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Focus On – Carlos Alcaraz sta sfidando il tempo

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Nel 2003 un giovane Rafael Nadal, agli inizi della sua carriera, esordisce per la prima volta in un Master, quello di Montecarlo e – poco dopo – calcò per la prima volta il prato di Wimbledon, vinto da Roger Federer. Sempre nel 2003, Novak Djokovic è appena diventato professionista ed esordisce nel circuito ITF a Monaco. In questo vortice di avvenimenti, con i protagonisti ancora inconsapevoli su ciò che sarebbero diventati, sempre nel 2003 – ad El Palmar, distretto popolare della città di Murcia – nasce Carlos Alcaraz Garfia, meglio noto come Carlos Alcaraz. Nella famiglia di Carlos il tennis è questione di cuore, passione di famiglia: suo padre, infatti, gestisce una scuola di tennis che Alcaraz vive sin dai tre anni, la Real Sociedad Club de Campo. 

Carlos, sin dall’infanzia, si esercita in maniera quasi assillante per cercare di sviluppare quel talento che è nascosto tra le pieghe della mente, consapevole di avere qualcosa in più degli altri. Non ci mette troppo tempo per dimostrare di essere un passo avanti al tempo e nel 2018, dopo la vittoria della Coppa Davis Junior, qualcuno si accorge di lui: è Juan Carlos Ferrero, suo connazionale e vincitore del Roland Garros. Ferrero lo prende sotto la sua ala, consapevole di avere tra le mani un dono prezioso, da custodire e migliorare. Juan Carlos lo sa e lo preserva, attendendo il momento giusto per lasciarlo al mondo, per farlo conoscere definitivamente. Nel 2019 ecco infatti la prima apparizione di Alcaraz in un torneo Challenger, ad Alicante: di fronte a lui Jannik Sinner, che già aveva iniziato a farsi conoscere ed era nettamente favorito, contro un ragazzino che per la prima volta si stava affacciando al mondo dei grandi. Nonostante l’apparente differenza tra i due, lo spagnolo asfalta l’italiano: 6-2, 3-6, 6-3. Un dominio, all’esordio in un Challenger. Già dal torneo di Alicante, Alcaraz mostra qualità e doti sopra la media: una grande forza fisica, un importante reattività e – soprattutto – un diritto considerato già devastante. L’opinione pubblica comincia ad apprezzare, Ferrero invece è abile a migliorare le qualità dello spagnolo senza mai snaturarlo. Il 2020 inizia in modo spettacolare: doppietta agli ITF M15 a Manacor e vittoria al Challenger di Trieste. Gli impegni cominciano ad aumentare ma Alcaraz dimostra di essere sempre sul pezzo, sempre concentrato. Mai distratto.

A luglio 2021, a soli 18 anni, vince il suo primo titolo ATP, il torneo di Umago; la sua vera vittoria, però, è il raggiungimento dei quarti di finale agli US Open, dove i grandi iniziano a temerlo forse per la prima volta. Intanto, la scalata nel Ranking continua e la vittoria nell’ATP 500 di Barcellona conferma lo spagnolo come uno dei tennisti da battere. Nel presente e nel futuro. Designato più volte come l’erede naturale di Rafa Nadal, Alcaraz si vede leggermente simile a Roger Feder per quello che è il suo stile di gioco. La verità è che Carlos Alcaraz non è né Rafa Nadal, né Roger Federer: Carlos Alcaraz è Carlos Alcaraz. Talento precoce, a 19 anni è già il talento da battere: fino ad ora non ha sbagliato nulla, tutt’altro. Ha dimostrato grande umiltà, tenacia e tanta voglia di arrivare, nonostante la sua giovane età e nonostante il tempo sia dalla sua parte. A volte, però, il tempo può essere un amico o un rivale da battere: Alcaraz sta sfidando e vincendo il tempo, sta superando quei limiti che forse sa di non avere.

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