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Il Semaforo Rosa – Iron Dames sul tetto d’oro di Spa

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Mirko Duranti

 Succede che in un weekend torrido di fine luglio, precisamente l’ultimo del mese, mentre sul circuito magiaro dell’Hungaroring la Scuderia Ferrari si apprestava ad andare in ferie con l’ennesima strategia sbagliata e con un saluto quasi definitivo al mondiale 2022, un’altra Ferrari colorata di rosa scriveva una nuova pagina di storia ad un migliaio di chilometri di distanza sull’iconico circuito di Spa-Francorchamps.

Storia in rosa

Una gara di durata, 24h ore di adrenalina pura e saliscendi tra le colline belghe. La 24h di Spa quest’anno è stata teatro di un evento ad oggi mai accaduto nella storia delle gare di endurance o di qualsiasi altro evento motoristico a quattro ruote. Le protagoniste? Sempre loro. Le Iron Dames. Nell’ultimo mese hanno svoltato la loro stagione e continuato a costruire un eredità che diventa sempre più importante soprattutto agli occhi delle nuove generazioni. Sì perché dal weekend nelle Ardenne il team in rosa ha sbancato i pronostici e ha vinto la propria categoria nella competizione. Ad oggi nessun equipaggio tutto al femminile aveva mai vinto una gara di durata, ma allargando il campo non era mai successo nel mondo delle quattro ruote. Le Iron Dames continuano il percorso tracciato fin dalla nascita del progetto pensato da Deborah Mayer, ispirando quelle che saranno le nuove generazioni del motorsport soprattutto al femminile.

24h per la gloria

La 24h di Spa è una delle gare endurance più conosciute e impegnative della stagione dei motori. Sia per la storia della competizione in sé per sé, sia per il tracciato sul quale si corre. Considerato una pietra miliare tra tutti i circuiti. L’equipaggio di Iron Lynx targato Iron Dames ha corso nella Gold Cup. L’equipaggio composto da Sara Bovy, Michelle Gatting, Rahel Frey e la più giovane Doriane Pin, che sta dando vita a numeri da paura nel Ferrari Challenge, hanno dato prova del loro talento e delle loro abilità sul tracciato belga conquistando un altro traguardo incredibile. Al sabato si sono qualificate decime della loro categoria. Alla domenica ora dopo ora hanno dato vita ad una rimonta che le ha portate in testa e poi le ha coronate vincitrici. Poco dopo la decima ora di gara la Ferrari numero ha preso la testa della corsa con Rahel Frey che è riuscita ad entrare per alcuni frangenti anche nella top 20 della classifica generale. Da quel momento salvo pit stop e cambi pilota in cui le ragazze hanno dovuto rimontare le posizioni perse, le leader della gara sono state loro e hanno condotto con tenacia e determinazione la macchina al traguardo segnando un altro giorno storico sul calendario.

Saliscendi di emozioni

Le lacrime di Michelle, Doriane, Sarah alla fine quando Rahel ha tagliato il traguardo segnano nel profondo. Perché loro come chi c’era all’inizio e ancora è parte della famiglia Iron Dames, così come Mayer, la mente dietro tutto ciò, sanno cosa significa il sacrificio a servizio della passione che ha guidato la nascita, la crescita e l’ascesa di una realtà che oggi permette a tantissime ragazzine di sognare una futuro come pilota da corsa e che prima era difficile da immaginare. Dopo il primo podio stagionale nel WEC a Monza le ragazze e il team non si sono fermate e hanno continuato a macinare chilometri verso quello che era un successo sperato ma che già si respirava nell’aria. Perché nel motorsport è vero che non c’è niente di scontato fino alla bandiera a scacchi ma certi momenti si percepiscono e poi si vivono con le emozioni a mille. In questa stagione c’è stato uno step in avanti clamoroso per le Iron Dames e la prima parte di stagione non poteva che chiudersi con un risultato degno di nota. Il caso ha voluto che ciò si verificasse lì dove sessantaquattro anni prima Maria Teresa De Filippis, per tutti pilotino, riusciva a concludere il suo primo gran premio di Formula 1, dopo essere diventata la prima donna a qualificarsi per una gara qualche appuntamento precedente a Monaco, ma senza terminarla.

“Il caso non esiste” reciterebbe qualcuno. E a ragion veduta. Perché le ragazze di Iron Dames di lavoro e sacrifici ne sanno qualcosa, anzi molto. La vittoria di Spa è una dimostrazione che sa di vittoria su chi rimane attaccato ancora ai vincoli medievali della velocità adatta solo ai “veri uomini”. Forse sarebbe più facile e meno dispendioso ammettere che le donne nel motorsport sanno starci e soprattutto sanno andare veloce e vincere.

 

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