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Il Punto su Basket City – Carbone o dolcetti?

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Bianca Costantini

 

 

Un vento nuovo serpeggia fra le strade di Bologna, portato da un inizio di anno denso di speranze e aspettative. Novità sì, ma anche tante certezze, frutto di una stagione, quella passata, che ha portato tante gioie a Basket City.

Natale decisamente godereccio per la Virtus Segafredo: dopo lo scivolone contro la Dinamo Sassari di Pozzecco, le due imperiose vittorie con Fortitudo e Milano hanno cementato le consapevolezze della truppa di Sasha Djordjevic. Il derby d’Italia andato in scena domenica, ha visto il popolo bianconero riabbracciare un eroe del suo passato: Ettore Messina, al quale tutta la Segafredo Arena ha tributato un lungo applauso. Finito il tempo degli abbracci, è tempo delle “scaramucce sportive” e lì, la Virtus, vola forte. Tante le risposte per le Vu Nere: al fianco di un Teodosic che rende lo straordinario terribilmente ordinario, un Markovic tremendamente duttile in entrambe le fasi, capace di offendere in maniera letale, ma anche di difendere ruvidamente ed efficacemente. Ma non solo: l’egemonia sotto canestro di Hunter e Gamble, il repertorio offensivo di Weems, la capacità di accendersi e di incidere di Ricci e Gaines, le giovani e belle speranze Baldi Rossi e Pajola. Voleva risposte dalla squadra Djordjevic e così è stato: un gruppo, quello bianconero, coeso, forte ma non dipendente dalle tante individualità che lo compongono. Una ricetta, quella bianconera, che ha portato ad una bella e convincente vittoria contro Milano, confermando il primo posto delle Vu Nere in attesa dell’ultima sfida del girone d’andata che potrebbe spedire la Virtus alle Final Eight come prima della classe.

Natale amaro, invece, per la sponda biancoblù di Basket City. Tallone d’Achille della formazione di Antimo Martino la continuità di prestazioni: dopo la vittoria interna contro Brindisi, il tracollo nella stracittadina mercoledì scorso, seguito dallo scivolone esterno dell’Allianz Dome contro Trieste. Tanti, troppi 52 punti di passivo in due gare, che hanno creato più di qualche fastidio nei tifosi. Predica calma Antimo Martino, capendo “la delusione, ma senza scordarci quanto di buono fatto finora”. Lontana dalle aspettative di inizio stagione, la Fortitudo al momento è stabilmente nella parte sinistra di classifica, potendo anche agguantare, con un’eventuale vittoria domenica contro Reggio Emilia, l’accesso alle Final Eight. Per farlo, però, dovrà essere lontana parente di quella vista lo scorso weekend alla corte di Eugenio Dalmasson. Un primo tempo confusionario, fatto di ombre e di luci ma comunque chiuso in vantaggio, ben diverso dalla seconda frazione, dove l’Aquila non è riuscita ad arginare le offensive avversarie. A nulla sono valsi gli sforzi di Sims contro Peric e Mitchell, dominanti sotto le plance e capaci di far collassare l’area, liberando spazio ai tiratori come Cavaliero e Da Ros. Una Fortitudo senza mordente, preda dei fantasmi del post Derby e uscita dai propri binari, toccherà a Martino prendere per mano i suoi e “curarne” mente e corpo, al fine di prevenire ulteriori scivoloni che potrebbero, alla lunga, mettere a rischio quanto di buono fatto finora.

Due squadre agli antipodi come condizione ed obiettivi, ma che condividono un obiettivo comune: la vittoria. Perché vincere domenica, per Virtus e Fortitudo, sarebbe importantissimo, anche se per motivi diversi, sperando che la Befana si porti via le feste, ma che in cambio lasci qualcosa di dolce ad entrambe.

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