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Storie Olimpiche – Grenoble 1968, i quattro ori e la consacrazione azzurra negli sport invernali

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fonte immagine: neveitalia.it


Le Olimpiadi Invernali tornarono in Francia nel 1968. Il paese transalpino aveva ospitato la prima edizione dei giochi olimpici invernali, a Chamonix. Questa volta la città di Grenoble, celebre località turistica invernale, che ebbe l’onere e l’onore di ospitare la decima edizione.
Un’edizione molto importante per l’Italia che trovò la definitiva consacrazione nel panorama degli sport invernali. La spedizione azzurra formata da 47 atleti, di cui solo 8 donne, portò a casa ben 4 medaglie d’oro. Un risultato magnifico per un movimento che fino ad allora aveva raggiunto il gradino più alto del podio olimpico una sola volta per edizione.

Una vera e propria valanga azzurra anticipata, prendendo in prestito un termine usato qualche anno più tardi per i trionfi dello sci alpino azzurro.
I protagonisti di questo clamoroso exploit furono sostanzialmente tre: Eugenio Monti, Franco Nones e Erika Lechner.

Eugenio Monti, dominatore da anni della scena internazionale del bob, doveva riscattare la delusione di quattro anni prima, quando si arrese a un doppio bronzo, conquistando la medaglia De Coubertin per due episodi di estremo fair-play. Il pilota del bob azzurro dominò entrambe le gare disputate sul circuito da slitte sull’Alpe D’Huez. Un dominio condiviso con i suoi equipaggi: nel bob a due con Luciano De Paolis, in quello a quattro con lo stesso De Paolis, Roberto Zandonella e Mario Armano.
Le gare furono avvincenti e combattute, ma dopo la delusione di Innsbruck, il fuoriclasse italiano alla guida del suo bob vinse i due ori che lo consacrarono definitivamente nella storia degli sport invernali azzurri.

L’altro oro fu quello di Franco Nones. Lo sciatore di fondo della Val di Fiemme si presentò ai Giochi Olimpici del 1968 certamente non da favorito. Le discipline di fondo (o sci nordico) erano stati da sempre terreno di caccia delle nazioni scandinave e più recentemente dell’Unione Sovietica. Nones, che nel suo palmarès poteva annoverare appena un bronzo mondiale in una staffetta due anni prima al Mondiale di Oslo 1966.
Lo sciatore della Val di Fiemme sorprese tutti, favoriti e outsider, e nella 30km svoltasi nel primo giorno di gara dello sci, vinse battendo proprio due atleti scandinavi: il norvegese Odd Martinsen e il finlandese Eero Mäntyranta, sciatore tra i più vincenti della storia dello sci nordico.

L’ultima protagonista invece fu Erika Lechner. Slittinista, originaria di un piccolo borgo nella provincia di Bolzano. Erika, nonostante i 21 anni era alla seconda partecipazione olimpica dopo quella di Innsbruck 4 anni prima. Al termine della terza manche, l’atleta trentina si trovava in terza posizione dietro un terzetto di atlete della Germania dell’Est, di cui due in prima posizione ex-aequo. Tuttavia, le tedesche furono tutte squalificate a causa dell’irregolarità delle lame dei loro slittini, riscaldate prima della gara per ridurre l’attrito col ghiaccio della pista. Questa tripla sanzione lasciò campo libero alla Lechner che si aggiudicò dunque la sua prima medaglia internazionale, avviandosi ad un’ottima carriera nello slittino.

 

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