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Storie Olimpiche – Vancouver 2010, Razzoli salva il deludente medagliere azzurro

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fonte immagine: neveitalia.it


Dopo l’edizione di Torino 2006, le Olimpiadi invernali, assegnate nel 2003, nel 2010 si spostano Oltreoceano. Ad ospitarle è la città canadese di Vancouver, città sulla Costa Pacifica, circondata dalla catena delle Montagne Costiere. Un’Olimpiade che per i colori italiani arriva dopo l’exploit delle 11 medaglie, di cui ben 5 ori. Vancouver però è deludente. Le due settimane di gara scorrono con diverse delusioni per la spedizione Azzurri.

IMPRESA – Il penultimo giorno di gara è quello del parziale riscatto dell’Italia. L’ultima medaglia da assegnare nello sci alpino è quella dello slalom speciale. Per l’Italia, a Torino 2006, arrivò una cocente delusione, con Giorgio Rocca dominatore della specialità nella stagione di Coppa del Mondo, uscito dopo soli 20 secondi di discesa nella prima manche.
A Vancouver per l’Italia lo slalomista più accreditata era Manfred Moelgg, assieme a lui erano in gara anche Giuliano Razzoli, giovane talento italiano che appena un mese e mezzo prima in Croazia aveva messo a segno la sua prima vittoria in Coppa del Mondo, Christian Deville e Patrick Thaler.
Partito col dorsale numero 13, lo sciatore di Castelnovo ne’ Monti, mette a segno una prima manche perfetta. L’italiano scende velocissimo e senza sbavature, la sua prestazione sorprende tutti, staccando anche i favoriti come il croato Kostelic, l’austriaco Herbst, poi vincitore della Coppa di specialità e alla fine della prima manche solo 12°. Per Razzoli è un incredibile exploit, con quasi 5 decimi sul secondo in classifica nella seconda manche deve solamente gestire. E Giuliano fa così.
Nella seconda manche, attaccato da due grandi slalomisti come Myhrer e Kostelic, Razzoli tiene fino a traguardo e alla fine arriva con 16 centesimi di vantaggio, aggiudicandosi una medaglia d’oro storica, la terza nella specialità per l’Italia, dopo Gros e Tomba.
Con la medaglia, a sorpresa, di Razzoli, l’Italia salva lo zero dalla casella delle medagli d’oro, chiudendo un’edizione dei giochi molto deludente.

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