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Rugby – Test Match: Italia v. Tonga 17-19 – 28 Nov

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Padova. Città di cultura, buon vino e tradizione ovale. Ad appena sette giorni dalla storica vittoria di Firenze sugli Springboks, all’Euganeo c’è in palio la possibilità di timbrare un doppio successo consecutivo, utilissimo all’autostima ma soprattutto al ranking. Di fronte agli azzurri, i giganteschi giocatori dell’arcipelago australe. Squadra tosta e fisica, ma senza dubbio indisciplinata e decisamente abbordabile persino per questa Italia piena di assenze.

La “Sipi Tau” ed il “game plan”. Dopo aver assistito alla tanto brillante quanto minacciosa “Sipi Tau” (una sorta di danza tribale di guerra molto simile all’Haka neozelandese) l’ital rugby esegue alla perfezione il piano disegnato dal suo tecnico irlandese. 10 minuti di calci tattici per spostare il gioco, nel tentativo di fiaccare la bassa attitudine al sacrificio difensivo dei tongani. Non sarà l’approccio più spettacolare di questo sport, ma sicuramente il più intelligente vista la situazione in campo. Per intenderci, alla prima mischia chiusa chiamata dal signor Lacey, la somma dei chilogrammi degli otto giocatori italici impegnati a spingere era 886, quella degli ospiti polinesiani 902(!). Al 14’, a forza di far muovere controvoglia questi “bisonti oceanici”, gli azzurri raccolgono il macinato andando in meta con Cittadini, sugli sviluppi di una rimessa laterale. Canna trasforma da posizione defilata ed il match s’incanala sul 7 a 0 in favore dei nostri.

Over confindence. Minuto 27, qui cambia la partita. Loro sono in 14, a causa di un giallo sventolato in faccia a Mapapalangi dopo un placcaggio pericoloso, noi davanti ad una scelta che probabilmente cambierà il corso del match. Abbiamo una punizione a favore da ottima posizione e dobbiamo scegliere: o si va per i pali e si portano a casa altri 3 punti facili (andando così sul 10 a 0), oppure si va in touch cercando di bissare la meta precedente per un ipotetico 14 a 0 che decapiterebbe la partita. La decisione di Favaro e compagni ricade sulla seconda opzione; scelta coraggiosa, ma sugli sviluppi della moul stavolta perdiamo l’ovale. Abbiamo rinunciato ad un comodo 10 a zero, per tentare il bersaglio grosso e non ci siamo riusciti. Ora, va bene credere sempre nei propri mezzi, ma qualche volta bisogna saper gestire l’evolversi della partita con più testa e meno impeto. Soprattutto quando, come oggi, sei il favorito.

Morale: le Ikale Tahi (le aquile di mare) riprendono entusiasmo e piazzano da distanza siderale una punizione che sul finire di primo tempo riduce il gap a soli 4 punti (7-3).

Ripresa shock. Uno – due tremendo dei tongani nei primi sei minuti della ripresa. Al 45’, Takulua centra i pali da oltre 40 metri portando i suoi a -1.

Al 51’, i rossi vanno addirittura in meta con Piutau. Il solito Takulua converte, trascinando i polinesiani sul 13 a 7.

Buio pesto.

Ci vuole una grandissima giocata di Luke  McLean (sombrero sull’ultima linea difensiva, raccolta del pallone oltre lo schieramento ed assist perfetto  sulla corsa diritta di Allan), per riportare gli azzurri avanti. Lo stesso italo scozzese, dopo aver siglato la meta va a trasformare per il controsorpasso.

Al 60,’ il TMO annulla giustamente una meta di Bisegni a causa di uno sconfinamento laterale prima del fatidico tocco in “try zone”. L’Italia spreca così l’ennesima occasione e negli ultimi 300 secondi succede di tutto. Prima piazzano loro, portandosi sul + 2. Poi tocca a noi, con una bonarda di Padovani da 50 metri che ci riporta avanti (17 a 16) ad un minuto dal termine. Sembra fatta, ed invece un peccato di inesperienza consente ai tongani di piazzare un’ultima volta prima del fischio finale. Calcio centrale, palla dentro ai pali: Italia sconfitta 17 a 19.

Occasione persa. Vero. Questo era l’esame di maturità e l’abbiamo sprecato per un insieme di fattori. In primis troppa pressione a cui non siamo abituati, ma con cui prima o poi bisognerà fare i conti. Poi le tante assenze di prestigio (Parisse su tutte, ma anche Ghiraldini, Mbanda e Campagnaro) ed infine un po’ di quella ingenua presunzione che potrebbe involontariamente sfiorarti dopo che batti il Sud Africa.

Non disperiamoci. La squadra segue il tecnico, è giovane e crescerà facendo tesoro anche di questa sconfitta.

Casa dolce casa. Chiudo con un simpatico aneddoto che solo il mondo del rugby può regalare. Mentre l’Italia tornerà a giocare tra le mura amiche di Roma il 6 Febbraio 2017, nel match inaugurale del 6 nazioni contro il Galles, Tonga non disputa un incontro nel suo arcipelago di origine dal 2009. Pensate che l’ultima nazionale europea che si avventurò da quelle parti fu l’Irlanda, nel lontano 2003. Il motivo? Beh, perchè è praticamente impossibile raggiungere la capitale Nuku Alofa con un volo di linea 

Storie dell’altro mondo. Storie di rugby insomma.

 

                                 

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