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9 Gennaio, il punto su Basket City. Al via una seconda parte di stagione dai presupposti stimolanti

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photo Dragana Stjepanovic/eurocupbasketball.com


Non può bastare una sconfitta come quella di ieri a Belgrado per trasformare la gioia (contenuta) di campione d’inverno in depressione. Quello che ha compiuto fin qui la Virtus Segafredo non ha alcunché di eroico, ma di un inizio di stagione eccezionale pur sempre si tratta. Prima in classifica in Italia, prima nel girone di qualificazione in Eurocup, complessivamente 22 vittorie e 4 sconfitte (tutte in trasferta, due in Italia e due in Europa) non rappresentano alcun traguardo raggiunto, ma restano un bottino di tutto rispetto e probabilmente insperato a settembre. Il riavvio è invece stato tramortente: alla Stark Arena è scesa in pratica una sola squadra, il Partizan NIS, con le Vnere a fare da spettatrici dopo i primi cinque, promettenti minuti. La delusione si leggeva sui volti di tutti, del trio serbo in particolare, ma è indubitabile che la squadra di Trinchieri abbia fatto letteralmente la partita della vita, giocando come mai aveva ancora fatto quest’anno, dove in coppa marciava ad una media di 76,6 punti di media e ieri le son bastati 20 minuti per superare i 60. Grosse colpe, sicuro, stanno nell’approccio mentalmente molle dei bolognesi (non proprio tutti, in questo si sono distinti positivamente Pajola, il più giovane, e Gaines, al momento il più discusso), ma non starei a fare le pulci e a dettare rimedi a Djordjevic, senz’altro il più indicato a cogliere le motivazioni di quanto accaduto e ad architettare le giuste contromosse. Personalmente, credo che al ritorno al palaDozza il risultato potrebbe anche essere ribaltato, almeno in teoria. Poi, quello che succederà sul campo sarà tutto da verificare, ma non è che d’un tratto Gordic possa essersi trasformato in un Bogdanovic o Walden in Mike James. Come spesso si dice, non di rado predicando invano, è stata tutta una questione mentale; per una squadra di nuova formazione, con parecchi giocatori di relativa esperienza a certi livelli, non essere riuscita ad affrontare una delle più temibili arene europee rappresenta un piccolo fallimento ma non una tragedia, si tratta pur sempre di una situazione di “lavori in corso”. Guai a credere di aver già raggiunto i livelli dei bei tempi andati, e questo devono metterselo bene in testa i tifosi che oggi affollano smoccolanti i social. Domenica ci sarà la trasferta a Roma, ostacolo non così banale da superare, contro una squadra che è lontana parente di quella vista a Bologna alla prima giornata. Si torni, dunque, a ragionare partita per partita, concentrandosi sull’immediato piuttosto che su chissà quali risultati. Che potrebbero anche venire, col lavoro svolto nel modo giusto, ma ricordiamoci che l’attuale Virtus Segafredo è la radice su cui deve nascere una pianta, non ancora il frutto maturo da raccogliere.

Dopo i pianti accorati registrati fra Natale e Capodanno, la Befana ha portato qualcosa di più di un brodino in casa Fortitudo Pompea. La vittoria con Reggio Emilia ha fatto risorgere sicurezze improvvisamente smarrite, ha ritrovato la positività di Leunen e l’efficacia di Mancinelli. Il tasso tecnico dei reggiani è parso a tratti raggelante, ma in particolare agghiacciante è stata la mancanza d’intensità che i giocatori hanno messo sul parquet. Davvero strano, la Grissin Bon è parsa tutto fuorché una formazione di Buscaglia, ma questi sono problemi che toccherà poi a Frosini magari risolvere. Piuttosto, detto che 9 vinte e 7 perse nel girone d’andata sono un lusso per una neopromossa affacciatasi ai piani alti con l’intenzione di non retrocedere, successo premiato con una qualificazione alle Final8 di Coppa Italia decisamente prestigiosa, viste le esclusioni di squadre quali Trento, o Varese, coglieremmo l’occasione per ribadire che a questo punto sarebbe un guaio ritenere di aver già ottenuto qualcosa di più di un semplice apprezzamento: si continui in casa Effe a considerare quanto conquistato fino ad ora tanto fieno posto in cascina per i periodi di magra che potrebbero ancora venire. Sarebbe la mentalità giusta per continuare a sudare sette camice in palestra ma soprattutto mantenere la corretta concentrazione che potrebbe pure portare a soddisfazioni ancora maggiori, alla fine, che è poi la sola che possa generare sentenze non aleatorie.

A conti fatti, per entrambe le formazioni bolognesi inizia una seconda parte di stagione tutta da decifrare ma che si apre con presupposti davvero interessanti, purché non si faccia l’errore di sentirsi in qualche misura già arrivati.  

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