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Dell’Aquila e il Leone S2 #6 – Tour de Friuli

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Appena 20 km separano il PalaGesteco di Cividale dal PalaCarnera di Udine, quelli che metaforicamente sta percorrendo la Fortitudo questa settimana in vista della seconda ed ultima tappa di questo tour friulano. Un tour lontano dal parquet casalingo, preziosissimo per capirne un po’ di più circa le potenzialità della squadra di Dalmonte.

Due impegni entrambi complicati per motivi simili e differenti al tempo stesso. Il primo, archiviato come “lezione da imparare” dallo stesso coach, ha confermato sia la forza del gruppo avversario tra le mura amiche sia la motivazione extra che tutte le formazioni metteranno in campo davanti alla Effe.

Pericolo che si conosceva, se ne parlava alla vigilia ma non è stata impedito, la Fortitudo non ci è riuscita. Non ci è riuscita nonostante il tasto “sblocca” finalmente premuto su Davis, nota più lieta di sabato sera. Quasi l’unica a dire il vero, che va in contrasto con le prove fantasma di gran parte del blocco azzurro, Aradori e Fantinelli in primis. Una gara che si complica in maniera irreversibile nel terzo quarto rendendo vana la rimonta finale, una gara che, se riproposta tale domenica, rischia di raccontare lo stesso epilogo.

E qua veniamo alla seconda partita che completerà la missione in Friuli della Fortitudo e ne determinerà l’esito complessivo almeno in parte positivo o totalmente negativo. Si tratta, però, almeno sulla carta, della gara probabilmente più difficile di tutta la regular season. Il roster di Udine è il più forte della A2, sul campo di casa a maggior ragione. Quello della Fortitudo si sta completando in termini di meccanismi. Se questo tour dovesse concludersi con una sconfitta non stupirebbe, anzi, confermerebbe il pronostico più diffuso, posizione che tutto sommato potrebbe non dispiacere alla Kigili. Approcciare una partita da underdog mette pressione sull’avversario e ti permette di giocare con maggiore leggerezza, se la concentrazione rimane alta. Un punto che deve essere ben evidenziato lungo la breve strada tra Cividale e il capoluogo di provincia. 

E quanti ex che si incontrano lungo questa strada! Su tutti coach Boniciolli, ripetutamente sentito in questi giorni da diverse testate, non ha nascosto la forza della propria squadra, dicendo che una gara come questa lascia poco spazio a rodaggio, crescita o pazienza mentre si accendono i giocatori di livello. In effetti non ne mancano né in una squadra né nell’altra. Tra Fantinelli e Mussini, Aradori e Gaspardo, Thornton e Sherrill e tanti altri, i talenti che possono indirizzare il confronto sono tantissimi come tantissimi saranno i tifosi sugli spalti ad infiammare il big match di giornata. 

Ingredienti niente male per condire i giorni di avvicinamento a quella che, come già detto, può essere una gara di svolta per la Fortitudo, un banco di maturità notevole. A dire il vero lo era anche la partita di Cividale; senza tornare sul risultato, in quel caso la difficoltà era primariamente ambientale. Domenica sarà sia ambientale che tecnica.

Tornando sulle parole di Boniciolli, l’allenatore ha messo in luce anche le caratteristiche che rendono vincente una squadra di A2: saper assorbire le sconfitte, lavorare a fondo sul gioco, sull’identità di squadra e la crescita dei singoli, specialmente dei più giovani. Tutti aspetti sui quali la Fortitudo sta lavorando e progressivamente migliorando. Se questo Tour de Friuli finirà bene, ecco che un guanto di sfida deciso alla favorita numero uno sarà, inevitabilmente, lanciato.

 

 

 

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