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Sacchetti al Corsport: “Aradori? Ci siamo già parlati. Voglio una Effe da corsa”

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Le idee in serbo per la sua Fortitudo, la Nazionale, il coronavirus, persino il calcio. Ha toccato un po’ tutti gli argomenti Romeo Sacchetti, fresco allenatore della Fortitudo Bologna, nell’intervista di oggi al collega Andrea Barocci del Corriere dello Sport. Innanzitutto, l’addio alla Vanoli: “Non potevo più aspettare. Cremona non mi aveva dato la certezza di continuare l’attività. Non potevo restare in attesa col rischio di trovarmi a piedi a giugno, così ho accettato l’offerta della Fortitudo”. Meo, a Bologna, c’era già passato da giocatore, periodo 1976-1979. “Giocavo nella Gira, la terza squadra della città all’epoca. Questa città la conosco bene, è impegnativa ma stimolante. Qui si parla più di basket che di calcio. C’è una grande rivalità con la Virtus, ma ciò che voglio più di ogni altra cosa è che i ragazzi diano tutto in campo. Voglio una squadra sfrontata, mi piace il basket che va di corsa. Non voglio centometristi ma metteremo comunque atletismo. E poi è chiaro, conteranno i risultati…”.

La penna prude, dunque l’attenzione si sposta su Pietro Aradori, grande escluso nella nazionale di Sacchetti al Mondiale, non senza polemiche. Ma è lo stesso Sacchetti ad anticipare la faccenda, parlando di alcuni elementi della sua nuova Fortitudo: “Inseriremo giocatori che possano essere funzionali alle mie idee. Avrò Sims, che ho già avuto a Cremona, è cresciuto molto sotto l’aspetto tecnico, e poi c’è Aradori. Per il campionato italiano ha delle qualità importanti”. Dunque? “Con Pietro ci siamo già parlati. Io ho detto la mia, lui la sua, entrambi con grande schiettezza. Sarei matto a non volerlo in questo campionato nella mia squadra. Rimarrà? Non lo so, ha ancora un contratto con la Fortitudo. Se ci saranno problemi, sa che potrà parlarmi. Ma se sceglierà di andarsene, sarà una sua decisione. Ma io non ho nessuna preclusione nei suoi confronti, anzi”. Poi i giovani, e la domanda verte più sul suo ruolo di CT della Nazionale. A proposito di crescita dei singoli, Sacchetti dice: “Ho già chiamato Spagnolo e Bortolani, avrei voluto allenare Pecchia. Voglio testarli per capire come si trovano insieme. Conosco bene anche le qualità di Moretti, avrei voluto averlo un po’ prima in palestra”. 

Chiusura sull’emergenza sanitaria che stiamo attraversando e i suoi effetti, anche su altri sport: “Nel basket tutti stanno patendo questa situazione, chi più, chi meno. E’ una cosa che ha colpito tutti i settori: automobilismo, moda, calcio. Quest’ultimo poi è diventato ormai più un’azienda, non ha nulla di avvicinabile a uno sport”. 

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