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Djordjevic: con Sassari partita importantissima, da affrontare con coraggio e voglia di lottare

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Come sempre ricca di spunti interessanti la conferenza stampa prepartita di Sale Djordjevic, alla vigilia dell’incontro  della Virtus Segafredo contro la Dinamo Sassari di domani pomeriggio:

“Si ricomincia” ha esordito, in videoconferenza, “Dopo un paio di settimane, con una partita tosta, bella, allettante, insidiosa, particolare, una bella sfida per entrambe le squadre. Dopo le “finestre” per le nazionali si riprende il cammino nel campionato italiano; sarà una partita importantissima, dopo la semifinale di supercoppa, ma dopo così tanto tempo siamo di certo tutte e due diverse. Sassari è squadra che domina sottocanestro con la sua grande fisicità, con Bilan sta facendo una grande stagione, dobbiamo risolvere con molto coraggio e voglia di lottare i problemi che questo ci potrebbe portare, dovremo essere bravi a chiudere i lati forti, a bloccare le loro transizioni, a reggere gli 1vs1. Poi ovviamente il loro playmaking con l’inserimento di Gentile è ulteriormente migliorato per cui la nostra difesa dovrà fare lo step necessario richiesto da questo tipo di partita per bloccare i loro automatismi.

Tutto questo arriva in un momento particolare, direi anche storico, per la nostra società, come ho già detto la settimana scorsa, grazie all’arrivo di Marco Belinelli. Lui però ha fin qui alle spalle solo un paio di giorni di allenamento, non ha certo ancora la forma fisica necessaria per giocare le partite. Non ha in pratica fatto ancora un allenamento al completo e non vorremmo rischiare di provocare problemi accelerando i tempi del suo inserimento. Non vorremmo cioè cadere nel più classico degli errori per sfruttare subito le sue grandi qualità, aspettando viceversa di averlo prima ben inserito negli schemi di gioco ma soprattutto riportato a un livello di preparazione fisica che gli permetta di reggere il resto di una stagione che sarà davvero molto intensa. Oggi faremo l’ultimo allenamento che ci chiarirà se inserirlo o meno già domani nei giochi, ma assolutamente senza alcuna fretta.

Tutti gli altri giocatori stanno bene, quelli che sono rimasti qua si sono allenati bene e di quelli tornati dalle nazionali sono molto contento, per le loro prestazioni personali, per la serietà con la quale hanno preso questo impegno, delle ambizioni che mostrano di avere sotto questo aspetto.

Domani si confrontano due squadre fra le migliori del nostro basket, che ottengono risultati importanti ma con filosofia di gioco diverse

Penso che siano squadre diverse fino ad un certo punto. Sassari in Italia sfrutta nel migliore dei modi la propria qualità sotto canestro, appoggiando la palla sotto evita tante transizioni, tanti contropiedi degli avversari, hanno una intelligenza cestistica altissima, sia in coach Pozzecco che nei giocatori che lo sanno seguire. Questo mette in difficoltà tanti, noi dovremo esser più bravi, più fisici, più esigenti in difesa, non dovremo lasciare loro tanti rimbalzi offensivi. Poi hanno tanti buoni tiratori che aprono il campo e lasciano tanto spazio sotto; Servirà tanta reattività.

Vi siete dati una scadenza per il pieno rientro di Belinelli?

No, non vogliamo darci tempi così precisi. Dobbiamo invece aspettare i suoi tempi, dipenderà dalla sua capacità di sopportare i carichi di lavoro. Marco è molto desideroso di entrare il prima possibile ma dobbiamo essere bravi ad aspettare il tempo giusto per evitare di fare errori che potrebbero costare caro, senza farci prendere dall’ansia.

Su che aspetti avete lavorato in queste due settimane di sosta?

In pratica, sulla pallacanestro (e ride) Con la mia esperienza di ct so che in nazionale si devono concentrare tante cose in pochi giorni; per non creare troppa confusione ho cercato di aggiungere sempre qualcosa ma poco alla volta, per trovare i giusti automatismi e mettere dentro le basi del nostro sistema sia in attacco che in difesa.

Per affrontare il tour de foce che vi aspetta avete già fissato delle turnazioni o deciderete volta per volta l’impegno o meno dei giocatori?

Sicuramente uno dei nostri primi pensieri è quello di non sovraccaricare i giocatori con un minutaggio eccessivo. Questo ovviamente lo si vedrà giorno per giorno, ma ora consideriamo pure che avremo di nuovo Abass da reinserire gradualmente nelle rotazioni; lui ora sta bene, sta facendo allenamenti super, chiaramente gli manca la partita e a questo va la nostra attenzione. Comunque guardiamo sempre tre partite avanti, con l’attenzione per quello che comportano sul piano sia tecnico che fisico che per quelle che sono le caratteristiche degli avversari. Per esempio fra proco andremo a Monaco e quella sarà una partita tostissima, perché abbiamo visto che sono atleti che esprimono una pallacanestro di valore, molto fisica, molto di contatto, estremamente impegnativa, e vedremo chi dovrà avere qualche minuto in più o in meno nella rotazione

Avete dimostrato dall’inizio di voler fare sul serio. Avete addirittura quello che potrebbe essere il quintetto della nazionale del futuro, ruolo per ruolo. Può questo essere uno stimolo in più?

Il quintetto della nazionale del futuro dipende dal Beli, se vorrà giocare altri quindici anni…. Comunque, abbiamo già parlato di questa cosa, penso. La nostra linea, mia, di Paolo Ronci, di Luca Baraldi, è quella di continuare in questa direzione, facendo crescere giocatori anche per la nazionale. Sappiamo pure quanto importante per l’ambiente sia il ritorno di immagine che viene dalla nazionale

Si prova soddisfazione a vedere i propri ragazzi giocare in modo così convincete in nazionale, come è stato contro la Russia?

Una soddisfazione assoluta, non ci sono altre parole. Io sento molto il fatto che i giocatori escano dal proprio club e facciano buona figura in nazionale.  Penso sia un orgoglio per tutto il club, pure per il dot. Zanetti, ritengo.

Anche se l’ulteriore carico di lavoro aggiunto dalla nazionale dovesse esporre gli atleti a maggiori rischi di infortunio?

Non credo che il carico di lavoro sia stato molto più grande di quello che abbiamo svolto noi in quei giorni in allenamento, con tutto il rispetto che porto per la nazionale, chiaro. Non penso che una partita pesi tanto più di quello che si sarebbe fatto in palestra, sempre considerando che si faccia bene il proprio lavoro

Quindi la nazionale non si deva mai considerare come un impegno “in più”?

A chi allenerò io insegnerò sempre cosa significhi giocare per la propria nazionale, se non lo dovessero avere già capito prima. Sempre. Però non “giocare” con la nazionale, bensì “vincere” con la nazionale. Che è diverso, molto diverso!

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