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I racconti del commissario – Ferrari 312B, diva da grande schermo

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Passioni infantili

Quanti di noi innamorati dell’automobile ha visto esplodere la passione negli anni dell’infanzia? Praticamente tutti. Per quanti in quella stessa età una vettura è stata uno splendido oggetto del desiderio? Per la quasi totalità, senza dubbio. Quanti da adulti possono permettersi di possedere lo stesso oggetto desiderato da bambini? Molti, ma davvero molti di meno. Uno di questi fortunatissimi risponde al nome di Paolo Barilla, imprenditore parmense ed ottimo pilota negli anni Ottanta, vincitore di una 24 ore di Le Mans e pilota per Minardi in Formula 1 nella stagione 1990. La passione di Barilla non è solo per un modello ma in particolare per una singola vettura: la Ferrari 312B telaio numero 4 che con Clay Regazzoni vinse il Gran Premio d’Italia 1970 davanti ai suoi occhi di bambino di soli 9 anni.

La diretta dei primi giri del mitico Gran Premio d’Italia 1970 (mscheeres su YouTube)

Un desiderio soddisfatto

Tanti anni sono passati e la disponibilità economica frutto dell’attività di imprenditore ed una maniacale pazienza hanno permesso a Paolo di rintracciare l’oggetto tanto amato e di poter farlo suo. Tuttavia Barilla è un personaggio raro, che unisce alla disponibilità economica una cultura automobilistica eccelsa tale da portarlo ad una scelta coraggiosa. La 312B non avrebbe semplicemente dovuto finire nel suo garage, ma tornare a ruggire in pista con l’aiuto dei migliori artigiani della meccanica e dell’uomo che la immaginò, progettò e fece crescere in pista come una sua creatura: il mitico ingegner Mauro Forghieri. E quale migliore occasione poteva esserci per tornare a far sognare il pubblico se non la gara per antonomasia, quel “Grand Prix Historique de Monaco” che solo chi non conosce davvero la storia dell’auto considera una gara assurda ed insensata?

Un racconto da grande schermo

Il “cocktail” che vi raccontiamo sembra perfetto, tuttavia manca ancora la ciliegina sulla torta. Che senso avrebbe un’esperienza del genere se non fosse condivisa in maniera calda, appassionata e coinvolgente con una platea più ampia possibile di amanti dell’automobile? Nessuno. Ed ecco che arriva il tassello mancante: raccontare questa esaltante avventura attraverso un lungometraggio fatto di immagini in presa diretta tra l’officina parmense della Motortecnica e le piste seguendo i protagonisti di questa storia. Il tutto mescolato a immagini storiche ed interviste a chi quella vettura la guidò, la sfidò oppure ne visse di riflesso la grandezza. Tutto questo è “Ferrari 312B”, il film-evento che nel 2017 ha raggiunto le sale italiane e oggi è disponibile anche in versione DVD, dopo essere apparso su Sky nell’ambito del ciclo #SkyBuffaRacconta.

 

“Attori” inconsueti

La storia della rinascita della monoposto acquistata da Barilla è il filo conduttore per una narrazione incalzante in cui, in una sapiente alternanza tra le immagini di oggi e quelle di ieri, Jacky IckxJackie Stewart, Gerhard Berger , Damon Hill e l’indimenticabile Niki Lauda raccontano il punto di vista dei piloti mescolandosi ai volti di maestri del giornalismo automobilistico come Giorgio Terruzzi, Bob Constanduros e Nigel Roebuck. La pellicola poggia la sua trama sul racconto di una stagione di Formula 1, quella dell’anno di grazia 1970, in cui mai come prima ed altrettanto come mai successivamente due epoche di piloti, auto e piste hanno saputo fondersi in una miscela esplosiva, la cui energia a distanza di decenni ancora scalda con intatta potenza i cuori degli appassionati.

Lui e Lei

Di tutto ciò la 312B è simbolo metallico e quasi artistico, un oggetto capace di esaltare chi la osserva anche sensorialmente con il suo colore, il suono del suo 12 cilindri piatto e l’odore della benzina, un’incarnazione moderna di una vittoria mancata ma allo stesso tempo radice di un decennio di successi per la casa di Maranello. In ottantotto minuti di narrazione il regista Marini ha saputo raccontare tutto questo, senza “fronzoli” ma trasmettendo emozioni vere, con un vero “mattatore” sul grande schermo, il vero protagonista del film. Parliamo di Mauro Forghieri, che passata la soglia delle ottanta primavere ha colto l’invito di Barilla per ributtarsi tra officine e piste a recuperare una delle sue creature con intatti l’ingegno ed il carattere che lo hanno portato ad essere anima tecnica e sportiva della Ferrari per quasi un quarto di secolo. Il finale non racconta di un successo come in tante storie nate per il grande schermo, perché quella di “Ferrari 312B” è una storia vera che come tutte le storie vere racchiude un significato profondo: il grande successo per chi ama un’automobile non è portarla alla vittoria ma renderla viva per far sognare tutti coloro che vivono della medesima passione. Quella di chi è nato e cresciuto nella Motor Valley. Grazie Paolo!

Il trailer ufficiale di Ferrari 312B (Ecodelcinema su YouTube)

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