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“Fratelli tutti. Davvero”: con il cardinal Zuppi alla Virtus Segafredo Arena

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“Non trovi te stesso se non trovi gli altri”: è quasi un motto questa frase che abbiamo estrapolato dalle parole con le quali il cardinal Zuppi ha presentato “Fratelli tutti. Davvero”, il libro a cura di Corrado Caiano e Nicoletta Ulivi che raccoglie i dialoghi tra l’Arcivescovo di Bologna e un gruppo di dodici uomini e donne su temi tratti dall’Enciclica “Fratelli tuti”. Un motto che riassume con efficacia il senso principe della pubblicazione, realizzata come “percorso di riflessione sulla vita di tutti i giorni per ogni uomo e ogni donna”. La particolarità, relativamente alla presentazione di questo volumetto pubblicato da Effatà Editrice ed i cui proventi finanzieranno due progetti di solidarietà, è che è avvenuta alla Virtus Segafredo Arena, alla presenza, oltre che degli autori, dell’A.D. della Virtus Pallacanestro Luca Baraldi e di Marco Belinelli, autore anche della prefazione al libro. “Il messaggio di fraternità che contiene la pubblicazione mi ha colpito molto”, ha detto Baraldi presentando l’iniziativa, “e vorrei riuscire a trasferire alla nostra squadra questa idea che aiutarci reciprocamente nella vita sia una delle cose più importanti che esistano, non solo per raggiungere risultati sportivi ma innanzi tutto per essere uomini e per trasmettere un messaggio di positività a chi viene alla nostra Arena a vederci giocare”. “Devo dire che non è stato difficile per me scrivere questa prefazione”, ha poi detto Marco Belinelli, “visto che non ho fatto altro che trasferire sulla carta l’esperienza professionale che ho vissuto come giocatore, le cui parole chiave sono state “condividere” e “accogliere”, sia in Italia che nei tredici anni passati in NBA”. Su una parola, peraltro, tra quelle pronunciate dal capitano delle Vu Nere, si è voluto alla fine soffermare il cardinal Zuppi, ovvero “umiltà”: “un termine che non è purtroppo molto di moda”, ha sottolineato, “ma che non significa buttarsi via, anzi, tutt’altro: perché se io sono umile nel rapporto con i miei compagni faccio giocare meglio la squadra, se invece faccio da solo è più facile che non vada poi molto lontano, ricordandosi che se si vuole un cambiamento è da noi stessi che dobbiamo partire, non aspettare che siano altri a farlo per noi.”

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