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La Virtus ritrova il successo allo scadere: battuta Venezia 79-78

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Foto Virtus Segafredo Bologna

SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA – UMANA REYER VENEZIA 79-78 (26-20; 16-14; 10-24; 27-20)

 

Statistiche:

Virtus: Cordinier 3, Mannion 8, Martini ne, Belinelli 6, Pajola ne, Bako 2, Shengelia 15, Hackett 17, Mickey 9, Camara 2, Weems 7, Teodosic 10. All.Scariolo

Venezia: Spissu 9, Tessitori 4, Parks 15, Freeman 2, Bramos 14, Moraschini ne, De Nicolao 4, Granger 10, Chillo, Willis 6, Chapelli ne, Watt 14. All.De Raffaele

Tiri liberi VI 12/18 VE 13/13

Tiri da 2 VI 15/23 VE 11/27

Tiri da 3 VI 11/23 VE 13/31

Rimbalzi VI 31 VE 34

Falli VI 18  VE 19

 

Arbitri: Begnis, Attard, Borgo

 

Quintetti iniziali:

Virtus: Hackett, Teodosic, Weems, Shengelia, Bako.

Venezia: Spissu, Bramos, Granger, Willis, Watt.

 

Il riscatto Segafredo, dopo le delusioni europee, si concretizza solo nei secondi finali di partita grazie ad una magia di Teodosic dopo 40′ equilibrati ed incerti. Cambi di guida continui nel secondo tempo, a Venezia non basta la precisione dalla distanza di Bramos e Parks, mentre la concretezza di Shengelia e Hackett è decisiva. Il girone d’andata termina a 24 punti confermando il secondo posto in vista in chiave Coppa Italia. 

Il ricordo di John Fultz accompagna gli istanti prima della palla a due, a partire dalla quale l’atteggiamento della Virtus è arrembante. Lasciati a riposare Ojeleye e Jaiteh ed in panchina Pajola, il primo protagonista è Kyle Wemes: dalle sue mani caldissime arriva il primo 5-0, seguito a ruota dai compagni che in meno di 3′ mettono alle strette la Reyer (9-3), costringendo De Raffaele al timeout. Solo Bramos tra gli ospiti riesce a trovare la via del canestro, impedendo alle Vnere di scappare già a metà primo periodo. Concretezza offensiva bianconera che Venezia tenta di limitare fallosamente con alterne fortune, ne rimane vittima Spissu, colpevole di tre falli in 5 minuti ed obbligato alla panchina. Dopo le assenze in Eurolega, si rivedono sul parquet Mannion e Belinelli per rimodulare l’attacco negli ultimi minuti del primo periodo e rispondere alla perimetralità avversaria con la stessa moneta. Obiettivo centrato grazie  anche all’apporto di Cordinier dall’arco e alla difesa stretta dentro all’area. Il tiro da 4 di De Nicolao, così come la tripla di Parks quasi sulla sirena, provano a tenere a galla la formazione lagunare, sebbene la Virtus avanzi con pochi “intoppi” ad eccezione di un cinismo non eccessivo a cronometro fermo: 26-20 dopo 10′.

Se una bomba di Parks aveva chiuso il primo quarto, un’altra sua bomba apre il secondo per Venezia, decisamente più in ritmo rispetto all’avvio di gara. Lo si vede anche dalla quadratura difensiva in grado di rallentare il gioco di Bologna, ridurre e stabilizzare il gap a 5 lunghezze: 30-25 dopo 3′ nel periodo. I movimenti di un veterano come Watt permettono l’ulteriore riavvicinamento obbligando la Virtus a mischiare nuovamente le carte e ricercare l’attacco al ferro. La strategia premia, soprattutto partendo dalla difesa e dai successivi contropiedi che, a 5′ dall’intervallo, rimandano la Reyer a -8 (35-27). Blackout veneziano quasi materializzatosi ma evitato in extremis da Parks e Willis che, con un parziale di 0-5, rimettono in moto la propria offensiva. Possessi concreti da entrambi i lati del campo per un minuto poi per il successivo, nessuno segna più; di fatto l’equilibrio resta lo stesso visto per il resto del periodo senza sferzate più incisive di altre. Punteggio di 42-34 all’intervallo.

Si riparte con gli stessi quintetti in campo d’inizio partita ma le dinamiche non si ripetono. Questa volta è la Reyer a cercare e trovare soluzioni dalla lunetta che permettono uno 0-6 fondamentale per riavvicinarsi fino al -2 (42-40) in meno di 2′. Cambio di guida che sembra nell’aria e infatti dopo il timeout di Scariolo, Bramos opera il sorpasso dai 6,75 metri, prontamente cancellato dall’arco prima da Tedosic e poi da Hackett. Si continua a tirare dalla distanza mantenendo la sfida incerta mentre viene superata la metà del terzo quarto e il tabellone segna 50-48. Il dinamismo si attenua rallentando anche la corsa del punteggio e spegnendo di fatto l’agonismo per diversi possessi; si riaccende, senza però tradursi in canestri, negli ultimi 2′ del periodo. In un quarto avaro di punti per la squadra di casa, bastano un paio di azioni indovinate a Venezia per confermare il proprio vantaggio e chiudere sul 52-58 la terza frazione di gioco.

La reazione Segafredo dopo il cambio di guida subito non si fa attendere, almeno sotto il piano dell’attenzione. Il problema rimane l’alta percentuale dalla distanza, che continua a far male e ad incrementare il divario a favore dell’Umana. Sul -9 ecco Mickey: da sotto e poi da tre firma un 5-0 57-61) che rimette in moto anche offensivamente le Vnere. E’ il preludio ad un nuovo cambio di leadership, sempre Mickey coadiuvato da Shengelia e Mannion timbrano il sorpasso e a 6′ dalla fine. Un po’ di nervosismo prende il sopravvento e, se da un lato rende più piccante il finale, dall’altro viene meno la fluidità del gioco. Tra ricorso all’instant replay e falli antisportivi, il cronometro avanza con il contagocce, il punteggio, senza ritmo, anche: 65-63 superata la metà del quarto quarto. Una tripla per parte (Spissu e Shengelia) non aiutano ad indirizzare una partita destinata a risolversi solo nel finale. Sembrano fondamentali in questo senso la bomba di Hackett e la freddezza dalla lunetta di Shengelia; sembrano perché un’altra tripla di Spissu e un 2+1 i di Parks rilbaltano per l’ennesima volta la partita non appena comincia l’ultimo minuto (74-76). Si gioca sul filo dei secondi e sul continuo ridisegnarsi degli schemi tra attacco e difesa, schemi che può rompere solo un giocatore Fuori dagli schemi come Teodosic. Tripla inventata con 9” sul cronometro che vale il sorpasso bianconero e, senza che la Reyer, grazie alla difesa di Cordinier, riesca a concretizzare l’ultima azione, anche il primo successo in campionato del 2023 e la qualificazione in seconda piazza alle Final Eight di Coppa Italia. 

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