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Vittoria con il brivido: Roma riprende Bologna nel finale, ma la Fortitudo si impone sulla Virtus 95-92

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FORTITUDO POMPEA BOLOGNA-VIRTUS ROMA 95-92 (22-18; 41-41; 69-57)

Fortitudo Pompea Bologna: Robertson 22, Aradori 26, Cinciarini 5, Mancinelli 6, Dellosto ne, Leunen 11, Sims 12, Fantinelli 8, Daniel 5, Stipcevic. All. Antimo Martino.

Virtus Roma: Cusenza ne, Alibegovic 24, Rullo 2, Dyson 4, Baldasso 17, White 3, Pini 6, Farley ne, Spinosa ne, Jefferson 15, Buford 13, Kyzlink 8. All. Piero Bucchi.

Arbitri: Manuel Mazzoni, Andrea Bongiorni, Guido Federico Di Francesco.

Tiri liberi: BO 15/24 (63%); RO 9/11 (82%).

Rimbalzi: BO 30; RO 32.

Falli: BO 15; RO 21.

Tiri da 2: BO 16/24 (67%); RO 28/45 (62%).

Tiri da 3: BO 14/29 (48%); RO 5/17 (29%).

 

QUINTETTI INIZIALI

Pompea Fortitudo Bologna: Fantinelli, Robertson Aradori, Leunen, Sims.

Virtus Roma: Dyson, Buford, Alibegovic, Kyzlink, Jefferson.

 

«Vogliamo tornare alla vittoria, ma per farlo servirà gioco di squadra e determinazione: solo così potremo battere Roma». Ha le idee chiare Antimo Martino sulla ricetta che servirà questa sera alla sua Fortitudo per ottenere i due punti contro la Virtus Roma, formazione a secco di punti da ben sette giornate.

Tanta la voglia di vincere da parte di entrambi gli schieramenti che, nei primi possessi, creano qualche difficoltà realizzativa. Kyzlink e Alibegovic provano subito ad indirizzare la gara con la loro aggressività: tre i canestri per i capitolini e vantaggio fissato sul +4. Bologna prende le misure agli ospiti e approfitta dell’imponenza di Sims sotto canestro per aprire gli spazi ai tiratori, Robertson ringrazia e con due canestri ribalta il risultato, portando la Fortitudo sui due possessi pieni di distacco. Sotto le plance il duello è titanico: Sims e Jefferson battagliano senza sosta, il secondo prova a fermare la fuga dei padroni di casa appoggiando al vetro, ma un canestro con fallo di Fantinelli convince Bucchi a chiamare timeout. Mini break che rigenera Roma: il parziale di 0-6 chiude la forbice del distacco sul singolo possesso, Aradori estrae una tripla dal cilindro e regala una boccata di ossigeno ai suoi. Spazio alle seconde linee nel finale di quarto, che subiscono la maggiore freschezza atletica delle ali capitoline, regalando spazi nel pitturato a Kyzlink e Alibegovic.

Vantaggio Fortitudo alla prima curva del match, bruciato in un amen al rientro sul parquet dal trio Baldasso-Pini-Rullo che, dopo tre giri d’orologio, fissano il punteggio sul 25 pari. Chiudono le maglie difensive gli ospiti, impedendo a Bologna di trovare spazio nel pitturato, pungendo in avanti con uno stoico Alibegovic (17 punti all’intervallo). Risolve l’enigma offensivo la Fortitudo attaccando reiteratamente il ferro e scarico fuori la sfera per i tiratori, tattica che frutta ai biancoblù dodici punti con Mancinelli, Robertson e Leunen. Girano palla fluidamente i capitolini, catalizzando i possessi sul caldissimo Alibegovic che, con un canestro in penetrazione, chiude la prima metà di gara sul punteggio di 41-41.

Gara in perfetto equilibrio e che non vuole saperne di trovare un padrone, come certificato nei primi possessi del terzo quarto: Sims e Leunen provano a strappare, Jefferson e Buford ricuciono ed è -1 Roma. Piomba rapacemente sui capitolini l’Aquila, decisa a portare a casa i due punti: le triple di Aradori e Robertson aprono il crepaccio, i due canestri di Sims lo dilatano ed a metà parziale è doppia cifra di distacco per la Effe e timeout obbligato per Bucchi. Fatica la Virtus a stare al passo con la Fortitudo, trovando spazio in penetrazione ma non riuscendo a colpire con la stessa continuità dei padroni di casa. Conducono i lavori in avanti Dyson e Jefferson, mantenendo con i loro canestri Roma sulla linea di galleggiamento, ma una tripla di Aradori ed una magia di Cinciarini allo scadere mantengono le distanze invariate.

E’ +12 interno all’ultimo giro di boa: Bologna fa girare la sfera, amministrando il tesoretto accumulato nei minuti precedenti, esordendo nel quarto con il canestro di Mancinelli. Roma non ci sta e la reazione è veemente: Pini, Kyzlink e Baldasso combinano e costruiscono un parziale di 0-8, chiudendo la spaccatura sul doppio possesso di distanza e costringendo Martino a chiamare minuto. Assapora il pareggio la formazione di Bucchi: in uscita dal mini break i capitolini realizzano immediatamente con Baldasso, due fucilate dall’arco di Robertson rispediscono al mittente il tentativo di rimonta. La Virtus si aggrappa alla gara con i canestri di Jefferson e Buford, costretti ad arrendersi di fronte alla tripla di Aradori ad un minuto e mezzo dallo scadere che mette una seria ipoteca sulla contesa. Gara senza particolari sussulti che, però, si accende nel finale: Kyzlink, Baldasso e Buford si divorano l’ampio bottino messo in cascina dai biancoblù, centrando con Alibegovic la tripla del -4 a quattordici secondi dallo scadere. Gli uomini di Bucchi ricorrono al fallo sistematico per fermare il cronometro, Aradori fa uno su due dalla linea della carità e, sul ribaltamento di fronte, Baldasso trova nuovamente il bersaglio grosso, chiudendo la forbice del distacco sul singolo possesso di distanza. Atmosfera surreale al Paladozza: con un secondo da giocare, Aradori viene spedito in lunetta, realizzando il primo tiro ma fallendo il secondo, Kyzlink si avventa sulla palla vagante, agguantandola e lanciando in aria una preghiera che, per fortuna della Fortitudo, si spegne ampiamente prima del canestro.

Finisce così al “Madison”: Bologna batte Roma 95-92.

Sconfitta pesantissima per i capitolini, a secco di vittorie da più di due mesi e che, con la Coppa Italia alle porte, avranno due settimane per riflettere sul proprio futuro e prepararsi al meglio al rush finale di stagione.

Vittoria importante per la Fortitudo: dopo aver lasciato due punti sul parquet del Palaverde, i ragazzi di Martino archiviano nel secondo tempo la pratica Virtus Roma, trascinati da Robertson e Aradori, a referto rispettivamente con 22 e 26 punti.

Martino:

«Ieri avevo parlato di una partita da affrontare con determinazione: sono stato accontentato. Partita dal punteggio molto alto, penso dettato dal parziale degli ultimi minuti. Non sono certamente contento del finale di partita, anche se ciò non inficia quanto di buono fatto nei quarti precedenti. Tante buone statistiche: quattro giocatori in doppia cifra, ventitré assist, trenta rimbalzi complessivi e Jefferson fermato a quindici punti, di cui solo quattro prodotti dal post. Siamo contenti: quando vedo la Fortitudo settima a 22 punti penso di vedere una bella cosa. Ora arriva la Coppa Italia: vogliamo fare bene, abbiamo dimostrato di poter mettere in difficoltà squadre qualitativamente superiori a noi, e Brescia lo è».

«Robertson? Fa del tiro da tre la sua qualità migliore, è per noi un giocatore importante che lavora duro. Sicuramente ha avuto qualche passaggio a vuoto, ma è certamente una buona scelta anche quando gioca al di sotto di questo livello di prestazioni».

«Fantinelli? Oggi ha avuto un grande impatto difensivo, segnando anche in momenti importanti. Quando certi giocatori danno il contributo che ci si aspetta, tutto diventa più facile. C’è rammarico per il finale di partita: il risultato dice più tre, ma la partita era finita molto prima».

«Siamo stati presenti per tutta la gara, finale a parte. La squadra resta incanalata in quello che è il piano partita, cosa che oggi è avvenuta. Questo accade con concentrazione e determinazione, ma può succedere anche qualche passaggio a vuoto».

«Nell’ultimo periodo abbiamo inserito nuove situazioni, che ci portano freschezza ed effetto sorpresa. Nel piano partita c’era di essere aggressivi e chiudere il perimetro agli avversari. Faccio i complimenti ai ragazzi: siamo stati bravi e questo alla lunga ha pagato. Il break del terzo quarto è frutto dell’energia difensiva che, psicologicamente, ti dà tanto. Oramai si è arrivata ad una situazione per cui, se non ti inventi nuove situazioni, dopo tre-quattro giornate si diventa prevedibili».

Bucchi:

«Primi due quarti in equilibrio, ad inizio quarto si è spaccata la partita. Dyson ha provato ad aiutare la squadra, ma giovedì si è fatto male e oggi non era al massimo. Abbiamo fatto tante cose buone, ma il break subito ad inizio quarto è stato fatale».

«Dyson ha provato a dare quello che poteva dare. Sims ha iniziato il terzo quarto alla grande, indirizzando la gara. Questa è stata una chiave della vittoria, oltre alla prestazione di Aradori, che ha dimostrato ancora una volta tutto il suo talento».

«I meriti loro cominciano dove iniziano i nostri demeriti: loro hanno assestato la zampata decisiva nel terzo parziale, noi dobbiamo essere più cattivi e più duri».

«In questo momento ci manca probabilmente qualcosa da un leader che ci trascini. L’infortunio di Dyson ha sicuramente influito, quando ci manca un giocatore da quindici punti a partita fatichiamo: questo di certo è un problema per noi».

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