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Carspillar – Minardi GM 75: la capostipite

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© PhotoBucket.com

La storia del cognome Minardi è da sempre strettamente connessa alle automobili. Cosa motiva questa frase? Il fatto che la famiglia faentina si occupi da generazioni di motori e competizioni. Infatti, Giuseppe Minardi nel 1927 aprì una delle prime officine Fiat della Romagna, in cui il figlio Giovanni e il nipote Gian Carlo trovarono proficua ispirazione per il loro futuro. 

Siamo nella Motor Valley degli anni ’40, periodo d’oro per le competizioni automobilistiche; Giovanni inizia concretamente ad applicarsi per entrare a far parte del panorama dell’automobilismo sportivo.
In un’ottica coerente al contesto in cui è nato e cresciuto, nel 1948 progettò e diede vita ad una vettura da corsa artigianale, concepita sulla base di un telaio Topolino “balestra corta”, la GM 75.

Il frontale della mitica GM 75 avvistata a Pescara (© PhotoBucket.com)

Il propulsore

La piccola biposto a ruote scoperte era mossa da un 6 cilindri in linea da 750 cc il cui apice d’erogazione corrispondeva a ben 46 CV, notevole potenza per l’epoca. Lo schema del propulsore porta la firma dell’Ing. Oberdan Golfieri: adotta una distribuzione bialbero in testa, quest’ultima dotata di valvole a “V” stretta.
Preparare la miscela di aria e carburante da immettere nella camera di combustione era compito di tre carburatori Weber monocorpo, struttura d’alimentazione utilizzata maggiormente in ambito motociclistico.
L’unità motrice fu assemblata da Antonio Lotti, capofficina della Minardi-Fiat, il quale basò il progetto su un monoblocco in ghisa con testata in silumin. Questo gruppo di leghe – composto da alluminio, silicio e altri metalli in minor percentuale – aveva come principale caratteristica l’alta resistenza alla sollecitazione e alle corrosioni. La sua fusione avvenne per opera della Calzoni di Bologna, i lavori di rifinitura – invece – furono completati per conto dell’officina di famiglia.

Il sofisticato 750 cc risultava molto simile alla frazione longitudinale di un motore Ferrari dell’epoca, quello che equipaggiava la prima vettura costruita dalla scuderia di Maranello: 125 F1.

GM 75 vista dal retrovettura (© PhotoBucket.com)

Circuito del Garda, 1948

Il Circuito del Garda è stata una famosa gara di velocità svoltasi dal 1921 al 1966. Nel 1948, in seguito ad un doveroso stop dovuto alla Seconda Guerra Mondiale, la GM 75 e il conte Rino Ferniani registrarono nello stesso circuito il miglior tempo, non riuscendo però a concludere la performance a causa di un cedimento meccanico dovuto all’artigianalità dei metodi utilizzati.
Dopo la gara di velocità, la biposto Minardi venne meccanicamente riportata a nuovo, per poi finire nelle mani dell’atelier del costruttore Berardo Taraschi, il quale – dopo aver effettuato opportune modifiche – si servì del propulsore per animare un proprio progetto. 
In seguito, l’auto venne riconsegnata alla Minardi-Fiat, dove il destino decise che venisse distrutta durante la demolizione dell’edificio.

Il percorso del Circuito del Garda durante le diverse edizioni (© WikiMedia.org)

Una nuova vita

Nel corso degli anni ’80, l’imolese Bruno Brusa recuperò il veicolo e – in seguito ad un minuzioso restauro – lo riportò allo stato iniziale. Grazie a questo, durante la manifestazione “Imola torna in pista” avvenuta il 3-4 maggio del 2008, il Dott. Gian Carlo Minardi poté rimettersi alla guida della vettura nata dalla passione del padre. Il fondatore del Minardi Team, proprio in quell’occasione, non fece mancare parole di ringraziamento nei confronti del proprietario Bruno Brusa, il quale – con grande stima – gli permise di compiere alcuni giri di pista.

“È stata una giornata davvero stupenda” osserva Gian Carlo Minardi “Dopo due anni di inattività, uno dei circuiti che ha fatto la storia dell’automobilismo e più belli, ha riaperto i suoi cancelli a tutti gli appassionati. Certamente non sarà facile ricominciare, ma tutti hanno il dovere di crederci, dai nuovi gestori a tutti gli Imolesi e i tifosi”. Per poi continuare: “Poter girare sulla pista di Imola con la prima Minardi della storia realizzata da mio padre, la GM 75, è stato un vero onore e per questo voglio ringraziare nuovamente il Sig. Bruno Brusa, così come aver fatto rivivere una parte della storia di Imola portando in pista una Minardi F.1”.

 

Fonte: minardi.it

 

 

 

 

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