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Inutile nasconderlo: il Derby è sempre il Derby. Imperdibile

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foto di Bianca Costantini/1000 Cuori Rossoblu/Basket City


Non c’è niente da fare: il derby resta sempre il derby: che sia scontro al vertice o pauroso testa-coda, in A1 o in A2, la partita tra Virtus e Fortitudo rievoca le lotte tra guelfi e ghibellini, le risse tra Montecchi e Capuleti. I giocatori stessi, anche se a Bologna da poco, finiscono quasi sempre per restare imbrigliati nella retorica, nella tensione di questa che è più che una semplice gara. Eppure, come già nella scorsa stagione anche quest’anno sulla carta parrebbe un incontro segnato, visto che nonostante le numerose assenze il roster bianconero sembra proprio di tutt’altra categoria rispetto a quello biancoblu, il quale fra l’altro deve gestire l’arrivo recentissimo di Feldeine, Charalampopoulos, Borra e il loro inserimento in un formazione che sta ancora cercando un assetto, dati i cambiamenti in corsa fin qui effettuati e le vicissitudini con Benzing, Groselle, Totè, in definitiva anche Fantinelli… Il fatto è anche, però, che la tradizione chiama spesso vincente la squadra meno favorita, che le sorprese, al derby di Basket City, sono più frequenti che altrove, e che nel campionato italiano affrontare un avversario con la sicumera di chi si sente superiore può rivelarsi fatale.

Dovesse perdere la Virtus Segafredo sarebbe l’ennesima dimostrazione di quanto possa essere bello il basket, nella sua fortissima imprevedibilità sulla singola partita. Durham, Gudmunsson, Procida e Aradori che affondano Pajola, Teodosic, Belinelli e Weems sarebbe una piccola Corea, anche perché dietro di loro i primi quattro non hanno che giovinetti e i secondi, in questa fase d’emergenza, giocatori comunque del livello di Ruzzier, Alexander, Ceron. Che si giochi allora sotto le plance la partita? Mmmmh: Groselle, Benzing, Charalampopoulos e Borra opposti a Sampson, Jaiteh, Tessitori ed Alibegovic lasciano prevedere magari una lotta meno impari rispetto a quella fra gli esterni, ma si fatica a non vedere l’ago della bilancia pendere verso le Vu Nere, per quanto in teoria fortemente rimaneggiate.

 

Che succederà, allora? Lo si è visto mercoledì contro Patrasso, lo si era visto a Cremona: la Segafredo dovrà restare concentrata e convinta se vorrà portare a casa il risultato e non cadere nella trappola dell’eccesso di disinvoltura, come ricorda pure il secondo quarto dell’ultimo derby, lo scorso anno in campionato, con il sorprendente parziale di 28-15 per la Fortitudo. Quest’ultima credo però che potrà sperare solo nella “distrazione” delle Vu Nere, ma resta ugualmente una faccia da salvare, per non replicare il derby di Natale di due anni fa che pesò molto, fra l’altro, sul rapporto fra la società e Martino. L’ultimo derby, fra l’altro, giocato in campionato con un pubblico “vero”. Se anche tanto lascerebbe prevedere qualcosa di potenzialmente simile a quest’ultimo risultato, il derby n. 111 verrà peraltro affrontato dalle tifoserie con la solita enfasi, la consueta retorica, soprattutto oggi che i gruppi organizzati sono ufficialmente rientrati al palazzo. Sarà dunque, in ogni caso, uno spettacolo, l’ennesimo di uno sport che a Basket City ha trovato una delle proprie espressioni più riuscite. Vietato perderlo, insomma.  

 

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