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Basket

Ma questa Supercoppa non sarà un trofeo purchessia!

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foto Bianca Costantini per 1000 Cuori Rossoblu


Ormai ci siamo. Il basket vero, quello giocato, non quello delle chiacchiere nelle stanze istituzionali, riappare totalmente all’orizzonte, con la pubblicazione odierna del calendario del campionato maggiore, dopo l’antipasto fornito dalla Supercoppa settembrina. Ora le discussioni potranno rianimarsi sui soliti temi, a partire da chi sia l’avversario più temibile e quando sarebbe meglio affrontarlo, per continuare su quali saranno le delusioni peggiori, le squadre che potrebbero retrocedere in un contesto che si ostina a non voler fare il passo avanti verso la costruzione di una vera lega professionistica, dove certe cose non esisterebbero perché quasi sempre collidono con un altro concetto fondamentale, quello della programmazione. Soprassedendo sull’ennesima brutta figura della pubblicazione anticipata la sera prima dei calendari – poi frettolosamente ritirati dal sito ufficiale LBA – rimarrebbe a questo punto da capire se e come sarà possibile assistere alle partite in programma, se si potranno vedere solo su Eurosport (che sembra essersi confermato come tv ufficiale del campionato) o se in qualche misura sarà possibile entrare nei palazzetti, e in ogni caso da quando. Tutti sappiamo che fa una differenza enorme avere i tifosi presenti sulle tribune, e non solo i propri, e in ogni caso molto dell’auspicato rilancio della palla a spicchi potrebbe dipendere da questo, purtroppo impossibile da determinare con certezza perché le variabili sono per ora ancora incontrollabili. Se è così sul lato sportivo, lo è ancor di più su quello economico, visto che i proventi di genere diverso dai botteghini dei palasport permangono per molte realtà semimicroscopici.

Le squadre sono peraltro tuttora in via di formazione, molti atleti non hanno ancora raggiunto i loro gruppi in ritiro per questioni di quarantena, la Virtus è in questo senso una privilegiata, la Fortitudo dovrebbe riuscire ad aggiungere agli altri Banks e Fletcher al più presto. Siamo così ad una settimana dall’avvio della prima competizione ufficiale, una Supercoppa probabilmente sovradimensionata, come impegno agonistico di inizio stagione (non si poteva fare almeno senza andata e ritorno, a questo punto della preparazione?), ma che quest’anno rivestirà un ruolo molto più significativo di quello degli anni passati. Intanto, perché sancisce il ritorno, appunto, al basket giocato, con tutto quello che può rappresentare anche solo sul piano psicologico dopo mesi di blackout. Io non li vedo i giocatori che si tirano indietro dopo mesi di guinzaglio, anche se presumibilmente potrebbe interferire, tutto ciò, sulla qualità della preparazione in prospettiva annuale. Di sicuro saranno avvantaggiate le formazioni che hanno visto confermato il nucleo fondamentale del roster (Venezia, Virtus, in particolare) che tuttavia coincidono con alcune di quelle che viceversa dovrebbero porre più attenzione per la molteplicità e l’intensità degli impegni che dovranno affrontare poi. Tuttavia, non si può nemmeno escludere a priori, seppur solo nel caso più pessimistico possibile, che questo si riveli l’unico trofeo assegnabile quest’anno, per cui siamo sicuri che la nuova Supercoppa, giocata tra l’altro da tutte le formazioni e non solo da un gruppetto di elette, non sia un trofeo che valga la pena di inseguire con una certa determinazione? Sinceramente, a meno di non ritrovarsi i giocatori in condizioni fisiche riprovevoli, ci penserei due volte ad affrontarla senza la giusta concentrazione. Questa Supercoppa, per tanti motivi, non sarà una coppa del nonno qualsiasi. Questa Supercoppa arricchirà una bacheca dandole un senso tutto particolare, e tutti gli addetti ai lavori immagino che ne siano consapevoli.

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