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RadiaBo: Intervista a Gian Carlo Minardi tra passato e presente, con un occhio al futuro della Motor Valley

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Claudio Fargione

Ospite a Team Radio, trasmissione settimanale in onda su RadiaBo, Gian Carlo Minardi si è lasciato andare ad un racconto a 360 gradi sulla sua carriera motoristica e sulla sua vita da imprenditore e costruttore che ne fa oggi uno dei volti più importanti della Motor Valley.

L’intervista non poteva che iniziare con un commento sui test della Formula 1 appena conclusi a Barcellona, cercando un paragone con i tempi in cui Minardi organizzava i test prestagionali con la sua squadra: “Dai miei tempi sono cambiate molte cose. La prima è che non ci sono più i test liberi, il nostro sport è l’unico in cui non ci si può allenare. Oggi abbiamo solo due test collettivi con pochi giorni a disposizione tre in Catalunya e tre in Bahrain. Ai miei tempi appena era pronta la macchina si andava in pista per vedere se tutto funzionava bene, capire i primi problemi e concentrarsi sull’affidabilità, aspetto molto importante a cui prestare molta attenzione. In queste prime sessioni si sono visti i top team ben preparati e soprattutto una Ferrari che ha fatto oltre 2000 km che fa ben sperare sull’affidabilità della macchina, che risulta molto importante quando nasce una macchina nuova ma soprattutto un nuovo ciclo regolamentare che dal 2022 arriverà fino al 2025. Con l’affidabilità puoi permetterti di pensare allo sviluppo della macchina mentre se incontri subito problemi devi portare la tua concentrazione su quelli e magari lasciare indietro la crescita della monoposto. Prima provavi con i test privati, per esempio noi andavamo a Fiorano o Imola e poi c’erano i test collettivi. Oggi no. C’è il filming day di 100km per vedere che tutto sia apposto e poi le sessioni in pista.” L’ex costruttore ha poi seguito sull’argomento dei test, spostandosi più sulle differenze di organizzazione e logistica tra passato e presente: “Difficile fare paragoni. L’ultimo anno del Minardi Team eravamo 130 persone di cui 20 solo dello staff ingegneristico e tecnico. Oggi l’AlphaTauri conta 500 persone a Faenza di cui 250 ingegneri e 110 nella galleria del vento in Inghilterra. Noi costruivamo l’85% della vettura escluso motore e alcuni pezzi. Era una macchina quasi fatta in casa, con poche persone, erano macchine meno complicate e sofisticate. Oggi l’organizzazione è molto diversa da quella dei miei tempi. Difficile fare considerazioni su quelle che al giorno d’oggi sono le trasferte o l’organizzazione sulla costruzione di una macchina.”

Alla luce di quanto che sta accadendo in Ucraina, con il conflitto che inevitabilmente ha influenzato e influenzerà il mondo dello sport, i conduttori Claudio e Yuri hanno chiesto una riflessione a Minardi, considerando che la prima squadra a portare capitali russi in Formula 1 come sponsor fu proprio la sua: “Ebbi l’opportunità di incontrare un pilota che in occidente non era mai venuto, Sergey Zlobin che all’epoca era ben legato al potere in Russia. Questo mi portò alla Gazprom con un contratto pluriennale. Purtroppo qualcuno non rispettò gli impegni presi. Si finì per vie legali e il tribunale di Ravenna, nonostante mi riconobbe nella forma e nei fatti la ragione, non mi fece procedere con un’ingiunzione che avrebbe di fatto salvato il Team. Questo perché si trattava di un colosso del gas e quindi ci saremmo addentrati in strade la quale fine l’avrebbe forse vista mio nipote. Dopo Toro Rosso e AlphaTauri non hanno portato avanti la questione. Ho avuto contatti anche con la SMP Bank sempre tramite Zoblin, che oggi è uno degli sponsor principali nelle categorie minori. Il proprietario Boris Rotenberg è un appassionato di motori. Sicuramente in questo momento il motorsport risentirà di quanto sta accadendo. Sono state prese decisioni importanti da parte della FIA. In parte qualcosa era già trapelato con la sospensione delle gare in Russia e Bielorussia, uscirà anche un comunicato stampa, ma tutto è ancora in divenire.”

Gian Carlo Minardi oggi ha un ruolo molto importante anche nella scoperta di nuovi talenti: “Da molti anni, nel post formula 1 sono il presidente della Commissione Velocità in Circuito con riferimento alla scuola federale, che con Raffaele Gianmaria, ex pilota GT e di formule minori propone qualcosa di interessante guardando al futuro. Non è stato un percorso facile ma si passa attraverso un percorso step by step, di giorno in giorno e anno in anno. Seguiamo i ragazzini dai 12 ai 15 nei kart, con degli stage tra i 13 e i 14 anni con step psicofisici per poi vederli in pista nella Formula 4 che è la prima tra le categorie propedeutiche. Speriamo presto di vedere qualcuno raggiungere il successo e riuscire ad arrivare in Formula 1.”

Un ragazzo che l’imprenditore faentino ha cresciuto insieme a suo figlio è Andrea Kimi Antonelli, promessa delle corse automobilistiche: “Adesso ha tutti i requisiti per diventare grande. L’ho conosciuto molti anni fa in un evento con mio figlio in uno dei summer camp che facciamo noi, ci guardammo negli occhi e capimmo che questo era uno giusto. Lo ha seguito mio figlio fino a Monza quando in un incontro con Toto Wolff è diventato poi pilota Mercedes. Ora deve fare un altro scalino. Impegnato in Formula 4. Ha vinto come rookie ed è andato sempre a podio nel Campionato Italiano. Ci sono i presupposti per una grande carriera. Viene da una famiglia di sportivi sani non oppressivi ed è molto determinato. Spero di poterlo vedere in Formula 1.” Aggiungendo che per un ragazzo giovane ma anche per un pilota forte e già formato la fortuna è un fattore fondamentale: “La fortuna per un giovane è tutto nello sport. Essere al momento giusto nel posto giusto è un grande aiuto. Per esempio Alonso con la Ferrari ha perso due mondiali negli ultimi giri dell’ultimo Gran Premio della stagione. Ma anche Hamilton negli ultimi anni ha dominato ma è stato anche fortunato. La fortuna è sempre un aiuto in più.”

Tornando al suo passato in pista con la sua Scuderia Minardi, l’imprenditore racconta di una collaborazione che all’epoca fu molto importante per sostenere la squadra e tutti coloro che ci lavoravano: “Nel ‘94 si cercò una collaborazione con la Scuderia Italia per tre anni con un grande imprenditore come Beppe Lucchini, che era un appassionato ma non aveva grande entusiasmo come il sottoscritto. Così anche con l’aiuto di Bernie Ecclestone raggiungemmo un accordo con Briatore. In quel momento era una delle poche strade per salvaguardare delle famiglie e dei ragazzi eccezionali, che vedo ancora oggi ogni tanto, e hanno fatto la storia della Minardi. L’unico obiettivo era per me come nel 2005, quando si entrava in un mondo molto costoso che non era più per la Minardi, dare una garanzia di permanenza sul territorio. Oggi AlphaTauri è forse la più grossa azienda che c’è nel territorio di Faenza come importanza e fatturato.”

Un’altra collaborazione importante per il Team faentino fu quella con Ferrari nel 1991, che però durò solamente un anno invece dei tre stabiliti, con Minardi che decise di passare con Lamborghini: “Il contratto con Ferrari doveva durare per tre anni, dal ’91 al ‘93. La mia passione mi portò a firmare un contratto con la Scuderia di Maranello che forse era al di là delle nostre possibilità anche economiche. Nello stesso periodo sparì la Pioneer e altri sponsor anche a causa della guerra del golfo. Nel ‘91 mi ero illuso di fare una cosa che oggi stanno cercando di fare in molti, diventare un team B della Ferrari. La rossa oggi con la Haas o con la Sauber forse vuole fare quello che io volevo fare circa 30 anni fa. Forse avevo visto un po’ più in là. Sono stato onorato di aver conosciuto Enzo Ferrari dal 74 al 88 e del rapporto che abbiamo avuto, ma è inutile nascondersi dietro un dito la Ferrari in quei tempi veniva e saccheggiava tecnici e meccanici di cui aveva bisogno per portarli da loro. E io dovevo ricominciare sempre da capo. Una volta c’era la corsa per andare in Ferrari, bastava uno schiocco di dita. Oggi sono più quelli della Ferrari che cercano altre soluzioni e la gente è più restia ad andarci. Oggi avere una squadra b per allevare giovani meccanici e giovani piloti è la chiave vincente.”

A proposito di essere al momento giusto nel posto giusto, Minardi ricorda come 50 anni fa iniziava la sua avventura motoristica con la Scuderia del Passatore: “Un grande personaggio che per Faenza ha fatto grandi cose, Dolcini, allora segretario generale del Comune di Faenza, nonché presidente della Società del Passatore aveva sponsorizzato la famiglia Liverani, il padre Giovanni e il figlio Francesco come Scuderia del Passatore. Mi chiamarono per una mano, non avendo ottenuto i risultati sperati. Io avevo appena smesso di fare il pilota, ruolo che sognavo ma non mi si addiceva. Da lì ho iniziato e sono arrivato fino a fare il costruttore tra Formula 2 e Formula 1. Nel ‘79 siamo diventati Minardi Team, e nell’80 abbiamo esordito in F2.”

Nella sua carriera ha avuto la possibilità di incontrare tantissimi piloti e di averli nel suo Team, da Alonso a Fisichella, passando per Genè, Trulli, e anche Alex Zanardi: “Ho avuto tantissimi piloti sia in F1 che in F2. Sono affezionato a tutti perché li considero un po’ come figli miei. Uno vale l’altro. Se proprio devo scegliere, per rapporti familiari e questioni logistiche è Pierluigi Martini – ex pilota lughese – che ancora oggi vedo molto spesso.”

Il suo pupillo è anche il motivo dietro al quale è nato lo storico Minardi Day, evento che si tiene a Imola e nel quale si possono rivivere gli anni ruggenti della storia del Team faentino: “Il Minardi Day sta crescendo di anno dopo anno e cerchiamo di farlo diventare appuntamento fisso. Per il 2022 abbiamo scelto una data discutibile, come l’ultima domenica di agosto, ma ormai siamo tutti rientrati dalle ferie quindi è plausibile. In questa fase di organizzazione con mia nipote Elena e mio fratello Beppe stiamo riscontrando molto interesse. Speriamo possa essere un bell’evento anche quello di quest’anno.”

Alla fine dell’intervista Gian Carlo Minardi ha raccontato cosa aspetta la Motor Valley, in una stagione motoristica ricca di appuntamenti ormai alle porte, iniziando con una grande notizia per tutti gli appassionati di Formula 1: “È Questione di ore per le vendite dei biglietti per il Gran Premio dell’Emilia-Romagna che si terrà all’autodromo nazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola a fine aprile con la capienza del 75%. Speriamo a fine marzo di poter riempire per il 100%. Speriamo anche che il pubblico risponda, è importantissimo per la Formula 1 nella Motor Valley, in uno dei circuiti più belli al mondo.” Altro appuntamento importante per la stagione motoristica è senza dubbio il GT World Challenge Europe dove correrà per la prima volta anche Valentino Rossi: “È un campionato molto seguito con tutte le case più importanti e tantissimi piloti importanti. Più Valentino Rossi per la prima volta. È un evento importante per tutta Imola e la Motor Valley, che è unica al mondo ed è quindi giusto promuoverla con quante più gare possiamo.” Per concludere “Sono soddisfatto del calendario. Si dovranno fare sforzi fisici perché ci sono impegni nuovi. Ma la squadra di Formula Imola è una grande famiglia che sa fare molto bene il suo lavoro e da quel punto di vista mi sento le spalle coperte”.

Fonte: Team Radio, su RadiaBo

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