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Così così la prima per la Virtus Segafredo in Europa: 66-83 per Monaco

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foto Virtus Pallacanestro


VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – A.S. MONACO 66 – 83  (18-18; 34-40; 45-63)

Virtus Segafredo: Cordinier, Mannion, Belinelli 2, Pajola 2, Bako 8, Jaiteh 9, Lundberg 14, Hackett 7, Mickey 11, Camara n.e., Weems 2, Ojeleye 11. All. Scariolo

A: S. Monaco: Okobo 13, Brown 6, Loyd, Blossomgame 4, Diallo 15, Moerman 3, Motiejumas 8, Ouattara n.e., Strazel, Hall 8, James 26. All. Obradovic

arbitri: Hierrezuelo, Zamojski, Balak

Tiri liberi: BO 14/23; MO 4/15

Falli: BO 17; MO 21

Rimbalzi: BO 36; MO 37

Tiri da 2: BO 20/37; MO 24/40

Tiri da 3: BO 4/21; MO 7/25

Comincia con una sberla l’Eurolega per la Virtus Segafredo. Al PalaDozza arriva un Monaco temibile sia per la fisicità che per l’estro e la tecnica di diversi suoi uomini, a partire, ovviamente, da Mike James, che farà da guida ai vari Diallo, Okobo e così via. A questi livelli le gare si vincono in difesa, e la truppa dell’Obradovic-bis lo dimostra ampiamente. La Segafredo si troverà pertanto a scalare una montagna scontrandosi, per strada, su tanti ostacoli che le impediranno di raggiungerne pienamente la vetta. Di buono c’è che diversi giocatori, soprattutto i nuovi, attesi alle prime verifiche, hanno dimostrato di poterci essere comunque in pieno.

Quintetti iniziali di spessore “Eurolega”: Hackett, Lundberg, Ojeleye, Mickey e Jaiteh per la Segafredo, James, Blossomgame, Loyd, Brown e Motiejunas per Monaco. Per la statistica, è di Jaiteh il primo canestro bianconero nella nuova avventura in Eurolega. Ma anche il secondo, e il terzo. Poi è la volta di Lundberg, mentre di là inizia a fare la voce grossa, ovviamente, James. Ma il quarto procede sostanzialmente punto a punto, tanto che termina 18-18, anche perché i bolognesi dalla lunetta ci prendono come una squadretta di periferia. Meglio le difese, fin qui, degli attacchi, benché non manchino azioni spettacolari, per la verità soprattutto grazie a James. Di buono c’è anche che le rotazioni non hanno sortito alcun calo di rendimento per entrambe le formazioni.

Non parte benissimo, invece, il secondo periodo per le Vu Nere. Scariolo è costretto a chiamare timeout dopo un minuto e mezzo in cui i suoi non hanno prodotto alcunché, subendo al contrario con troppa facilità. Quei sette punti di distacco rimangono una costante per buona parte del quarto, con tentativo di fuga dei francesi respinto, nel boato del PalaDozza, da una serie di azioni di Ojeleye e Jaiteh. A 2’43” dall’intervallo è insomma 32-36, dopo che si era prospettato un possibile crollo. Il momento magico dei bolognesi tuttavia finisce lì, e alla sosta si giunge sul 34-40, più o meno lo scarto che si era creato nelle prime fasi del periodo.

All’intensità con cui si gioca a questi livelli se non ci prendi da tre ogni canestro è quasi un’epica conquista. Non è male dunque per i ragazzi di Scariolo mantenersi su parziali mediamente in parità. Il fatto è che qui si paga ogni minima distrazione, cosicché tornare pienamente a galla per la Virtus anche dopo la ripresa sembra un’impresa. Poi James è davvero scatenato, tanto che lo scarto finisce per raggiungere l’ampia doppia cifra. 45-63 all’ultimo sosta.

Comunque, l’avvio dell’ultimo quarto è ancora uno spettacolo, con i bolognesi che cercano di rientrare nel punteggio con il coltello tra i denti. Emblematica è la palla rubata da Pajola a James con conseguente contropiede per il 55-67 che induce Obradovic al time out. In questa frazione si sono abbassati parecchio i quintetti sul parquet, ma non la fisicità messa in campo, e sotto questo aspetto Monaco ne ha di più, non ci sono dubbi. Poi mettiamoci pure la diversa precisone ai liberi, quasi perfetti quelli dei francesi, un misero 50% circa per la Segafredo, che alla lunga costa proprio tanto. Non sorprende dunque che per Monaco la partita riguadagni la fisionomia delineata dopo la ripresa. In conclusione è un 66-83 che dovrà essere preso come insegnamento per provare a proseguire più positivamente un campionato che non concede il minimo errore.

Bene, per la Virtus, in conclusione, soprattutto Lundberg, Ojeleye e Mickey, circondati d troppi compagni ancora in debito di preparazione. Ma la stagione sarà lunga, e sarà solo alla fine che si potranno tirare le somme definitive. Si cominci a non dimenticarlo da subito.

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