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I racconti del Commissario – Quando Lamborghini “asssaggiò” Le Mans

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Collezione Claudio Fargione

 

Opportunità inattese

L’esordio di Lamborghini Squarda Corse nella massima classe dell’Endurance nel 2024 con obiettivo la 24 ore di Le Mans è la notizia che ha scosso la Motor Valley nelle ultime settimane. La svolta corsaiola della casa del Toro è storia degli anni Duemila e pochissimi sanno che già negli anni Settanta una vettura uscita dagli stabilimenti di Sant’Agata è stata ad un passo dall’esordio nella maratona francese. Bisogna tuffarsi indietro al 1975, quando gli organizzatori transalpini si dovettero scontrare con un pesante calo di partecipanti a seguito della crisi energetica proponendo un regolamento basato sulla limitazione dei consumi in gara. Le grandi case snobbarono la categoria prototipi ma si aprirono spazi per la “GTX” riservata a Gran Turismo poco più che stradali. Un’occasione irripetibile per appassionati genteman drivers come Paul Rilly e Roger Levève, desiderosi di coronare il sogno di correre per una volta la 24 ore. Rilly aveva pensato di partecipare con la Ferrari Barchetta di sua proprietà, ma la rottura del motore nei mesi precedenti lo fece ripiegare su una più tranquilla Porsche 911 per la quale avanzò richiesta di iscrizione all’ Automobile Club de l’Ouest. Prima che un evento inatteso sconvolgesse i suoi piani.

Un ritrovamento inatteso

Rilly oltre che meccanico era anche un commerciante di auto quotidianamente impegnato in compravendite di vetture sportive. Con uno dei suoi acquisti presso il Garage Europ Sport a due passi dall’ Autodromo di Monthléry, venne in possesso di una Lamboghini Islero. Si trattava del primo esemplare venduto in Francia nel 1968, provato su strada per la rivista Sport Auto con carrozzeria verde chiaro e interni in pelle nera. Dopo un incidente e la successiva riparazione, la berlinetta di Sant’Agata venne riverniciata in un più anonimo grigio metallizzato da un successivo proprietario e Rilly la ritrovò in buone condizioni. Innamoratosi di quella gran turismo così sottovalutata, l’appassionato francese decise che quello sarebbe stato il mezzo con cui realizzare il sogno di correre a Le Mans! Il suo entusiasmo contagiò “Monsieur” Thépenier, l’importatore Lamborghini per la Francia, che lo accompagnò a Sant’Agata per coinvolgere nell’avventura anche la casa attraverso il direttore commerciale Ubaldo Sgarzi. In ben altre faccende affaccendato (dopo il cambio di proprietà la Lamborghini stava attraversando un periodo tutt’altro che facile) Sgarzi spense subito gli entusiasmi della coppia. Tuttavia assecondò la passione di Rilly fornendo un kit prestazionale con freni potenziati e sospensioni sportive in cambio di un acconto di 15.000 Franchi (circa 12.000 € odierni). Con poche altre modifiche consentite dal regolamento (revisione del motore e installazione di roll-bar, serbatoio specifico da 100 litri, cinture di sicurezza sportive e cinghie fermacofano), Rilly potè procedere a modificare la domanda di iscrizione sostituendo la 911 con la sua Islero, per l’occasione riverniciata in un vistoso arancione mutuato dalla gamma colori della BMW 2002 Ti. Nonostante l’età della vettura (7 anni) ed il peso impegnativo (1.443 kg) facessero storcere il naso a molti addetti ai lavori, l’autorità sportiva accettò la partecipazione. L’avventura di Rilly poteva cominciare con il numero 34 sulle portiere della sua Lamborghini.

 Un’ Islero stradale identica a quella preparata da Paul Rilly per la 24 ore di Le Mans 1975 (Media Lamborghini)

Un doloroso risveglio

Senza preparazione, Rilly e Levève scesero in pista per le prime prove incontrando inevitabili problemi. L‘auto si mostrò da subito instabile sul rettilineo dell’“Hunaudières”, denunciando anche una frenata eccessivamente dura. Nella seconda sessione vennero modificate le prese d’aria per aumentare il flusso di raffreddamento e messo a punto la carburazione, quindi per elevare la potenza vennero sostituiti con quelli gli scarichi originali più corti di una Ford Capri RS, perdendo però 1.600 giri/min in quinta marcia. Thépenier ed il suo meccanico Ciclet guidarono telefonicamente le operazioni con un primo risultato: la velocità massima salì a 265 km/h. Peccato che con pneumatici da corsa e sospensioni ribassate gli scarichi laterali strisciassero sull’asfalto in curva! La piccola squadra francese perdeva tempo cercando una soluzione ai problemi mentre gli avversari nella categoria GTX erano già alla ricerca delle prestazioni. Nel tentativo di migliorare i tempi in qualifica arrivò anche uno schianto contro le barriere che provocò danni riparabili, ma non in tempo utile per ottenere un responso cronometrico sufficiente ad entrare in griglia. Con ilbest lap” di 5:28.00, Rilly dichiarò chiuso il sogno, caricò la sua Islero su un rimorchio e salutò a Le Mans lasciando i meccanici a recuperare materiali e attrezzi. Quando arrivò l’inatteso colpo di scena.

Qualche sponsor tecnico, gli scarichi laterali ed il numero 34 su cofani e portiere: la preparazione della Islero per Le Mans è ben riprodotta in questo modello (Collezione Claudio Fargione)

La beffa finale

Mentre il gentleman viaggiava verso casa, a Le Mans avveniva qualcosa di clamoroso. Luigi Chinetti, importatore Ferrari per gli Stati Uniti e titolare della mitica scuderia NART, chiese agli organizzatori di ammettere al via una della sue vetture, una 308 GT4, che non aveva ottenuto un tempo sufficiente a qualificarsi. Davanti al rifiuto dei funzionari ACO, Chinetti tenne fede alle minacce e con un gesto clamoroso ritirò tutte le Ferrari della sua squadra lasciando spazio a tre concorrenti non qualificati. Scorrendo la lista gli organizzatori decisero di ammettere al via anche la Lamborghini di Rilly per scrivere una pagina di storia: portare il marchio del Toro all’esordio nella 24 ore di Le Mans! In un epoca lontana da social e smartphone gli ufficiali di gara raggiunsero il box riservato alla numero 34 per comunicare la decisione quando ormai erano rimasti solo i meccanici intenti ad impacchettare il materiale. Uno di loro tentò di contattare Rilly per comunicargli di rientrare in pista nell’unico modo possibile: chiamandolo a casa! Riuscì nel suo intento solo il sabato mattina, ma ormai era troppo tardi. Il “warm up” ante gara era terminato ed il posto dell’Islero era stato prontamente riempito da un altro concorrente. Una beffa atroce per Rilly, la cui passione avrebbe meritato ben altra ricompensa. La sua delusione sarà vendicata quasi cinque decenni da una delle biposto di Squadra Corse? Chissà. Per ora è bello ricordare un’altra delle tante piccole storie che compongono il grande romanzo della terra dei motori.

Il via di Le Mans 1975 nella telecronaca diretta della TV francese. Avrebbe potuto prendere il via anche la Lamborghini di Rilly (mscheeres su YouTube)

 

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