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F1 – Miami: il Gp e la gara, un weekend agrodolce per il tifo Ferrari

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Credits: Twitter - @ScuderiaFerrari


Il Miami International Autodrome ha vissuto ieri il proprio debutto nella scena mondiale di Formula 1 ed è stato il sesto differente Gp per denominazione che gli Stati Uniti abbiano mai ospitato, ma sarebbero molti di più se si contassero i vari circuiti scelti nel corso degli anni.

Si è corso a Miami e si parla della Strip di Las Vegas per il 2023, ma negli Stati Uniti si era già corso nei circuiti cittadini. Guardando agli anni 70 e 80, quando gli Usa si erano divisi la partecipazione al mondiale di Formula 1 tra Est Coast e West Cost, diventa evidente che ce la si giocava a chi riuscisse a fare meglio: si è corso a Long Beach, Los Angeles, California dal 76 all’83, si è corso a Detroit dal 82 al 88 e tra l’81 e l’82 proprio a Las Vegas per il Cesar Palace Grand Prix.

Il 1982, la stagione della Ferrari nel costruttori di Rosberg senior nei piloti, fu un anno particolare per gli Stati Uniti visto che vi si corsero nello stesso campionato tre GP a stelle e strisce, e tutti cittadini com’è facile intuire facendo due conti dalle righe precedenti. Un record imbattuto in un record eguagliato. Si perché anche l’Italia, più recentemente, ha potuto vantare la compartecipazione di tre Gp sul proprio territorio nell’arco della stessa stagione, con Gp d’Italia, dell’Emilia Romagna e di Toscana andati tutti in scena nel 2020.

La Gara.

A Miami, come ci si poteva aspettare, la domenica comincia con una ricca sfilata di star internazionali, a cominciare da Beckham alle sorelle Williams passando per Michael Jordan e Pharrell Williams. Ma lo spettacolo non è rimasto solo all’interno del Paddock, anche se ci si aspettava qualcosa di più da questo GP con vista sulle Bahamas.

Alle 21.33, ora italiana, prende via il primo Gran Premio di Miami e allo spegnimento dei semafori è subito Verstappen ad illuminare il pomeriggio americano: davanti partono tutti bene ma l’olandese della RedBull è quello che sicuramente riesce a sfruttarla meglio prendendo tutta la scia concessa da Leclerc, alla prima curva a destra l’olandese non molla un centimetro a Sainz al suo fianco, lo spagnolo è così costretto ad una traiettoria che lo rallenta permettendo all’avversario di arrivare con una posizione di forza al ribaltamento di fronte successivo. Dopo 500 metri di gara è già duello Leclerc-Verstappen, a Sainz si può recriminare davvero poco vista la situazione oggettivamente difficile e la partenza più che buona. Dietro alle Ferrari e le RedBull mantiene la posizione Bottas seguito da un notevole Gasly.

Al nono giro il passaggio di consegne in testa della gara tra Verstappen su Leclerc si chiude nello stesso punto dove Verstappen aveva chiuso la porta a Sainz al primo giro. 

A rendere un po’ più spettacolare una gara povera di sorpassi ci pensano Norris e Gasly al 41° giro: il pilota McLaren affianca quello Alpha Tauri nel tentativo di sorpassarlo dopo che questo era finito largo nella curva precedente. Il francese non si avvede dell’avversario e le traiettorie dei due si fondono in una, le auto collidono con Norris che finisce in un doppio testa coda tra scintille e pneumatici che saltano senza conseguenze per i piloti se non il ritiro dalla gara; sfortunato il francese che veniva da un altro contatto con Alonso subito solo qualche giro prima. 

Entra la Safety car che se ne andrà poi solo al 47 giro. Quando la gara riprende Verstappen e Leclerc creano subito una voragine con Sainz e chi gli viene dietro con lo spagnolo che usa con successo posizione ed energia per tenere a bada un Perez che in questo momento può contare sulla scia e una trazione superiore. Dietro Ferrari e RedBull ancora una volta c’è un Bottas che sorprende sempre più non fosse che finisce largo poco dopo, tampinato non da una ma bensì due Mercedes, venendo così superato e relegato ad una comunque ottima settima posizione.

AL 52° giro Perez trova il coraggio di tentare il sorpasso su Sainz in curva 1 ma lo spagnolo è concentratissimo e incrocia dopo aver indotto l’avversario all’allungo in chiusura di curva: chapeau al ferrarista che con questa mossa riesce a mettersi a distanza l’avversario e chiudere la gara con un podio importantissimo. Dall’altra parte Leclerc si crea un’occasione di sorpasso ma sul dritto a questa Ferrari sembra ancora mancare qualcosa che sarà difficile da recuperare per la conformazione della monoposto. Il primo Gp di Miami viene così vinto da Max Verstappen, a podio entrambe le Ferrari a cui davvero non si poteva chiedere di più, Russel sopravanza nel finale Hamilton e chiude quinto, settimo Bottas, Tsunoda con l’ Alpha Tauri superstite non riesce a concludere oltre la 13° posizione: un grande spreco non aver trovato il ritmo in gara per l’Alpha Tauri che in qualifica aveva fatto vedere il suo lato migliore portando entrambi i piloti in Q3.

Mercedes.

Il primo Gp americano dell’anno ci ha raccontato di quanto l’immagine della Mercedes di questa stagione non possa solo essere Hamilton che arriva 13° ad Imola. Certo, si sprecano i commenti derisori e le similitudini, come quella con l’ultima Ferrari di Leclerc e Vettel, quella del sesto posto costruttori del 2020 con un il pilota più esperto sulla via del tramonto ed uno più giovane in rampa di lancio a cercare di salvare la baracca. Ma questa macchina non è quella SF1000 ed il know how accumulato dalla casa di Stoccarda probabilmente si rivelerà sempre più utile strada facendo, ora che lo schock dell’inizio di stagione è stato ormai smaltito.

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