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The Voice of Virtus – Intervista a Federico Fioravanti, speaker della Segafredo Bologna

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La redazione di 1000 cuori Basket City ha incontrato virtualmente Federico Fioravanti, classe 1990, speaker della Virtus Segafredo Bologna e fondatore di Radio 108, web radio con un canale dedicato esclusivamente alla pallacanestro. Ha raccontato la sua esperienza ed il suo ruolo nel mondo della palla a spicchi vissuto da bordocampo tra opinioni, aneddoti e retroscena.

Federico, sei alla 7°stagione da speaker ufficiale della Virtus, ricordi il tuo esordio?

E’ impossibile dimenticarlo. Fu quasi un derby per la Virtus; quella sera giocava contro Caserta, la cui tifoseria è gemellata con quella della Fortitudo. La mia foto del profilo su Facebook, che da quel momento non ho più cambiato, è proprio di quella partita. In quella foto c’è basket city, c’è la Virtus e dietro si vede anche lo striscione della Fossa. Se non ricordo male (ricorda bene) la partita finì 79-73. Avevo già iniziato a 17 ad Ozzano ma quello è stato il mio esordio. Anni prima al Palazzo ero abbonato dietro la postazione di Gigi Terrieri (storico speaker della Virtus), per scherzare gli dicevo: “Quando sei stanco ti do il cambio” e poi è andata così veramente.

Da quasi un anno i palazzetti sono vuoti e si gioca senza pubblico. Senti cambiato anche il tuo ruolo?

Faccio questo esempio: sentire uno speaker in un palazzetto vuoto è come sentire una canzone senza la base sotto e non è detto che sia bella una canzone senza la melodia. E’ diverso, la voce si sente di più, c’è più giudizio sul proprio operato. Con gli altri speaker d’Italia ci confrontiamo spesso ed abbiamo pensato di agire come se ci fosse ugualmente il pubblico senza far sentire la differenza perché in quel momento siamo solo noi che possiamo provare a trasmettere un po’ di carica, fare un po’ il tifo. Quindi mi comporto come se il pubblico ci fosse anche se manca terribilmente.

L’adrenalina del tifo ha effetto anche su di te?

Assolutamente sì, quando il Palazzo inizia a cantare ancor prima della palla a due ed io sono a pochissimi metri dalla panchina arriva veramente tutta. Magari al contrario dei giocatori che sono professionisti, io sono molto teso ma mi verrebbe voglia di scendere in campo per la scarica che mi investe.

Visto che ti trovi propri vicinissimo alla panchina della Virtus, hai percepito in quest’ultimo periodo un po’ di nervosismo?

Nervosismo sinceramente no, ho percepito, come anche guardando le panchine avversarie, la voglia di fare bene. L’ho letta come carica emotiva nel voler rimanere tutti sul pezzo e questa arriva soprattutto dalla panchina. Forse non si sente e non si vede dalla televisione però Weems, come anche altri, quando non è in campo si alza sempre in piedi ad incitare i compagni e questo è un grande segnale.

Qualche aneddoto o retroscena divertente al quale ti è capitato di assistere?

Ne ho uno recente. La mia prima stagione alla Virtus era quella di Okaro White ed avendo circa la sua età dopo la partita si stava insieme con anche il resto della squadra. Con lui ho stretto un’ottima amicizia ed abbiamo continuato a sentirci anche mentre era in Nba, poi ci siamo rivisti a distanza di 6 anni. Appena mi ha visto mi ha toccato un po’ la pancia, visto che sono un po’ ingrassato rispetto a qualche anno fa e mi ha detto “beh, sei cresciuto!”.

Una sola giornata alla fine della stagione regolare prima dei playoff. Come deve approcciarsi la Virtus a questa post-season dopo che l’obiettivo stagionale primario e dichiarato è sfumato?

La fortuna è che ai playoff si ricomincia da zero. Certo, puoi avere il fattore campo favorevole ma senza pubblico conta fino a un certo punto. La Virtus ha fatto meglio in trasferta che in casa e questa è una statistica importante che lo dimostra. Adesso c’è una pausa lunga, di quasi 20 giorni, prima di tornare a giocare, l’atteggiamento deve essere quello di unirsi più di quanto già lo siano, ieri dopo l’allenamento i ragazzi sono andati tutti insieme a vedere la partita della femminile. Mi aspetto di vedere un gran bel playoff ma mi fermo qua perché sono molto scaramantico.

Ti chiedo una considerazione generale anche sulla stagione della Fortitudo

Una stagione abbastanza strana condizionata da alcuni errori, io però penso che sbagliando si impari. E’ stata raggiunta la salvezza, ha ancora una piccolissima possibilità di qualificarsi ai playoff in questo campionato molto bizzarro. Fortunatamente per Bologna il derby l’anno prossimo ci sarà. Io guarderei il bicchiere mezzo pieno: salvezza arrivata, si tira una riga e si cerca di ripartire prendendo spunto dagli errori fatti per crescere. Dagli errori si può sempre crescere, si pensi a Pesaro.

Quale avversario della Virtus, invece, ti ha maggiormente impressionato quest’anno?

In campionato nessuno in particolare, forse Milano ma in negativo, con il ruolino di marcia che aveva doveva vincere con più facilità ma questo è stato merito della Virtus. In Eurocup non posso non dire Kazan, negli 80 minuti visti a palazzo ha giocato con una grandissima intensità, una pressione a tutto campo straordinaria contando che ruotavano in 7/8, è stata una grande ferita ma bisogna riconoscere il loro merito.

Raccontaci di Radio 108, web radio con un canale (Radio Basket 108) esclusivamente dedicato alla pallacanestro

Si tratta di un progetto nato da tre amici con la passione per la radio. A Bologna ce ne sono tante e tutte fanno un ottimo lavoro, noi volevamo però fare qualcosa di diverso. Dare spazio a qualcosa che in primo luogo ci piacesse ed a qualcosa di cui si parlava poco ovvero il basket. Comincio a fare qualche ricerca e scopro che esisteva una volta una radio in Lituania, ora chiusa, che parlava esclusivamente di pallacanestro. In Europa non ce n’erano così abbiamo deciso di farla partire. Ora Radio 108 ha due canali attivi: uno è di intrattenimento l’altro è esclusivamente dedicato al basket.

E’ importante che un progetto del genere parta proprio da Basket City, Bologna è un punto di riferimento nazionale per la pallacanestro e può esserlo anche a livello mediatico per lanciare o ri-lanciare questo sport.

Esatto, è importante non solo che parta da Bologna ma anche dentro un palazzetto dello sport, ti dà qualcosa in più. Noi trasmettiamo dal Pala Savena e devo ringraziare Germano Pepoli e Cesare Savigni che hanno creduto nel nostro progetto e noi siamo loro ospiti. L’avere in sottofondo il rumore di chi si allena o gioca una gara rappresenta una grande novità. Anche se parte da basket city non ci definiamo locali perché si parla di tutto il basket, di recente abbiamo stretto un accordo di partnership con la LNP (lega nazionale pallacanestro) che dà spazio ai campionati di A2 e serie B, oltre ad altri progetti in cantiere.

Tornando al tuo ruolo da speaker, qual è stata la partita più importante o emozionante della quale sei stato la voce (tra Vitus e Final Eight di Coppa Italia 2020)?

Ne ho diverse, certamente la prima che ho già citato all’inizio. La seconda è il derby del 2017, parlare davanti a 9700 persone non è proprio facilissimo, anche il derby della scorsa stagione per come si è sviluppato e per l’entusiasmo del pubblico. Infine, dico Cremona-Milano, anche se non c’è stata partita è stata la prima di Coppa Italia per me, davanti a oltre 7 mila persone che non sono il tuo pubblico, anche se sei lo speaker della Virtus devi dimostrare di essere neutrale. Non è mai facile dimostrarlo, penso alla partita, sempre di Coppa Italia tra Virtus e Venezia, dovevo essere neutrale e mi chiedevo continuamente se stessi annunciando i canestri con lo stesso entusiasmo.

 Un’ultima domanda: il tuo “Trrrripla” è molto noto tra i tifosi virtussini, stai pensando a qualche nuovo tormentone per quando il pubblico potrà tornare a Palazzo?

Il secondo tormentone era già partito ma poi bloccato dalla situazione. Ovvero, quando la Virtus fa un grande parziale e la squadra avversaria chiama time-out io tengo molto lungo il “Time Out!” perché vedevo che la gente si alzava in piedi esultante, cosa che manca davvero troppo. C’è anche un altro sogno che però tengo per ora nel cassetto.

 

 

 

 

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