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Carspillar – Lamborghini Countach SS: bellezza in topless

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LamboCARS.com

Esagerare sempre e comunque

Pensate di possedere l’auto sportiva più stupefacente al mondo. La più veloce, la più avveniristica, la più affascinante. Quella che fa girare a bocca aperta tutti coloro che la vedono passare. Pensate anche che tutto ciò non vi basti e vogliate andare oltre. Pensate di voler rendere ancora più esclusiva un’auto già esaltante trasformandola in una Spider, facendo più di quanto la stessa casa avesse mai immaginato. Vi pare che tutto ciò sia esagerato? Beh vi state sbagliando, perché qualcuno ha pensato di materializzare un’idea simile. Ovviamente negli Stati Uniti, dove l’impossibile diventa realtà, e di farlo con una Lamborghini. Nacque così la Countach SS.

Un taglio netto

Nel 1980 Al Mardikian era proprietario della Trend Imports Sales ad Hermosa Beach, una società californiana che si occupava dell’importazione sulla “West Coast” di Ferrari 512BB e Lamborghini Countach. Intuendo il potenziale commerciale di una biposto del Toro in versione scoperta, l’imprenditore americano cercò immediatamente di concretizzare l’idea partendo da una LP400 di serie. Si procedette così presso la carrozzeria Executive Coachcraft di Giacabone alla modifica della carrozzeria non solo con il taglio del tetto ma anche della parte alta delle porte. Il bordo superiore dei cristalli restava così scoperto rendendo molto più leggera la linea della vettura vista lateralmente. Il tettuccio rigido venne sostituito da un “hard top” che poteva essere installato in caso di necessità ispirandosi a quanto Porsche faceva già da un decennio con la 911 Targa. Detta così sembra semplice, peccato che il tetto della Countach nascesse come parte integrante del telaio garantendone la rigidità torsionale richiesta per un’automobile dalle prestazioni così elevate. Parallelamente alla sua eliminazione fu quindi necessario saldare opportuni rinforzi al telaio presso le officine di proprietà di Mardikian. Ovviamente tutto ciò non rendeva entusiasti i progettisti Lamborghini, che avevano segnalato come l’operazione avrebbe potuto creare non pochi problemi strutturali. Ma in California la pensavano diversamente.

Una Countach LP400 del 1977: punto di partenza per la “Spider” di Mardikian (Artebellum – Sconosciuto)

Via il tetto ma non solo

Essendo partiti con le modifiche da una LP400 standard, nel frattempo sostituita nei listini dalla più muscolosa S, Mardikian decise di applicare anche sulla sua Spider le modifiche apportate sulla nuova versione di serie. La vettura venne quindi equipaggiata con gli pneumatici Pirelli P7 appositamente realizzati e montati su cerchi Campagnolo Bravo in magnesio analoghi a quelli montati sulla Serie 1 della LP400S. Al contempo venne allargata la carrozzeria in corrispondenza dei passaruota per alloggiare le “calzature” più generose modellando su di essa dei parafanghi perfettamente integrati con le fiancate e privi della linea di separazione presente sugli esemplari nati a Sant’Agata Bolognese.

Meccanica da maggiorata

Le modifiche non si limitarono alla parte estetica: anche la meccanica venne opportunamente ritoccata. I pochi documenti esistenti parlano di modifiche alle sospensioni, di un impianto frenante potenziato con dischi speciali da 305 mm e pinze Girlock Le Mans, ma soprattutto di un importante lavoro sul propulsore. Pare infatti che il V12 da 4 litri originale sia stato completamente ricostruito portando la cilindrata a 4,4 litri per raggiungere una potenza di 510 CV a 8000 giri/min e sviluppare una coppia di 400 Nm a 5500 giri/min. La velocità massima stimata si attestava intorno ai 330 km/h. Si trattava di numeri piuttosto importanti se ottenuti senza l’ausilio di un sistema di sovralimentazione. Mardikian affermò che l’aumento di cilindrata venne ottenuto rielaborando le teste con parti originali Lamborghini. Peccato che i documenti della casa parlino di soli due motori di questo tipo utilizzati per prove interne di cui uno venne distrutto in un incidente e l’altro non venne mai smontato dal prototipo sul quale fu installato. Come poteva essere stata effettuata un’elaborazione oltreoceano con particolari della casa? I dubbi sulle dichiarazioni dell’imprenditore americano sembrano quindi destinati a rimanere tali.

Clienti importanti

Con un prezzo pari a 205.000 dollari del 1980 è chiaro come la Countach “in topless” fosse un giocattolo per una clientela ben dotata finanziariamente e che non voleva certo passare inosservata. All’identikit rispondeva esattamente una rockstar del calibro di Rod Stewart. Il cantautore inglese, che già possedeva anche due Miura, avrebbe in seguito dimostrato di possedere un DNA da vero fan Lamborghini con l’acquisto di una Diablo, di una Murciélago e di una Gallardo Spyder. Un’altra vettura apparve nel 1986 in una campagna pubblicitaria su suolo americano del marchio di impianti stereo Alpine. Tale vettura venne ovviamente equipaggiata con il meglio della componentistica offerta dal marchio: impianto audio completo con grandi amplificatori che occupavano quel poco spazio disponibile nel bagagliaio di una Countach, sistema antifurto ed addirittura un telefono cellulare. Si narra che sul finire della promozione la stessa Alpine avesse indetto una specie di concorso letterario. Chi avesse scritto un componimento di 25 parole dedicato al proprio stereo Alpine ideale dimostrandosi il più originale tra i concorrenti si sarebbe aggiudicato come premio la stessa Countach SS. Non si hanno notizie del pagamento corrisposto.

Rod Stewart accanto ad una della sue Miura. Sarebbe arrivata anche una Countach SS nel suo garage (L’Automobile-ACI – Sconosciuto)

Il mistero dei numeri

Come sempre accade per le fuoriserie, la storia si mescola alla leggenda. Trattandosi di una vettura non prodotta dalla casa ma elaborata oltreoceano è complesso raccogliere una documentazione sufficiente a stabilire con precisione quante Countach SS siano state effettivamente realizzate. Forse il solo Mardikian saprebbe indicare un numero preciso. In ogni caso almeno tre diversi esemplari possiedono riscontri sia documentali che fotografici. Due di essi sono di colore rosso ed uno di colore blu con interni in pelle bianca. La “Rod Stewart” pare fosse la vettura con telaio numero 1120262, quindi una LP400 “periscopica” originale del 1977 successivamente “scoperchiata” e verniciata in rosso. La “Alpine” invece, nata anch’essa rossa con interni marrone chiaro, era punzonata con numero di telaio 1120158. Durante la sua avventura come mezzo pubblicitario gli interni vennero sostituiti con altri in pelle rossa, prima di restare una semplice auto da esposizione priva di immatricolazione. Dopo alcuni passaggi di proprietà le poche tracce rimaste portano verso l’America Centrale, dove sembra che la SS fosse finita per alcuni anni prima di riapparire verniciata in nero su alcune foto apparse in rete. Ma in fondo a chi ama l’automobile un simile mistero non fa che accrescere il fascino di un mezzo simile. Perché la Countach SS è destinata a restare una piccola pagina di storia delle auto da sogno. Una perla nata nella Motor Valley che come una splendida donna decise di mettersi in topless sulle assolate spiagge californiane.

Una spider ottenuta dal tagli del tetto di una Countach 25° Anniversario. Nulla di assimilabile alle straordinarie creazioni di Mardikian (Totalheadturners on YouTube)

 

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