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Giro D’Italia 2019 – L’uomo delle nevi

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Dal nostro inviato Walter Panero, Ceresole Reale (To)

Un serpentello le cui spire di asfalto avvolgono la montagna fatta di conifere, che diventano pascoli alpini finché tutto intorno diventa neve. E’ la strada che, passando attraverso il piccolo comune di Ceresole, si inerpica fino al Lago Serru, qualche chilometro sotto il Colle del Nivolet. Là dove il Piemonte diventa Valle d’Aosta e, oltre quelle montagne imbiancate che si chiamano Levanne,diventa anche Val d’Isère, ovvero Francia. E’ il versante piemontese del Gran Paradiso, la cui massicciata appare sullo sfondo. Un posto un po’ ignorato dal grande turismo, e proprio per questo più incantevole, più meraviglioso, più magico.

Sul serpentone d’asfalto, tra muri di neve, in mezzo ad una folla salita fin quassù immolandosi in bici o a piedi (15 chilometri di salita, chapeau!) il primo a presentarsi sul traguardo è uno che con la neve e col ghiaccio deve avere una certa famigliarità, visto che viene da una città situata migliaia di chilometri (o verste, fate voi) più ad Est di Mosca, quasi Siberia insomma.

Ilnur Zakarin, in fuga fin dal mattino, stacca tutti negli ultimi durissimi chilometri della salita portando al traguardo la sua testa bionda e la sua meravigliosa livrea granata e azzurra della Kathusha, conquistando tappa e terza piazza in classifica. Il Russo precede i “due Mikel” della terra Basca, ovvero Nieve (a 35”) e Landa (a 1’20”). Poi gli altri fuggitivi Carapaz, Mollema e Majka che si ripropongono ai primi posti della classifica generale al vertice della quale troviamo ancora Jan Polanc, strenuo difensore della maglia rosa conquistata ieri (ma il vantaggio sul connazionale Roglic si è fortemente ridotto).

E Nibali? E Roglic? Che dire degli uomini più attesi della tappa di oggi? Si controllano ed arrivano dietro, staccati di circa tre minuti dal vincitore, ma due minuti davanti a Simon Yates, che oggi si può dire abbia dato l’addio ad ogni sogno di gloria.

Chi si aspettava oggi la resa dei conti tra i due più attesi favoriti della vigilia è stato forse deluso, ma la sfida è forse solo rimandata al tappone di domani che porterà i corridori da St Vincent a Courmayeur: tappa breve (131 chilometri soltanto) ma durissima, con ben quattro gran premi della montagna tra cui, a circa venticinque chilometri dal termine, il terribile Colle San Carlo.

Se Roglic dovrà soprattutto difendersi visto il vantaggio in classifica, saranno Nibali (che però non ama le tappe brevi), ma anche Zakarin, Carapaz, Mollema, Carapaz e Lopez (oggi sfortunata vittima di una foratura quando la corsa stava per entrare nel vivo) a dover battere un colpo.

Il poeta direbbe a questo punto “ai monti della Valle d'Aosta l’ardua sentenza”.

Io che sono un semplice suiveur mi limito invece a dire che attendo la tappa di domani con unacerta curiosità, con la sensazione che, con ogni probabilità, ci divertiremo e anche un bel po’.

 

ORDINE D’ARRIVO:

1. Ilnur Zakarin (Rus, Katusha-Alpecin)    in 5h34’10”;

2. Mikel Nieve (Eus, Mitchelton-Scott) a 0’35”;

3. Mikel Landa (Eus, Movistar) a 1’20″t;

4. Richard Carapaz (Ecu) a 1’38”;

5. Bauke Mollema (Ned) a 1’45”;

6. Rafal Majka (Pol) a 2’07”;

7. Primoz Roglic (Slo) a 2’57″t;

8. Vincenzo Nibali (Ita) s.t.

9. Pavel Sivakov (Rus) a 3’34”;

10. Davide Formolo (Ita) a 3’50”;

11. Miguel Angel Lopez (Col) a 4’19”;

15. Jan Polanc (Slo) a 4’39”;

 

CLASSIFICA GENERALE:

1. Jan Polanc (Slo, UAE Emirates) in 54h’59’;

2. Primoz Roglic (Slo, Jumbo-Visma) a 2’25”;

3. Ilnur Zakarin (Rus, Katusha-Alpecin) a 2’56”;

4. Bauke Mollema (Ned) a 3’06”;

5. Vincenzo Nibali (Ita) a 4’09”;

6. Richard Carapaz (Ecu) a 4’22”;

7. Rafal Majka (Pol) a 4’28”;

8. Mikel Landa (Esp) a 5’08”;

9. Pavel Sivakov (Rus) a 7’13”;

10. Miguel Angel Lopez (Col) a 7’48”;

12. Simon Yates (Gbr) a 8’14”;

13. Davide Formolo (Ita) a     8’44”;

20. Valerio Conti (Ita) a 17’20”;

21. Bob Jungels (Lux) a 17’22”;

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