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Pajola: “Non ci si abitua mai ai brividi delle finali”

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Foto Bianca Costantini

Alessandro Pajola, playmaker classe 1999, è pronto a giocare la sua seconda Finale Scudetto consecutiva. Il giocatore nativo di Ancona, cresciuto nelle giovanili della Virtus Segafredo, è in prima squadra da oramai sette anni e la società crede molto in lui. Non è un caso, quindi, che Pajola sia legato alla Segafredo fino al 2025.

Il giovane play bianconero è stato intervistato da Luca Muleo sul “Corriere dello Sport-Stadio”:

“Non ci si abitua mai ai brividi delle finali, l’anno scorso mi ricordo che non riuscivamo a dormire né la sera prima né quella dopo la partita. Una settimana insonne, tanti pensieri nella testa. Ma se chiedi a tutti i campioni che ne giocano in continuazione, ti diranno che è sempre speciale”.

“E’ difficile trovare la finale più bella. L’ultima di EuroCup, forse. Perché ha significato portare a casa una coppa “nuova”, che dava anche l’accesso all’Eurolega”.

“Sia noi che Milano siamo forti, loro vorranno sfruttare anche la rabbia accumulata una stagione fa. C’è poco da dar favoriti in una finale, l’anno scorso anche io avrei detto loro. Di favorito non c’è niente, si deciderà tutto all’ultimo secondo”.

“Raccogliere i frutti del lavoro mi rende orgoglioso delle scelte fatte in passato. E poi creare l’abitudine a giocare queste gare significa costruire una mentalità vincente”.

“Belinelli, Teodosic, Hackett e Shengelia parlano con i fatti, con il modo di lavorare. Arrivano un’ora prima, curano molto il loro corpo, anche solo fare un’ora in più di trattamento è fondamentale prima di una serie che può arrivare a sette partite. Io cerco di studiarli, di imparare anche dalla semplice botta in allenamento. Te la danno più forte del solito per farti capire ciò che t’aspetta”.

“La chiave di questa seria è la fisicità. Ed i rimbalzi, non solo il lavoro dei lunghi”.

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