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Big Automotive Innovations – Fiat e lo Start&Stop dell’83

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motor1.com

 

Per risolvere – o quanto meno limitare – questioni relative a consumi e inquinamento, i tecnici del settore automobilistico si sono serviti – nel corso del tempo – di diverse soluzioni. Una tra queste era già presente in Italia nel 1983, ed è di proprietà del famoso marchio torinese Fiat.
Il concetto alla base di questa idea sarebbe poi diventato l’odierno sistema Start&Stop.

Storia. Il dispositivo – ancora molto primitivo – venne inizialmente installato su Regata, berlina dalle medie dimensioni. La speciale versione – contrassegnata dall’etichetta “Energy Saving” – venne presentata nello stesso anno al Salone di Francoforte.
Insieme ai tecnici Fiat, l’ingegnere Mauro Palitto sviluppò e rese concreta un’intelligente intuizione che prese il nome di Citymatic. Questo innovativo sistema agisce in una modalità che consente alla vettura di spegnere il gruppo termico durante le fermate (più o meno lunghe) e di riavviarlo repentinamente in seguito alla pressione sul pedale della frizione. Il motore viene quindi riazionato tramite una moderna accensione elettronica chiamata Digiplex, sviluppata da Magneti Marelli
Il procedimento, in tutta la sua generalità, è attuato con lo scopo di risparmiare carburante, emettere minori quantità di CO2 e, pertanto, collaborare alla sostenibilità dell’ambiente mantenendo un occhio di riguardo al portafoglio.
Analizzando un determinato tragitto, Palitto valutò il tempo che una vettura passa con il motore acceso senza che ci sia un ragionevole bisogno: semafori, passaggi a livello o attraversamenti pedonali. Considerando l’estensione di questi tempi in relazione ai consumi e alla durata della percorrenza del tragitto è risultato subito chiaro cosa fare: creare quel sistema che – in seguito a vari sviluppi ed evoluzioni – si sarebbe poi impossessato del nome Start&Stop.
Pur avendo nel carattere alcune note avveniristiche per l’epoca, le versioni ES, disponibili anche per Fiat Ritmo e Uno, non ebbero il successo che avrebbero meritato. Questo a causa della poca fiducia che si aveva, in quel periodo, nei confronti di quel dispositivo ancora troppo sconosciuto.

Tecnica. Lo speciale accorgimento adoperato negli ormai rari esemplari Energy Saving e la conseguente riduzione dei consumi, sono assicurati da un maggior rapporto di compressione, da un albero a camme aggiornato e da un carburatore caratterizzato dalla presenza di una valvola assunta come cut-off. Quest’ultima, in assenza di pressione sull’acceleratore, provocava lo spegnimento del motore determinato dalla mancata iniezione nella fase di rilascio del gas. 
Oltre alle componenti meccaniche, anche l’aerodinamica era tecnicamente disegnata in modo tale da assicurare una riduzione dei consumi: sottoscocca più lineari, spoiler posteriore e copricerchi di una migliore dinamica.

 

 

Fonte: motor1.com

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