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Storie Olimpiche – Garmisch Partenkirchen 1936, il Reich si prepara alle Olimpiadi di Berlino

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fonte immagine: Pinterest Susan Heep


Nel 1936, l’anno delle Olimpiadi di Berlino 1936, ci furono ovviamente anche i Giochi Olimpici invernali. Fu un’Olimpiade piuttosto anonima, al suo interno poche storie rilevanti, ma fu il contesto a renderle a loro modo storiche. La rassegna a 5 cerchi che riguardava gli sport “invernali” andò in scena solo qualche mese prima dell’edizione estiva, ma fu il prologo di quella che poi sarà la manifestazione della capitale tedesca.
Quelle due edizioni Olimpiche, nella Germania nazista degli anni ’30, furono le ultime prima del vuoto che durò fino al 1948, quando a Londra la fiaccola olimpica riprese a illuminare il mondo.

Nel 1931, con Hitler non ancora al potere, la Germania si aggiudicò l’edizione numero 4 delle Olimpiadi invernali. Tuttavia, due anni dopo, quando il comitato organizzativo fu chiamato a scegliere la sede dei giochi invernali, il governo guidato da Adolf Hitler si era insediato da pochi mesi e la scelta ricadde su Garmisch e Partenkirchen, città favorite dalla presenza di strutture già piuttosto avanzate per ospitare la maggioranza delle gare.

Fu, come detto, il prologo delle Olimpiadi di Berlino, le due città bavaresi si vestirono dei vessilli della Germania nazista. I ricordi di chi le ha vissute raccontano di un’atmosfera fantastica decorazioni, fanfare, fu un’edizione che diede in piccola misura la dimostrazione di quanto Hitler a far apparire fantastico e superiore il suo Reich. Insomma, un assaggio della propaganda di Berlino 1936.

 

Dal punto di vista sportivo, l’edizione fu caratterizzata dalla vittoria della leggendaria sciatrice alpina di casa, la tedesca Christl Cranz. La tedesca, che vinse in carriera ben 12 titoli mondiali, si aggiudicò il suo unico alloro olimpico. Nel pattinaggio artistico ci fu l’ultimo trionfo di Sonja Henie. La norvegese che successivamente si dedicherà allo spettacolo e al cinema, vinse l’ultimo dei suoi 3 ori olimpici.
Ancora nessuna medaglia per la truppa italiana di 40 atleti. Gli azzurri però si imposero nella nuova versione delle “pattuglie militari”, le “ice stock”, volute a titolo dimostrativo da Hitler, diventeranno in futuro quello che è oggi uno dei grandi classici dei giochi invernali, il biathlon.

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