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8 Maggio 1993: con Danilovic è l’undicesimo scudetto Virtus

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foto Virtuspedia

 

 

8 maggio 1993. Tutto è pronto per la grande festa. La Virtus ha vinto la prima fase con sei punti di vantaggio sull’Olimpia Milano. Nei quarti si libera con due vittorie della Kleenex Pistoia, anche se il sabato di Pasqua in Toscana è necessario un grande Danilovic, al suo primo anno bolognese per chiudere la serie: 29 punti, 9 su 10 da due, 2 su 4 da tre, 5 su 5 ai liberi e il canestro sulla sirena che fissa il 95-96. Cadono invece due teste di serie: Milano è fatta fuori da Pesaro e Trieste viene battuta da Cantù, mentre Treviso si salva con Reggio Calabria, vincendo la bella di due punti. In semifinale alla Knorr tocca la Clear. Moretti salterà tutto questo turno, fermato della febbre. Fortunatamente a tenere a bada i canturini c’è ancora un ottimo Sasha: 28 punti, 8 su 11 da due, 2 su 5 da tre e 6 su 10 ai liberi. Gli ospiti partono meglio, poi crollano a meno sedici, ma, senza mai alzare bandiera bianca, tornano un paio di volte a meno tre. Le V nere reggono e vincono 84-77. In gara due primo tempo a favore dei padroni di casa, 46-36, poi trascinata dal solito asso serbo, 29 punti, 4 su 6 da 2 e 7 su 8 da tre, sorpassa. Danilovic esce per falli al 37′ sul 74 a 77 ed è fuori anche l’ottimo Binelli, 17 punti con 7 su 9 e 3 su 5 ai liberi, ma trascinata da un freddo Coldebella, 15 punti con 3 su 4 da due 0 su 1 da tre e 9 su 10 ai liberi, la Virtus porta a casa la gara 77-84 e va in finale dove trova la Benetton, che si è liberata della Scavolini. Gara uno è in programma il primo maggio: Danilovic è il migliore marcatore, ma si ferma a 19 e per la prima volta nei playoff scende sotto i 20 punti; in fila indiana dietro di lui Morandotti 18 (sobbarcandosi anche la marcatura di Kukoc), Brunamonti 17, Wennington 16 (Bill spostato un po’ lontano da canestro, dalla sua mattonella è una delle armi decisive di queste finali e in questa prima sfida cattura anche 9 rimbalzi) e Coldebella 15 permettono alla Virtus una facile vittoria, 97-80, dopo un’equilibrata prima parte di partita. Esemplare Knorr in gara due. A parte un attimo nel primo tempo le V nere guidano sempre con distacchi importanti fino al 49-66, poi l’ovvia reazione dei veneti, trascinati da un indomito Corchiani, fino al 79-86 del 35′, con Binelli e Wennington già a sedere per raggiunto limite di falli e Carera costretto stoicamente a rientrare, nonostante una distorsione alla caviglia. Ci pensano Coldebella, Brunamonti e Dnilovic a condurre in porto sicura la nave bianconera, 97-108. In doppia cifra gli stessi nomi di gara uno, Danilovic 24 punti, 7 su 12 da due, 1 su 2 da tre e 7 su 7 dalla lunetta, Wennington 18 punti, 8 su 9 da due e 2 su 2 nei tiri personali Coldebella 17 punti, 2 su 5 da due, 1 su 1 nelle triple e 10 su 10 ai liberi, Brunamonti 13, 1 su 1 da due, 2 su 3 nel tiro pesante e 5 su 6 ai liberi, Morandotti 10 con 3 su 4 da due e 4 su 4 dalla lunetta. In quest’occasione sono stati più presenti rispetto a gara uno anche Carera, 9 punti con un insolito 7 su 8 ai liberi, l’acciaccato Binelli e Moretti con 8 punti a testa. Recita di squadra anche sotto i tabelloni, con i rimbalzi distribuiti tra nove giocatori, dai cinque di Binelli all’uno di Brigo. E arriviamo all’8 maggio per gara tre: un’apoteosi quasi accademica. La Benetton segna solo due canestri nei primi 5’30”, sul 16-6 la remissività veneta fa intuire già il finale. All’intervallo il punteggio è 55-31, nei primi 6’30” della ripresa Treviso segna tre miseri canestri e Bologna vola fino al 117-83, un +34, distacco mai toccato prima di quella data in una gara di finale scudetto. Virtus che tira con quasi il 59% da due, oltre il 62% da tre, stritola gli avversari a rimbalzo, 41-28, Danilovic 11 su 14 da due, Carera, recuperato dai problemi alla caviglia, 13 rimbalzi, Morandotti e Wennigton 18 punti e per Bill anche la tripla a suggellare la sua splendida serie finale, ma è una vittoria di squadra, come indica il 148-77 di valutazione globale. Un verdetto che consegna a Bologna l’undicesimo scudetto, nove anni dopo quello della stella. Una regular season sempre comandata, un 7-0 nei playoff e oltre venti punti di distacco di media inflitti a Treviso nelle tre gare di finale, con un crescendo di punti realizzati da 97, a 108, a 117, non lasciano dubbi sulla legittimità del verdetto.

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