriva un repentino pareggio sul 9-9. A metà periodo il primo cambio, con Brooks che sostituisce Gallinari, poi Filloy per Hackett e via via comincia la carambola da entrambe le parti.  Porto Rico si conferma tuttavia migliore nelle percentuali di tiro e trova le transizioni che lo lanciano sul +11. Al primo intervallo è un brutto 13-24.

Si riprende come prima, peggio di prima. Timeout di Sacchetti sul 17-35 dopo appena quattro minuti per chiedere pazienza ma velocità nell’esecuzione dei giochi. La partita però non cambia: gli azzurri sbagliano in attacco, i portoricani puniscono in rapidi contropiedi. Concentrazione, orgoglio degli italiani sembrano rimasti in albergo. Si profila una figuraccia indimenticabile: 26-46 al riposo.

Al rientro, l’aggressività degli italiani parrebbe, almeno all’inizio, aumentata, ma niente, la palla non entra mentre i portoricani in fiducia ripartono da dove si erano fermati. La partita pare ormai segnata, benché Porto Rico dia l’impressione di cominciare a rilassarsi, superati i 20 punti di vantaggio. L’Italia ritorna così al 30° sul – 13: prima Rodriguez risponde con una tripla, cui replica un buon Tessitori. Il terzo quarto termina 50-64.

In teoria la gara adesso si potrebbe ancora riaprire. L’Italia prova ad alzare il ritmo, una tripla di Filloy porta il -11, quella di Belinelli il -8. A 8’37” dalla fine Casiano chiama timeout. La partita torna ad essere vera. Filloy è l’eroe del momento, anche se fallisce la tripla del -2 a 7’ dalla fine. L’altro che sta emergendo ora è Amedeo Tessitori. È poi Belinelli a trovare il -2 su assist del Gallo, che a sua volta guadagna i liberi del pareggio, a 5’32” dalla conclusione. Poi Abass ruba la palla a metà campo e schiaccia per il vantaggio. Casiano richiede timeout furibondo, i suoi si sono letteralmente appisolati. Gli italiani invece sono entrati in fiducia, come dimostra una colossale penetrazione con schiacciata di Tessitori. Peraltro, non è finita, un quarto intero di vera pallacanestro ce lo siamo evidentemente meritato. Rodriguez, per esempio, non ci sta a perdere così e strappa gli applausi del palasport. Filloy fa il proprio quinto fallo a 52” dalla fine ed esce sull’81-75 tra i complimenti della panchina. I suoi non se ne capacitano, chiaro, e si producono in un paio di sciocchezze che rimettono in gioco gli avversari, che pareggiano 83-83 a 25” dalla fine. Da dimenticare la palla persa da Hackett e la paura di vincere portoricana che rimette il Gallo in condizione di tentare il tiro della vittoria che non arriva. Supplementare.

L’overtime è – chissà com’è – bruttino, si guarda solo per l’incertezza del risultato finale. Gli arbitri inventano un antisportivo di Belinelli su suo tiro da tre nell’ultimo minuto che è in linea con la filosofia di questa partita tutta da dimenticare, ma per fortuna c’è in campo Tessitori, eroe secondo dell’incontro, che stoppa il tiro da tre per il pareggio di Rodriguez. Dalla lunetta Gallinari dice basta. Era ora. L’Italia vince 94-89 e torna a casa con una serie di rimpianti e soprattutto l’incertezza sul proprio vero valore. Le discussioni appianeranno la questione solo sulla carta, i fatti dicono in ogni caso che almeno ai Mondiali, quest’anno, ci siamo arrivati. Vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto sta poi nel carattere di ciascuno.

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