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27 Febbraio, il punto su Basket City. Prove tecniche di concentrazione (e sopravvivenza ai media)

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Nel clima complicato in cui si sta vivendo oggi in Italia la scommessa per gli allenatori è quella di riuscire a far mantenere ai propri atleti la giusta concentrazione non solo in palestra. L’assenza di impegni agonistici certo non aiuta, sebbene il contraltare sia avere a disposizione il tempo per provare a recuperare in pieno i problemi fisici in gran parte dovuti alle scorie da surmenage delle settimane precedenti. In altre parole, non tutto il male verrebbe per nuocere, se non fosse che mercoledì prossimo la Virtus Segafredo è attesa ad Istanbul per una delle gare più importanti della stagione (sempre che non vi siano sorprese sul piano sanitario) dopo un lunghissimo periodo di stop. Poco trapela sullo stato dei bianconeri, compreso Milos Teodosic colpito nei giorni scorsi dalla scomparsa del padre e oggi di ritorno dalla Serbia. Ma francamente questa assenza di notizie è una cosa da prendere positivamente: le voci di corridoio, in questi casi, non fanno mai granché bene. Rimangono i dati: il rinvio delle gare con Varese e Brescia complica ulteriormente il proseguimento della stagione, soprattutto dovesse continuare l’avventura europea per la Virtus. In tal caso resterebbero ben poche finestre disponibili in calendario, lasciando prevedere nuovi tour de force per un roster che, a questo punto, ci si auspica possa contribuire con una distribuzione maggiore dei minutaggi, rispetto alle ultime occasioni. Il Darussafaka viene da una sconfitta in finale contro il Fenerbahce in Coppa di Turchia, dopo aver peraltro battuto bene Anadolu Efes e Galatasaray. Ieri pomeriggio, in campionato, ha perso un po’ sorprendentemente in casa dopo un supplementare contro il Turk Telekom, gettando un vantaggio di +5 poco prima della fine dei tempi regolamentari. Che questo significhi che siano una squadra battibile in casa, o che invece siano già tutti proiettati verso la gara di mercoledì, non sapremmo dirlo, ma ancora una volta pensiamo che il primo nemico questa Segafredo possa trovarlo in casa, o, meglio, nella propria testa. Da sempre in Europa si vince quando si è in grado di farlo anche in trasferta, e se è pur vero che dall’altra parte ci sono sempre gli avversari è altrettanto vero che lontano dal PalaDozza alla Virtus di quest’anno resta ancora qualcosa da dimostrare. Qualcosa che, a parer mio, sarebbe nelle sue corde. Completato l’inserimento di Marble, ritrovata, si spera, la condizione di Gaines (che si è rivelato indispensabile, in questa squadra, alla faccia di taluni soloni detrattori), recuperata la forma di Markovic, Weems e, ci si augura, Teodosic, aumentate le opzioni di impiego di Pajola e Cournooh, dovrebbero esserci tutte le condizioni per non soffrire più in difesa nel settore esterni, come accaduto in alcuni frangenti cruciali ultimamente. La questione peraltro riteniamo si risolverà innanzi tutto sul piano dei nervi: la partita è di fatto uno spareggio, e già all’andata i turchi provarono a metterla in rissa, una volta messi in difficoltà, riuscendo a togliere Markovic dai giochi. In quella occasione ci furono grandi risposte da Cournooh e Baldi Rossi. Ad Istanbul, virus vari permettendo, staremo a vedere, partendo però con fiducia.

In casa Fortitudo Pompea è giunta la tegola dell’infortunio di Robertson a complicare un po’ la situazione, per quanto gli obiettivi stagionali, a meno di impronosticabili harakiri, parrebbero nella sostanza già raggiunti, per cui da qui in avanti si tratta più che altro di non fare danni, con l’occhio puntato ad una ipotesi playoff che tuttavia non deve rivelarsi un’ossessione. Sarà tutta da valutare la scelta di sostituire il canadese con Dyson, al di là delle sue condizioni fisiche, sulle quali si sta battibeccando. Come tipologia di giocatore è completamente diverso da Robertson, il che potrebbe generare problemi di inserimento, sia sul piano tecnico che caratteriale. Certo, se fosse il Dyson conosciuto a Brindisi, Sassari o, più di recente, Gerusalemme, si rivelerebbe un grande acquisto, ma di mezzo si mettono problemi fisici accumulatisi nell’ultimo periodo e una esperienza romana che genera perplessità. Un altro rebus per Antimo Martino che pare debba vivere questa stagione come un tirocinio formativo a 360°. Fin qui, superato a pieni voti. Non si scarichino su di lui eventuali problemi che dovessero generarsi a questo punto della stagione.  

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