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Il Resto del Carlino – Fortitudo, Aradori raggiunge quota 10mila

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1000 cuori rossoblu


Grazie alla partita giocata contro Varese la scorsa domenica, sono diventati 10mila i minuti giocati da Pietro Aradori in Serie A

L’esterno bresciano, nato nel 1988, ha debuttato in Serie A con la casacca di Milano per poi militare con quelle di Roma, Biella, Siena, Cantù, Reggio Emilia e nella Virtus, prima di approdare in casa Fortitudo. Inoltre, Aradori ha giocato anche in due squadre estere: Galatasaray ed Estudiantes più un anno di noviziato in Legadue all’Andrea Costa.

“Ara”, nonostante la non florida stagione, è il secondo atleta italiano in classifica marcatori, alle spalle di Stefano Tonut, in una lista che vede nei primi quattordici solo le loro due bandiere azzurre. Giuliano Aradori, papà di Pietro, è un allenatore di pallacanestro in un piccolo paese nella pianura bresciana, Lograto. Per evitare che giocasse con la palla a spicchi in casa, lo portava già a quattro anni in palestra. Solo 9 anni dopo Pietro si sarebbe trasferito a Lumezzane, società che militava allora in Serie B, a soli 13 anni. 

Nel 2019 terminò la propria esperienza con la V nera, dopo la conquista della Basketball Champions League da capitano, per poi approdare alla Fortitudo. A causa del Covid la stagione non si concluse e per riconoscenza Aradori decise di lasciare più del 30% (quota che gli accordi sindacali consigliavano) sul piatto del club. Tutto perché la F gli ha consentito di realizzare i suoi due grandi sogni, di potere giocare per un pubblico che, con il suo calore, fa la differenza, e vivere a Bologna. 

L’inizio di questa stagione non è stato dei migliori con la squadra che non riusciva a portare sul campo il gioco di Sacchetti. Poi, l’arrivo di Dalmonte ha segnato un vero e proprio punto di svolta, rilanciando la Fortitudo verso i playoff. 

Fonte: il Resto del Carlino, articolo di Massimo Selleri 

 

 

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