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Davis sarà il go-to-guy biancoblu?

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Grosse aspettative sull’ultimo arrivato in casa effe, sarebbe inevitabile il contrario.

Su Steven Davis, che ieri ha raggiunto i nuovi compagni di squadra appena in tempo per la prima foto di rito a ranghi compatti, la Fortitudo ha riposto più di una speranza attribuendogli indirettamente il ruolo, come si diceva un po’ di tempo fa, “dell’americano”

A voler essere precisi, anche Thorton potrebbe recitare questa parte ma le statistiche di categoria con le quali Davis si presenta, fanno inizialmente ricadere proprio su di lui gran parte del protagonismo biancoblu. Sarà quindi lui il go-to-guy, il giocatore franchigia del team di Dalmonte?

Forse sì, forse no. Capiamo perché.

Il “forse sì” è molto semplice: le caratteristiche tecniche e i numeri che appunto lo accompagnano dall’ultima stagione a Biella. 18,3 punti e 6,3 rimbalzi di media con oltre il 39% da tre. Un biglietto da visita di primissimo piano, sommato agli oltre due metri di statura (2,03 per l’esattezza) ed un grande atletismo che lo rendono pericoloso dentro e fuori dall’area, lontano e sotto canestro. 

Basterebbe questo a presentare il fortitudino a cui passare la palla quando c’è bisogno di certezze. Eppure c’è quel “forse no” che aleggia sopra questa previsione. 

La motivazione sta nello scorrere del resto del roster. L’occhio non può che cadere su Aradori. Le sue doti offensive sono quasi fuori categoria per la A2 e la sua scelta di rimanere a Bologna pur scendendo di categoria sarà carica di motivazione. Anche Marcus Thornton è da evidenziare come possibile protagonista in grado di prendere per mano la squadra.

Queste considerazioni portano ad interrogarsi a priori sul ruolo effettivo di Davis in Fortitudo. Troppi galli in un pollaio o, per dirla alla biancoblu, troppe aquile sul parquet? Avere tante bocche da fuoco è un vantaggio quasi sempre se non pretendono di avere sempre la palla in mano. Davis è proprio uno di quei giocatori, capace di incidere senza e farlo pesantemente senza per forza curare in primo luogo il tabellino personale. Nel corso dell’ultima stagione ha convissuto bene con Kenny Hasbrouck (altra vecchia conoscenza fortitudina) centrando una salvezza meritata e rendendo come i migliori della categoria. 

Questo dettaglio è fondamentale per capire quanto può essere importante come innesto quello di Steven Davis: protagonista ma senza pretendere di risolvere da solo le partite. Go-to-guy sì, forse più silenzioso ma al tempo stesso efficace del previsto, come un ala grande al “top” nel suo ruolo sa fare. 

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