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Eric Brigliadori, il futuro delle competizioni turismo parla romagnolo

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Copyright: ACI Sport

I talenti possono palesarsi in diversi modi e con diversi tempi. Succede che un ragazzino cesenate, cresciuto nella Motor Valley in un ambiente dove tutto parla di motori, stressi fino alla nausea il padre, proprietario di un team automobilistico nel quale egli stesso lavora, aiutandolo come meccanico, per provare un’auto in circuito. Stressa uno, stressa, due, stressa tre, alla fine il ragazzino l’ha vinta e può accomodarsi al volante di una vettura da corsa. Può succedere che il padre di questo ragazzino si accorga di avere un figlio che va veloce, in maniera costante, a volte senza nemmeno sapere dove riesca a trovare la prestazione.

Questa è, a grandi linee, la genesi di Eric Brigliadori, ventunenne di Cesena, pilota (e non solo) nel TCR Italy, massima espressione tricolore delle corse turismo, per la scuderia di famiglia, il BF Motorsport. Agli occhi di molti addetti ai lavori Eric è sembrato sin da subito un talento innato, tanto da giocarsi fino all’ultima gara il campionato TCR Italy, nell’anno della sua prima stagione intera. Ah, nota a margine: ad Imola, nel novembre 2020, il campionato lo aveva anche vinto, arrivando a pari punti con il veterano Salvatore Tavano, grazie al maggior numero di vittorie ottenute. Una decisione sportiva arrivata in inverno sulla prima gara disputata a Misano, che ha tolto la squalifica a Felice Jelmini, inizialmente vincitore di quella gara, ha tolto anche il titolo assoluto al giovane romagnolo, che ha dovuto ‘accontentarsi’ del primo posto tra gli under-25.

Abbiamo avuto modo di incontrare durante Eric durante la pausa estiva, in compagnia di Francesca Raffaele, sua amica e anch’essa giovane pilota, attualmente ai box per un infortunio al bacino occorsole durante i test pre-stagionali. Ne è risultata una chiacchierata a cuore aperto, tra appassionati di automobilismo.

Brigliadori alla guida dell’Audi RS3 con la quale ha corso la prima parte di campionato (source: motorsport.motorionline.com, copyright: unknown)

 

Eric, come hai cominciato a correre?

“A sedici anni, dopo un po’ di insistenza con mio padre, ho fatto due turni di prove libere a Varano con un’Alfa 147 Cup di un nostro cliente. Avevo cercato dall’anno prima di convincerlo ad iscrivermi al campionato Formula 4, ma senza riuscirci. Da quella prima prova ho sempre girato in pista con le nostre TCR, solo dopo ho cominciato ad allenarmi anche con il kart. All’inizio guidavo una Cupra, poi sono passato all’Audi con la quale ho guidato fino ad ora. Io ho sempre seguito mio padre aiutandolo come meccanico, andavo in pista durante eventuali ‘buchi liberi’, non abbiamo mai organizzato una sessione di test solo per me, inizialmente. La prima gara l’ho fatta il giorno del mio diciottesimo compleanno, il 20 maggio 2018, a Franciacorta, nella Coppa Italia organizzata dal Gruppo Peroni Race. Guidare per la squadra di famiglia significa per me aver modo di conoscere al meglio l’auto, dal momento che lavoro anche come meccanico e quindi durante la settimana ho la possibilità di preparare le vetture del team, compresa la mia. Il mio lavoro all’interno del team consiste anche nell’organizzare la logistica delle trasferte. Il team è nato nel 2009, inizialmente con le vetture prototipo e poi con le turismo, sin da prima della nascita del TCR Italy. Mio padre è un ex pilota e dopo anni ha deciso di lasciare il lavoro di autotrasportatore per dedicarsi a tempo pieno al motorsport. Il mio primo campionato completo è stato quello del 2020, prima avevo fatto tre gare tra il 2018 e il 2019″.

 

Quest’anno sei un po’ in sofferenza e, nell’ultima gara ad Imola, sei stato vittima di un violento incidente alla variante del Tamburello.

“Al momento sono quarto, ma c’è il gioco degli scarti, che permette di rinunciare ai due peggiori risultati, quindi è fatica capire il reale distacco. Spero di avere già ottenuto i risultati da scartare, il ritiro in gara due a Imola in luglio e un ottavo posto. Con due doppi round, ho trenta punti di distacco da Antti Buri, che è in testa e tra noi c’è Ceccon e Tavano. Fino ad adesso abbiamo corso con un’Audi, che ha un problema congenito che non si riesce a risolvere. L’elettronica di serie manda taglia la potenza della vettura con l’alzarsi delle temperature, quindi abbiamo avuto sempre questo handicap a parte a Monza. Nelle ultime gare perdevamo fino a 40 cavalli, quindi facevamo molta fatica. A partire dal secondo weekend ad Imola correremo con una Hyundai i30 e a causa di questo avremo trenta chili di zavorra aggiuntivi”.

 

La nuova Hyundai i30 TCR con la quale Eric Brigliadori disputerà gli ultimi due round del TCR Italy 2021 (Copyright: BF motorsport)

 

Cosa vuol dire correre in un campionato competitivo come il TCR?

“Significa guardare sempre negli specchietti, soprattutto nelle condizioni nelle quali ero fino ad ora. Le sportellate e le bussate si prendono e si danno. E’ più bello darle, perché quando si prendono e basta dopo un po’… ci si scoccia! Le ruote coperte mi piacciono molto, anche da vedere. Il TCR ha riportato le competizioni turismo in auge, con tanti marchi e lotte serrate. Il campionato italiano è molto appassionante, siamo in molti piloti ed è divertente”.

 

Chi sono gli avversari con i quali ti trovi meglio e quali con i quali ti trovi peggio?

“Per me sono tutti uguali. Non ho tanti rapporti con loro, fuori dalla pista, sto abbastanza sulle mie. A parte i saluti cordiali in occasione dei briefing non vado molto oltre. Non ha senso per me fare tanto gli amici, quando in pista poi non si guarda in faccia a nessuno. L’anno scorso mi sono trovato in situazioni nelle quali non ero mai stato, lottare con piloti esperti come, ad esempio, Salvatore Tavano, mi ha permesso di farmi le ossa”.

 

L’anno scorso alla prima gara hai conquistato subito la pole al debutto nel TCR Italy, poi il campionato ti è stato tolto dopo averlo conquistato in pista. C’è un coach driver dietro questi risultati?

“No, un po’ mi aiuta mio padre, anche se ha cominciato tardi, ma tanto lo fanno le indicazioni del mio ingegnere di pista”.

 

Eric Brigliadori nel 2020 (copyright: ACI Sport)

 

Ti aspettavi una pole già alla prima gara del 2020?

“Assolutamente no, anche perché non avevamo ancora provato l’auto e nelle prove libere ero quinto a due secondi e mezzo dal primo. Mi chiedevo come potessi fare a limare quei secondi e quella prestazione è venuta fuori praticamente dal nulla”.

 

In futuro cosa ti piacerebbe fare?

“Mi piacerebbe andare avanti con le ruote coperte, che sia nel TCR o nelle Gran Turismo. Sarebbe bello far diventare questa passione un lavoro. Per l’anno prossimo è tutto in divenire e l’obiettivo è quello di terminare la stagione, siamo focalizzati solo su quello”.

 

E’ prevista una futura wild card nel Mondiale Turismo?

“Ce l’hanno chiesto in tanti, ma per motivi tecnici ed economici non è nella nostra portata”.

 

Qual’è la tua pista preferita e perchè?

“Imola, è quella che mi dà più gusto. E’ piena di saliscendi, è in mezzo al verde, è stretta (si scambia un’occhiata con la collega Francesca Raffaele e ride, ndr). “Eh, abbiamo opinioni un po’ diverse su questo, a lei non piace”.

A questo punto la parola passa a Francesca, originaria della Lombardia, che ci spiega perché non ama il tracciato in riva al Santerno: “Ho avuto un primo impatto un po’ complicato con Imola. Ci ho corso per la prima volta nel 2019, con la Clio Cup, sul bagnato. L’ho trovata angusta e da lì non sono riuscita a farmela andar giù”. Chiediamo anche a lei come ha cominciato la sua carriera automobilistica. “Io ho iniziato a nove anni con i kart, poi dai quindici anni ho fatto qualche test con la Formula 4. Ho partecipato poi alla Clio Cup nel 2019 e l’anno scorso ho disputato il TCR Italy, i primi quattro weekend con BF Motorsport, poi con la Hyundai del Target Competition. Il rapporto in pista con Eric? A parte qualche raro caso di incontri ravvicinati, come il contatto sfiorato al Mugello, non ci sono stati problemi in pista tra di noi. Vedremo in futuro. Attualmente sto ancora recuperando dall’infortunio al bacino, che mi ha impedito di correre nel TCR Italy sempre con Target, per l’anno prossimo punto a ritornare in pista”.

E le auguriamo anche noi che possa impensierire Eric, rinsaldando una bella amicizia da corsa che potrà riservare bellissime sorprese per l’automobilismo italiano.

Francesca Raffaele nel 2020 nei colori del BF motorsport (source: touringcartimes.com, copyright: TCR Italy)

 

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