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Storie Olimpiche – Saint Louis 1904, le “Olimpiadi della Vergogna”

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Dopo le fallimentari Olimpiadi del 1900 tenutesi a Parigi, nel 1904 si celebrò la prima edizione fuori dal continente europeo, negli Stati Uniti a Saint Louis in Louisiana

Come nella prima edizione del XX secolo a fare da sfondo alle Olimpiadi ci fu una grande esposizione che celebrava il centenario dell’annessione di Saint Louis agli U.S.A., la Louisiana Purchase Exposition. Inizialmente il C.I.O scelse come città Chicago, una delle città americane simbolo dell’economia e dell’industria della nazione. Fu l’allora Presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosvelt, a spostare la manifestazione a Saint Louis per evitare una guerra civile dopo avere ricevuto minacce di boicottaggio da parte degli organizzatori della fiera dell’ex colonia francese. Inoltre, esattamente come a Parigi, i giochi iniziarono e terminarono in concomitanza della fiera diventando così un interminabile e disordinata sequenza di eventi sportivi della durata di quasi cinque mesi.

Oltre alle problematiche legate alla locazione della manifestazione, lo scoppio della guerra russo-giapponese re sconsigliabile alla maggioranza degli atleti europei l’attraversata dell’oceano Atlantico.  Furono 651 i partecipanti, la maggioranza statunitensi, di cui solo sei donne, per un totale di 13 nazioni. L’unico azzurro che partecipò alla competizione per l’Italia fu il ciclista Frank Bizzoni, tra l’altro già immigrato da un anno in America. 

Purtroppo, la pessima organizzazione non fu il lato peggiore delle Olimpiadi del 1904,passate alla storia per aver ospitato le cosiddette “Antropological Days”. Queste “Giornate Antropologiche”, apparentemente dedicate alla diffusione della cultura di popoli esotici provenienti da ogni parte del globo, si rivelarono una vera e propria manifestazione del razzismo che faceva da padrone all’epoca: pigmei, inuit, ainu, sioux e altri popoli vennero fatti gareggiare in competizioni imbarazzanti come per esempio la lotta nel fango, accompagnati dalle risate e dal disprezzo del numeroso pubblico. 

Non può non essere menzionata la storia di Thomas Hicks, americano di origini britanniche che vinse la maratona di Saint Louis. La gara si svolse al pomeriggio in condizioni assurde: gli atleti correvano su strade sterrate trafficate da auto e cavalli che alzavano enormi nubi di polvere; la temperatura superava i 30° con un’umidità del 90% e l’unica acqua cui i corridori potevano accedere si trovava a 20km dalla partenza. Hicks intorno al 16esimo chilometro iniziò a esaurire le energie. A circa 10km dal traguardo l’americano si trovava al punto di collassare ma il suo allenatore gli impose di continuare. Dopo avergli dato due dosi di solfato di stricina (veleno per topi, al tempo utilizzato come stimolante), albumi d’uovo e brandy, Hicks correva come se fosse una macchina, pallido e a occhi chiusi. Stremato e con le allucinazioni chiese del cibo, ma gli vennero dati altri due albumi e altro brandy. Arrivato in prossimità del traguardo non riusciva più a correre e i suoi allenatori lo trasportarono tenendolo sollevato, mentre lui continuava a muovere i piedi avanti e indietro. Senza forze crollo a terra, e solo dopo un’ora, grazie all’ausilio di quattro medici, riuscì a rialzarsi e a essere proclamato vincitore. 

L’unica nota positiva per la quale viene ricordata Saint Louis è l’introduzione di alcune novità. Infatti, fu la prima edizione dei giochi in cui vennero assegnate le tre famose medaglie (oro, argento e bronzo) per premiare gli atleti. Modalità con la quale tutt’oggi vengono premiati. Vennero inseriti nuovi sport nel programma olimpico, come pugilato e pallacanestro. Infine, nel nuoto ebbe la sua consacrazione il “crawl”, che si impose da quel momento in poi come migliore tecnica utilizzata nello stile libero. 

Le Olimpiadi di Saint Louis scrissero una delle pagine più tristi della storia dei giochi. Iniziate male e finite peggio, non per niente vengono ricordate come le “Olimpiadi della Vergogna”.

 

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