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Il Personaggio Della Settimana – Pierre Gasly, la pazienza di saper aspettare

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Damiano Fiorentini

È uno dei giovani più talentuosi sull’attuale griglia di Formula 1, solo 26 anni e vanta già un’esperienza quinquennale nella classe regina delle corse automobilistiche. Un lavoratore e un osso duro in pista. Le sue caratteristiche gli hanno permesso di prendersi il sedile della Red Bull a soli 22 anni, due podi e una magnifica vittoria a Monza con l’Alpha Tauri, ex Toro Rosso, nel 2020.

Le serie minori

Pierre Gasly nasce a Rouen nel 1996. L’amore per le macchine e i motori lo travolge fin da bambino. Inizia a correre con i kart a 10 anni, piazzandosi quindicesimo al Campionato Francese Minime. Compete con i go-kart fino al 2010, prendendo parte anche alla scena internazionale della categoria. Nel 2011 gareggia per la prima volta su una monoposto nel Campionato di Formula 4 francese. Concluse la sua stagione di debutto con 7 podi e tre vittorie, tra cui quella a Spa e a Le Castellet che gli permisero di piazzarsi al terzo posto in classifica. Nel 2012 esordisce nella Formula Renault con il team R-ace Gp. L’anno successivo passa al Tech 1 Racing Team con il quale ottenne cinque podi di cui tre vittorie a Mosca, all’Hungaroring e sempre in Francia a Le Castellet. Con questi risultati riuscì a vincere il titolo per poi passare alla Formula Renault 3.5, dove fu notato da Arden Team, fondato da Christian Horner, ed entrò così nel Junior Team della Red Bull, il programma giovani con cui la scuderia austriaca scova i nuovi talenti. Nel 2014 esordisce a Monza nella GP2 con il Team Caterham. La stagione successiva fu ingaggiato per l’intera stagione dalla DAMS, con la quale ottenne tre pole position e quattro podi. Per il 2016 passa alla Prema Powerteam. Si laurea campione del mondo GP2 al Gran Premio di Abu Dhabi dopo aver vinto quattro gare e aver lottato tutto l’anno con il suo compagno di squadra Antonio Giovinazzi. Prima di assaggiare la Formula 1 il giovane francese ha partecipato anche alla Formula E come pilota sostitutivo nel Team Renault-E Dams, al gran prix di New York ottiene punti sia in gara uno che in gara due che gli permettono di entrare nella classifica generale. Un’esperienza anche in Super Formula nel 2017 con il Team Nakajima. Chiuderà quel campionato secondo a solo mezzo punto di distacco per l’annullamento dell’ultima gara.

La Formula 1

Debutta su una monoposto di Formula 1 nei test seguenti al Gran Premio di Spagna del 2015. Il primo giorno su Toro Rosso e il secondo su Red Bull. Nella stessa stagione viene nominato pilota Red Bull di riserva e nel frattempo continua a svolgere dei test con entrambe le scuderie fino al 2016. L’esordio ufficiale in un gran premio arriva nel 2017 nella gara della Malesia, quando viene chiamato al posto di Kvjat. Fino alla fine della stagione corre con la Toro Rosso, tranne il Gran Premio degli Stati Uniti, saltato per partecipare alla gara finale della Super Formula poi annullata. Nel 2018 diventa un pilota ufficiale per la scuderia di Faenza e si appresta ad affrontare la sua prima stagione completa da pilota di Formula 1. Il suo primo anno è fatto di alti e bassi, ma già alla seconda gara sulla pista di Sakhir in Bahrain riesce a ottenere un quarto posto, figlio anche di ritiri illustri, che diventa il secondo miglior piazzamento della Toro Rosso e il migliore del motore Honda dal suo rientro in Formula 1. Durante la stagione riesce ad arrivare più volte in zona punti alternando buone prestazioni ad altre che gli serviranno da crescita. Alla fine riesce a chiudere il campionato con 29 punti, 25 più del suo compagno di squadra. Non male per un Rookie.

Dal paradiso all’inferno, andata e ritorno

Ad ottobre del 2018 con le sue belle performance convince la dirigenza Red Bull a dargli un occasione al fianco di Verstappen per il 2019. La stagione non inizia bene e prosegue addirittura peggio. Tra ritiri e errori commessi, Pierre non si dimostra all’altezza della pressione che un Top Team richiede. Forse anche svantaggiato nei confronti della presenza, ingombrante, del suo compagno di squadra, Gasly non riesce a dimostrare il suo vero valore e a sfruttare il suo talento, ottenendo solo due giri veloci da inizio a metà stagione. Qui arriva il duro colpo. La Red Bull ad agosto, poco prima del Gran Premio di Spa lo declassa. Decide di ingaggiare Alexander Albon dalla Toro Rosso e riportare il francese nel Team della Motor Valley. Un decisione che Pierre non prende benissimo, ma è deciso a dimostrare che in Red Bull si sbagliavano. La sua occasione di rivalsa arriva nella stessa stagione, quando nel Gran Premio del Brasile riesce a strappare un secondo posto sudatissimo, mettendo dietro Lewis Hamilton e la Mercedes. Un grandissimo risultato che premia le doti e le capacità di un ragazzo che nel momento peggiore ha saputo crederci lo stesso e rialzarsi più forte di prima. In generale nell’ambiente Toro Rosso, si sente a suo agio, come a casa. Questo gli permette di far fruttare i risultati e mettersi in mostra. Il 2019 termina con 75 punti ed un buonissimo settimo posto, staccando il suo compagno di squadra Daniil Kvjat. L’anno della conferma è il 2020. Il suo anno perché con la Toro Rosso, diventata Alpha tauri, conquista la sua prima vittoria in Formula 1 nel Gran Premio rocambolesco di Monza del 2020. Una gara magica che dice tanto sul talento di Pierre, e il dito al cielo per il suo amico Antoine Hubert, scomparso l’anno prima a Spa in un bruttissimo incidente con le lacrime sul podio raccontano un significato più profondo che va oltre lo sport. Riconfermato anche per il 2021 dopo l’impresa italiana, Gasly si presenta ai blocchi di partenza ancora più carico di prima. La scorsa stagione ottiene un podio a Baku e su ventidue gare va a punti per ben quindici volte. Una costanza impressionante che gli permette di chiudere con 110 punti la stagione, la prima volta che supera i 100 punti nel campionato, e un nono posto finale.

Maturo al punto giusto?

Nel 2022 Gasly rappresenterà ancora la Motor Valley con l’Alpha Tauri e sarà pronto a dimostrare ancora il suo valore e il suo talento di pilota, perché ad oggi Pierre è molto cresciuto e più maturo di due o tre anni fa quando gli fu data e tolta subito una grandissima occasione tra le mani. Più passano le stagioni più il francese acquista fiducia ed esperienza che un giorno gli potranno valere un’altra grande chance. Magari in Red Bull ancora, o forse in un altro top team per provare a puntare il titolo di Campione del Mondo di Formula 1.

La prima vittoria di Pierre Gasly al Gran Premio di Monza 2020 (Copyright: YouTube – Gabry01 savo)

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