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Dell’Aquila e il Leone S2 #7 – E’ tempo di vincere

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Se si leggono solo i risultati, le trasferte friulane della Fortitudo appaiono fallimentari. Parvenza anche vera ma estremamente riduttiva. Dopo Cividale ma prima di Udine, coach Dalmonte aveva detto che dal confronto con l’Apu si aspettava di ricavare delle informazioni circa la natura della propria squadra e quelle che si riporta a casa non fanno storcere il naso così tanto. 

Le criticità ambientali sono il fattore comune che rimarca come qualsiasi squadra davanti alla Effe metta in campo, su quello di casa in particolar modo, un surplus energetico incredibile. Due domeniche fa Pillastrini la vince grazie ad una prestazione corale del PalaGesteco, giocatori e pubblico insieme, Boniciolli se ne serve sebbene la forza del roster bianconero sia nota a tutti. 

La Fortitudo torna dunque a Bologna sapendo di aver perso ma sfiorato la vittoria in entrambe le gare. La seconda, assaggio di confronto playoff, mette in luce il talento dei più forti come pronosticato alla vigilia. E quando i più forti si accendono, ecco che la partita viene portata ad un livello di competitività, termine tanto caro a Dalmonte, superiore. Domenica si è visto un Big Match e la Kigili ci è stata dentro fino alla fine. Un’informazione non da poco in ottica futura ma anche presente. 

Con questa indicazione si riparte dal Paladozza con davanti delle settimane importanti per tornare a muovere la classifica. Due sfide in casa, poi fuori e nuovamente a Bologna: l’obiettivo 4/4 non è lontano dalla portata biancoblu se l’atteggiamento del secondo tempo del PalaCarnera sarà ripetuto. 

Al di là degli episodi contingenti, Rmini e Chieti, affrontate tra le mura amiche, non sono Udine e Cividale in Friuli. I favori del pronostico sono dalla parte biancoblu e disattenderli sarebbe sportivamente doloroso. Anche le sfide successive tra casa e trasferta, rimanendo alla carta, possono essere alla portata di una Fortitudo che cede il passo alla favorita assoluta del girone solo negli ultimi secondi. 

Sottolineati gli aspetti da riproporre sul parquet, cosa invece necessita di un cambio di direzione? Qui si è un po’ alle solite. Appurato che il momento di blackout all’interno della gara arriva sempre, va minimizzato, magari interrotto sul nascere senza che si aprano divari da chiudere con rimonte improbabili.

Un cambio di rotta serve anche al gioco sotto le plance: 5 rimbalzi totali tra Paci e Barbante sono un numero eccessivamente basso, destinato a non reggere quasi alcun confronto con i pari ruolo. Se inoltre a questi non si aggiungono gli 8 di Davis, fermo per infortunio almeno 10 giorni, allora la condizione diventa problematica. Non l’unica, perché anche il tema, sempre sotto canestro, della fisicità, non è da meno. Barbante è un centro “tecnico”, efficace dalla media ma non in grado di fare la differenza al ferro contro gli avversari; Paci riesce meglio a sfruttare la sua fisicità ma al tempo stesso non trova il feeling giusto con il canestro. Con l’assenza dell’americano, diventa cruciale capire come e se Biordi possa aiutare questa Effe

Temi sui quali lavorare e migliorare, cercare di farlo proprio adesso, quando il calendario offre dei banchi di prova adatti anche a sperimentare. Sperimentare senza, però, perdere di vista l’obiettivo di concretizzare il tutto vincendo, perché il Winning Time della Fortitudo è adesso. Non solo adesso, certo, ma pensando all’ambiente del Paladozza, a quanto sta incidendo il fattore campo e a quanto ancora potrà incidere, due impegni casalinghi consecutivi non possono non essere sfruttati. 

 

 

 

 

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