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Benedetto XIV Cento, Claudio Cavalieri ripercorre la sua carriera in maglia biancorossa

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Foto Benedetto XIV Cento

Claudio Cavalieri è una vecchia conoscenza dei tifosi della Benedetto XIV  perchè è stato uno dei giocatori più importanti ad aver indossato la canotta biancorossa. L’ex ala della Benedetto XIV Cento è stata intervistata da Enrico Atti, Direttore Stampa della squadra.

Ciao Claudio, prima di tutto come stai?

“Sto bene, è faticoso stare chiuso in casa ma si cerca di andare avanti”

Cosa stai facendo in questi giorni per passare il tempo?

“Faccio lezioni a distanza perchè  sono un insegnante di educazione motoria, la mattina lavoro e dopo elaboro dei  progetti in modo da tenere sempre attivo il cervello in questo momento surreale”.

In maglia biancorossa hai vissuto tre anni molto belli. Parlaci di quel periodo.

“Quel periodo e la squadra in cui militavo li porto ancora nel cuore. Ancora oggi mi sento con molti dei miei compagni di allora, tra cui Federico Antinori con il quale sono cresciuto. Ho avuto la fortuna di giocare con un mostro sacro come Gus Binelli. E’ stato un periodo surreale, avevamo molte difficoltà ma eravamo un gruppo molto unito. Il mio esordio fu incredibile anche se, purtroppo, non siamo riusciti a portare a termine quello che avevamo iniziato a causa degli  infortuni”.

Avete raggiunto per tre anni i play-off e disputato anche la finale del campionato nel 2005 che, purtroppo, andò male.

“Non ti nego che ho avuto gli incubi per i mesi successivi a quella partita. La sconfitta bruciò tantissimo ma contro giocatori del calibro di Flavio Portaluppi era difficile portare a casa il successo. Mi dispiace molto perchè avremmo potuto dire la nostra ma arrivammo stanchi a quella finale. Come squadra siamo rimasti nel cuore di tutti perchè rappresentavamo l’intera città di Cento che era ed è un posto magico dove è fondamentale che si crei alchimia tra la squadra e la città. Grosso merito va dato ai tifosi che fin dal primo giorno ci hanno sostenuto e hanno dimostrato affetto.”

Hai sempre detto che è più importante il nome della città, Cento, nella parte anteriore della maglia piuttosto che il cognome che si ha dietro la schiena.

“Assolutamente sì, è una cosa importantissima. La forza dei giocatori è quella di immedesimarsi nel posto in cui va a giocare. Quando sono arrivato a Cento tutto è diventato subito magico. Sono convinto che quando vai a giocare per una squadra devi avere rispetto per la maglia che indossi e per i tifosi che ti vengono a vedere e sostenere. Solo quando si capisce questa cosa si può fare uno step in più”.

Dopo Cento hai avuto un percorso incredibile. Ti va di raccontarcelo?

“Certo, dopo Cento ho avuto un percorso travagliato perchè ho fatto delle scelte sbagliate. Sono stato comunque fortunato ad aver trovato società che mi hanno apprezzato come Napoli e Casalpusterlengo. Ora sono tornato dalla mia famiglia e per ricominciare ho costruito questa società, la Fortitudo Messina, riprendendo le cose più importanti che hanno contraddistinto la mia carriera e mettendole tutte in questo progetto”.

Hai seguito la squadra di quest’anno?

“Assolutamente sì, Cento la seguo quotidianamente e ci tengo a fare i complimenti al Presidente che ha saputo ripartire dopo un delusione molto grande. Ha dimostrato che costruendo e rimodellando alcune cose si può continuare. Manca molto il Palazzetto, finché non si tornerà a giocare lì sarà difficile realizzare molti obiettivi”.

Come può migliorare la pallacanestro secondo te?

“Penso che la cosa fondamentale sia allenarsi. Può sembrare scontato ma è solo con l’allenamento che si migliora. Credo che sia fondamentale far giocare i giovani con gente più grande che, però, non deve essere necessariamente più forte. Anche allenandosi con gente meno forte si può migliorare”.

Vuoi salutare i tifosi?

“Parto dicendo che sono onorato di aver potuto fare questa intervista perchè l’esperienza con Cento è stata molto importante per la mia carriera e per la mia maturità. Saluto tutti i tifosi e spero di tornare presto a Cento nel Palazzetto nuovo”.

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