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I ruoli del baseball – Il prima base

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“Come si fa a non essere romantici con il baseball?”

Una frase per descrivere uno sport. Non poteva usare parole migliori Brad Pitt, nel film Moneyball – L’arte di vincere, per esprimere la passione che lega sportivi e addetti ai lavori a questo gioco. Un legame tanto intenso quanto inspiegabile che nessuno, se non chi pratica o bazzica i diamanti di provincia, può decifrare. Una sorta di realtà parallela che si rende visibile ad occhio nudo solo quando si indossano guantone e cappellino, respirando terra rossa e masticando semi di girasole. Provare per credere.

Una magia, quella che aleggia intorno al baseball, che non rende “romantiche” solo le emozioni che suscita, ma soprattutto le trame tattiche e la psicologia attorno ad ogni ruolo. Esattamente, perché come avrete potuto intuire dalle puntate precedenti, ogni giocatore nel baseball è un universo a sé, e ciascuna posizione in campo richiede specifiche caratteristiche fisiche e mentali. Per questo motivo un lanciatore non fa il ricevitore, oppure un esterno non fa l’interno: ognuno ha la sua zona di competenza, con compiti ben precisi.

Dopo aver introdotto le regole basilari e aver presentato due ruoli cardine come lanciatore e ricevitore, nella nostra rubrica è arrivato il momento di un altro difensore: il prima base.

Soprannominato dalla scuola sudamericana inicialista, il prima base è il difensore a “guardia” del relativo cuscino. La prima linea di arresto delle forze nemiche. La sua area di competenza, dunque, è quella circostante la punta destra del diamante di terra rossa e il suo obiettivo è prendere la pallina (restando attaccato alla base) che gli viene lanciata dagli altri giocatori della sua squadra. Se la palla arriva nel suo guantone prima che il corridore avversario tocchi il cuscino, quest’ultimo verrà eliminato, altrimenti sarà dichiarato “salvo”, conquistando la base.

Un ruolo, quello del prima base, che apparentemente non necessita di spiccate doti atletiche, per via della sua staticità e poiché che si limita ad “acchiappare” i lanci altrui. Non a caso, nel mondo del baseball, tale posizione è stata spesso considerata – commettendo un grave errore –  quella di ripiego, in cui riciclare cioè i giocatori più esperti o a fine carriera. Oltre alla sua “sedentarietà” infatti, vi è un altro fattore che negli anni ha alimentato tale considerazione: essendo la maggior parte dei giocatori destri, la zona del campo più soggetta alle battute avversarie è quella opposta alla prima base, ovvero quella che va dalla seconda fino alla terza.

Idea però ormai sorpassata, dal momento che un numero sempre più elevato di atleti professionisti impara a battere sia da destro che da mancino (i cosiddetti “switch hitter”, che cambiano posizione a seconda del braccio del lanciatore). Se a questo si aggiunge che circa il 90% dei giochi difensivi passano sotto la sua giurisdizione, si capisce perché il mito del prima base poco atletico e forte solo in battuta è stato a dir poco sfatato.

Rapido, elastico ed esplosivo: ecco il curriculum di un buon prima base che è, a tutti gli effetti, il difensore più coinvolto nel gioco del baseball dopo i due totem lanciatore e ricevitore. È un ruolo tendenzialmente riservato ai mancini, ma non per questo precluso ai destri: deve preoccuparsi non solo delle palline battute verso di lui, ma deve farsi sempre trovare pronto per ricevere gli assist dei compagni, sapendo che ogni suo errore concederà sicuramente terreno al nemico. Indipendentemente da questo, e al di là delle abilità difensive, il prima base deve avere spiccate doti in battuta. La produzione offensiva, quindi, è uno degli elementi più importanti per poter giocare in questo ruolo, garantendo così potenza di fuoco all’attacco della squadra.

Difensore imprescindibile e bombardiere con la mazza in mano: non male per essere un ruolo di serie B.

 

“Giocare in prima base non è difficile, è incredibilmente difficile”: lasciatevelo dire da Ron Washington, allenatore degli Oakland Athletics, che in questa scena del film Moneyball cerca di convincere – insieme a Brad Pitt – un ex ricevitore infortunato a “riciclarsi” in una nuova posizione (dal minuto 1.20 del video).

 

 

Infine – ma non in ordine di importanza – c’è un’ultima qualità che un buon prima base deve possedere: essere gentile e socievole. Perché? Perché quando il corridore conquista la sua “casa”, deve accoglierlo come un ospite, possibilmente distraendolo e facendogli perdere secondi importanti.

“Come si fa a non essere romantici col baseball?”

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