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Fortitudo, sei salva: Cantù sconfitta 75-68

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FORTITUDO BOLOGNA-ACQUA SAN BERNARDO CANTU’ 75-68

 

Fortitudo Bologna: Banks 20, Aradori 17, Withers 13, Hunt 8, Toté7, Fantinelli 4, Baldasso 4, Toté, Mancinelli 2. All. Dalmonte

Acqua San Bernardo Cantù: Gaines 22, Radic 17, Procida 10, Smith 9, Leunen 3, Pecchia 3, Johnson 2, Thomas 2. All. Bucci

 

ARBITRI: Sahin, Bartoli, Borgioni

QUINTETTI INIZIALI:

Fortitudo: Banks, Withers, Aradori, Hunt, Fantinelli

Cantù: Gaines, Leunen, Bayehe, Pecchia, Smith

TIRI LIBERI: Fortitudo 17/24, Cantù 16/21

TIRI DA DUE: Fortitudo 20/40, Cantù 20/42

TIRI DA TRE: Fortitudo 6/18, Cantù 4/24

RIMBALZI OFFENSIVI: Fortitudo 8, Cantù 16

RIMBALZI DIFENSIVI: Fortitudo 28, Cantù 28

 

“Vogliamo dieci leoni”, cantano le decine di tifosi assiepati fuori dalla Unipol Arena ad accogliere il pullman della Fortitudo, con i giocatori biancoblù che incrociano lo sguardo di chi può sostenerli solo all’esterno del Palazzo. Si chiude (la Effe dovrebbe tornare a giocare al Pala Dozza dalla prossima stagione) una annata difficile alla Unipol Arena, segnata da un clima austero e ancor più dispersivo data l’assenza del pubblico. Non c’è Saunders nella distinta iniziale degli uomini di Dalmonte, mentre Hunt è recuperato. E’ la partita della vita per la Effe: Cantù, ultimo in classifica, in caso di vittoria aggancerebbe i bolognesi all’ultimo posto e tutto sarebbe rimandato all’ultima giornata in programma il 10 maggio. Un paio di ex tra le file ospiti: Leunen, protagonista del ritorno in A con Martino e Ivan Radic, il quale mise insieme solo 4 partite in maglia fortitudina nel 2015.

La Fortitudo vuole chiudere una stagione tribolata per tormentate vicende dentro e fuori dal campo centrando un obbiettivo mai immaginabile alla vigilia della stagione, partita con altre mire. Restare in A1 è fondamentale, anche se in settimana la proprietà a ribadito la vicinanza al club in futuro insieme a tutti i suoi investitori. L’impatto sulla partita, che spesso la Effe aveva fallito in altre occasioni, è buono: condotta da un solido Banks e da un Hunt in palla che troneggia sotto canestro, la Fortitudo mette insieme 18 punti ma Cantù resta comunque in scia con Gaines mattatore che in questo primo quarto va già in doppia cifra. Anche Cusin e Toté hanno un ottimo impatto sulla contesa, ma al termine del primo periodo sono avanti gli ospiti 21-20 dopo che la squadra di Dalmonte ha avuto anche un vantaggio di +7: di certo la Effe è più fallosa rispetto alle ultime uscite, con 8/9 dai liberi per Cantù contro il 2/2 dei padroni di casa.

Il secondo periodo rispolvera un Aradori dei vecchi tempi: l’imprecisione al tiro degli ospiti fa da contraltare alla concretezza del numero 4 che infila 8 punti con 2/3 dalla distanza. E diventano dieci a metà quarto, quando il 27-24 fa respirare i suoi. Ottimo anche il suo lavoro difensivo, non capitalizzato dai compagni, e allora il parziale di 4-0 firmato da Procida e Radic riporta avanti gli ospiti. Si vive sul filo dell’equilibrio e ogni possesso pesa come il marmo. E lo testimonia l’ultimo minuto del secondo quarto: tripla di Withers che segue l’extra possesso concretizzato da Procida. All’intervallo, il thriller è servito: 38 pari.

La ripresa inizia con la Fortitudo che mette le ali: +5 con Banks e Withers, poi il giallo di una palla contesa che arresta il match per qualche istante. Alla ripartenza, l’autorevolezza della Fortitudo si conferma, ma Cantù non molla. Il quarto si chiude con Banks che sbaglia la tripla (6/13 sino a questo momento per i padroni di casa contro il 3/17 degli ospiti) e Pecchia infila il contropiede del -4. L’ultimo quarto, quello decisivo, si apre con Banks che in fotocopia spezza un’azione avversaria e fa respirare i suoi. L’ex Radic però riporta Cantù a -2, prima che una prolungata azione di Baldasso porti al canestro e al tiro libero: il gioco da tre porta la Effe sul 61-56. Ma gli uomini di Dalmonte sono coriacei proprio nel momento decisivo: ancora Banks e soprattutto la schiacciata di Hunt, portano il parziale a 7-0 per l’allungo che a metà quarto porta la Fortitudo al massimo vantaggio della partita, +8. Il leit-motiv della contesa è comunque l’equilibrio, e si ha la sensazione che la Fortitudo non riesca mai a chiudere definitivamente il match. Anche per gli errori dai liberi di Banks e Baldasso che comunque non inficiano il 72-66 siglato da Aradori, che sale a 16 punti personali. La resa di Pecchia sugli ultimi tiri liberi (1/2), è anche la resa di Cantù. La Fortitudo è salva e Trieste, il 10 maggio, diventerà poco più che una gita. Ma in futuro, tutto il mondo biancoblù, si augura di non soffrire mai più come in questa stagione piena di spine.

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