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La Virtus Segafredo non replica la prova di venerdì e perde il derby n.108: 84 – 86 per la Fortitudo Banca Cambiano

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foto Andrea Bellotti

 

 

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – FORTITUDO BANCA CAMBIANO BOLOGNA  84 – 86   (11-14; 26-36; 60-63)

Virtus Segafredo: Tessitori, Deri n.e., Abass 5, Pajola 6, Alibegovic 14, Markovic 3, Ricci 15, Adams 10, Hunter 4, Weems, Teodosic22, Gamble 5. All. Djordjevic

Fortitudo Banca Cambiano: Banks 12, Aradori 16, Mancinelli n.e., Simon n.e., Dellosto 12, Fletcher 10, Palumbo n.e., Fantinelli 10, Happ 8, Withers 10, Totè 6, Sabatini 2. All: Sacchetti

Arbitri: Lanzarini, Grigioni, Capotorto

Tiri liberi: BOV  13/23; BOF 10/13

Rimbalzi: BOV 37; BOF 36

Falli: BOV  19; BOF 26

Tiri da 2: BOV  19/37; BOF 23/40

Tiri da tre: BOV  11/26; BOF 10/30

Il derby di ritorno di questa stravagante Supercoppa (che per la prima volta fa nuovamente incontrare Virtus e Fortitudo a sole 72 ore di distanza) potrebbe non proporre granché sul piano squisitamente tecnico, ma essere significativo invece per quello che riguarda il carattere delle due squadre. Dalla partita di venerdì la Fortitudo è uscita abbastanza bastonata dopo un avvio che poteva sembrare lusinghiero e si tratta di verificarne il contraccolpo; la Virtus, viceversa, dovrebbe aver capito che se entra in capo senza la necessaria concentrazione può tranquillamente lasciarci le penne. Quintetto un po’ diverso dall’ultima gara per le Vu Nere, con Markovic, Adams, Abass, Ricci e Gamble; al contrario confermati, Fantinelli, Banks, Aradori, Withers e Happ per i Biancoblu.

Inizia subito con una palla persa virtussina, in un attacco che sembra un po’ ingessato, poi punito da una stoppatona di Withers, mentre Happ colpisce da due, a conferma del fatto che la Effe non è venuta con la coda fra le zampe, e dopo 4’ è sopra 4-9. Poi, Pajola cambia Markovic e arriva il pareggio in schiacciata del neoentrato Hunter. Ruotano quasi tutti gli uomini in campo ma la gara aumenta, anche se fra errori marchiani da entrambe le parti, di intensità. Bravo Dellosto a rompere l’equilibrio con una tripla poco prima del primo stop, che arriva con un modestissimo 11-14 che dice quasi tutto.

Si riparte col +6 biancoblu grazie a Banks, mentre per i bianconeri il canestro rimane la cruna di un ago. Ci vuole ancora “Pajolic” per togliere la ragnatela dal canestro avversario, con la Effe già a 20, e dare la carica ai suoi che per un po’ paiono trasformati, ma solo un po’ perché Fletcher, Aradori e Totè dettano il riallungo, 19-27. Fletcher fa il Banks, Teodosic prova a ritrovarsi però l’inerzia è tutta fortitudina: 26-36 all’intervallo. Rispetto al derby scorso un po’ meno peggio la difesa bianconera, ma l’imprecisione in attacco è imbarazzante. Fortitudo viceversa che fa la sua gara con una intraprendenza che fin qui ha pagato, e la situazione suona differente da quella di venerdì scorso, benché il distacco sia inferiore di un punto, e la Segafredo dovrà sudare le proverbiali sette camice se vorrà provare a venirne fuori.

Sembrano alzarsi le media al tiro, grazie soprattutto a Santeodosic, e la partita si infiamma, assomigliando un po’ più a una partita vera. Risponde Aradori da tre quando i padroni di casa arrivano al-2, imitato da Dellosto, mentre è principalmente Alibegovic a mettersi in evidenza sia in avanti che in difesa prima che gli venga fischiato un fallo in attacco abbastanza discutibile che lo toglie temporaneamente dal parquet. Intanto fioccano falli tecnici, con la Segafredo che fallisce in più occasioni il pareggio o il potenziale vantaggio, con Dellosto ancora protagonista da oltre l’arco: 60-63, così, è il punteggio all’ultima sosta. Meglio l’attacco virtussino (34 punti) ma ancora non del tutto registrata la difesa contro un attacco biancoblu con molta più personalità di venerdì scorso.

E Adams che porta i suoi a un temporaneo pareggio (65-65) al 32°. La Fortitudo resiste tuttavia agli assalti e resta davanti per alcuni minuti grazie ad Aradori, Withers e Fantinelli, almeno fino a metà periodo, quando Ricci dà il +1 (77-76) ai suoi, a 5’19”” dalla fine. Allora Aradori butta un paio di palloni cercando di servire assist improbabili e Santeodosic impone la sua legge finché non sbaglia i liberi che forse potevano uccidere la gara. Ci crede ancora, la Effe, e questo non potrà che far piacere a Sacchetti. Banks riporta i suoi a -1, Pajolic peraltro ridà il +3 Segafredo dopo un magico rimbalzo d’attacco, rintuzzato però da Happ. A 30” dalla conclusione (84-83) rimessa all’instant replay che premia la Fortitudo, capace di andare avanti con Happ servito benissimo da Dellosto. Rimessa in attacco con meno di 14”, e qui Teodosic torna sulla terra, sbagliando completamente la scelta di tiro. I successivi 4” sono amministrati come vuole il copione. Banks va in lunetta ma fa solo 1 su 2. Time out di Djordjevic, con ancora 3” da giocare, ma è nuovamente Teodosic a fallire il trio della vittoria. Dopo quasi tredici anni la Fortitudo torna a vincere contro la Virtus in un ”derbyno” che è diventato vero derby lungo la gara, mettendo soprattutto in evidenza, in appoggio ai soliti nomi, la crescita di Dellosto e Totè, forse le note più liete questa sera per Sacchetti. Virtus che invece si è arenata non riuscendo a replicare la difesa di venerdì scorso: Teodosic ha fatto e un poco disfatto nei momenti clou, bene ancora una volta Pajola, discreti gli altri (per esempio Alibegovic che alterna ottime cose ad ingenuità, Ricci che è tornato a prenderci, Adams che sta crescendo) ma nell’ombra oggi i lunghi. Non sarà una tragedia in casa Segafredo, visto che, in fondo, si parla ancora di precampionato, ma la sconfitta in un derby, tra l’altro completamente inattesa, ancorché giustificato dal carico di lavoro sostenuto dai giocatori in questa fase brucia sempre un po’.

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