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Storie Olimpiche – Los Angeles 1984, le imprese di Carl Lewis e il controboicottaggio sovietico

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fonte immagine: tutto80.it

Il 1984 è l’anno delle Olimpiadi di Los Angeles. La città californiana ospita i Giochi a 4 anni di distanza dall’edizione di Mosca. La prima metà degli anni ’80 è uno dei periodi più caldi della Guerra Fredda e la manifestazione olimpica rappresenta un terreno fertile sul quale le due super-potenze USA e URSS si sfidano a colpi di clamorose mosse politiche e non più solo nel medagliere.

Ma Los Angeles è anche l’edizione del Figlio del Vento, Carl Lewis, all’apice della sua forma fu letteralmente il più forte atleta di tutti i tempi, compiendo un’impresa riuscita solo a Jesse Owens, 48 anni prima.

IL CONTROBOICOTTAGGIO – Quelle di Mosca furono Olimpiadi segnate dal boicottaggio degli Stati Uniti e tante altre Nazioni. L’edizione di Los Angeles 1984 immediatamente successiva regala ai Sovietici l’occasione di rispondere alle mosse degli americani. A Los Angelese l’URSS non si presente, e alla potenza sovietica si accodano altri 16 paesi, tra cui ovviamente le alleate Cuba, Cecoslovacchia, Bulgaria e Polonia, tra le più importanti. Un controboicottaggio annunciato l’8 maggio del 1984, giustificato con questioni di sicurezza degli atleti sovietici, e preceduto da settimane di dichiarazioni provocatorie.
Al blocco sovietico si aggiunse anche l’Iran. L’Iran motivò il proprio forfait a causa delle interferenze americane nelle questioni mediorientali, in particolare con il “Regime” che occupava Gerusalemme, e con le violenze perpetrate dagli USA in America Latina, con riferimento particolare a El Salvador.
Insomma, le tensioni accese dalla politica ancora una volta sfociarono nello sport, cambiando sensibilmente il corso di molte gare.

IL FIGLIO DEL VENTO – L’edizione 1984 delle Olimpiadi sarà però per sempre ricordato per l’inizio di un’era quasi irripetibile, è la prima edizione a cui parteciperà. Arrivato a Los Angeles da attesissimo protagonista, dopo i tre ori conquistati l’anno precedente nella prima edizione dei mondiali di atletica leggera ad Helsinki nei 100 mt piani, il salto in lungo e la staffetta 4×10, “il Figlio del Vento” domina letteralmente la scena olimpica dello sport più nobile della manifestazione.
Nel segno e nel mito di Jesse Owens, suo idolo, nonché connazionale, essendo entrambi statunitense e originari dell’Alabama, Lewis lo imitò, migliorando anche sé stesso rispetto alle prestazioni di Helsinki l’anno precedente. Vince l’oro in quattro discipline: 100 e 200 mt piani, salto in lungo e staffetta 4×100, stampando anche il record olimpico sui 200 (19”80, a soli 8 centesimi dal record mondiale di Mennea) e, con i compagni della staffetta, l’allora record del mondo della staffetta (37”83).
Un risultato storico, che la casualità volle regalare a Lewis all’età di 23 anni, proprio come accadde al mito Owens. Lewis per le imprese di Los Angeles e poi per le successive imprese di Seul e Barcellona, è ricordato da molti oggi come il miglior atleta di tutti i tempi. A fine carriera il suo bottino olimpico personale recita 9 ori e un argento.

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