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Statistiche e curiosità – Dal Nürburgring nel 1955 a Sochi nel 2022, i Gp cancellati in Formula 1

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Credits: Ferrari.com

Il tre marzo 2022, senza indugi, Liberty Media annunciava la cancellazione del Gp russo di Sochi a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Putin. Una decisione che ha fatto da apripista nel mondo degli eventi sportivi e che ha colpito doppiamente l’organizzazione russa di Formula 1 che lavorava da tempo al passaggio di consegne del Gp da Sochi a San Pietroburgo, dove si sarebbe ufficialmente corso l’anno prossimo. Gp a San Pietroburgo che quindi rimarrà un progetto pronto e compiuto ma già defunto poiché ogni contratto di partecipazione è stato annullato e si dovrà riparlare da zero prima di rivedere le monoposto di Formula 1 tornare a correre in Russia.

Ma quello russo è solo l’ultimo degli eventi di Formula 1 il cui nome sul calendario è stato cancellato con un colpo di spugna. Problemi politici, economici e organizzativi, negli anni i Gran Premi cancellati, anche all’ultimo secondo, non sono stati una rarità.

L’esempio più recente e al contempo su larga scala che torna subito alla mente non può che essere quello del 2020 in cui vennero annullati addirittura 13 eventi tra cui il Gran premio di Vietnam, al debutto, quello di Monaco e quello di Francia al Paul Ricard. I Gran Premi di quell’anno, di comune accordo con la Liberty Media, furono posticipati al 2021, tutti tranne uno. Vista la corposa lista di eventi cancellati non fece molto clamore, ma i più esperti ed i più accorti nella lettura non se lo saranno persi: che fine ha fatto il Gran Premio del Vietnam? Se effettivamente nel 2020 furono i problemi organizzativi ad intralciarne il debutto, il mondo della Formula 1 ci mise ben poco a tagliare i ponti con l’organizzazione vietnamita un anno dopo a causa dell’arresto di Nguyen Duc Chung, Presidente del Comitato del Popolo di Hanoi e persona molto vicina agli interessi del nuovo Gp. Un danno non da poco in termini di economici e di mancata visibilità per il Vietnam e la stessa amministrazione di Hanoi che si aspettava di ospitare la Formula 1 per almeno dieci anni e che ora sta cercando di attrarre nuovi investitori nel nuovissimo circuito nazionale.

Gli Strascichi della pandemia si sono avvertiti anche nel 2021 con cinque Gran Premi cancellati tra cui quello giapponese e quello di Singapore dove si tornerà finalmente a correre nelle prossime settimane ma l’annullamento dei gran Premi non è solo una pratica odierna. Cominciamo dal 1955, in occasione della sesta rassegna del Campionato di Formula 1, si verificò la prima vera epidemia di cancellazioni, con i Gp di Francia, Germania, Spagna e Svizzera che non vennero disputati come presa di posizione degli organizzatori a seguito del violentissimo incidente che ebbe luogo alla 24 ore di Le Mans di quello stesso anno in cui il pilota Pierre Levegh e 84 spettatori persero la vita, mentre altri 120 rimasero feriti: il più grave incidente automobilistico della storia che dividerà per sempre in due la storia del Motorsport. 

Serviranno poi solo altri due anni per vivere la seconda ondata di gare annullate. Nel 1957 i Gran Premi di Spagna, Olanda e Belgio non vennero disputati e per una motivazione che a ragion veduta possiamo considerare attuale anche se a molti di noi sembra una novità inconcepibile e senza precedenti, e cioè l’aumento dei prezzi della benzina. Ora come allora le tensioni internazionali passavano un momenti di grande inasprimento e complice un’organizzazione molto più “artigianale”, ma più vicina all’essenza del motorsport, di quegli anni il caro benzina derivante dalla crisi di Suez del 1956 si rivelò determinante. Uno smacco per i partecipanti di quell’anno che videro ridursi a 6 il numero di gare per quell’edizione e per cui la federazione cercò di correre ai ripari: alla chiamata rispose ancora una volta l’Italia con il Gran Premio di Pescara, un enorme triangolo di 23 Km, il più lungo circuito ad essere mai apparso nel contesto della F1.

Sicurezza, economia e ambientalismo. Dal 1957 al 2020 le cancellazioni si fecero meno frequenti diventando di fatto una prassi rara ma non eccezionale. Tra le occasioni passate alla storia ricordiamo quella del Gp del Belgio del 1969, quando fu l’associazione piloti a decidere di disertare la gara per problematiche derivanti dalla sicurezza del tracciato a cui il comitato organizzativo decise di mettere una pezza dall’edizione successiva appurata la determinazione dei piloti in quell’occasione. Un’altra occasione speciale fu il Gp svizzero del 1983, speciale tanto nella sua iscrizione quanto nella sua cancellazione poiché la Svizzera, dopo gli eventi del 1955, proibì le gare automobilistiche su suolo nazionale, ma il comitato locale di F1 decise che si potesse correre nel vicino circuito francese di Digione a proprio nome La gara si disputò con successo nel 1982, ma nel 1983 la mancanza di fondi portò al definitivo e duraturo smantellamento dell’appuntamento d’oltralpe di F1. Dall’83 al 85 ci pensarono gli ambientalisti a far saltare il banco per il Gran Premio di New York, in quello che doveva diventare la “Monaco americana”, mentre nel 2003 ci pensarono gli ecologisti belgi a bloccare il Gran Premio di Spa in protesta contro gli sponsor di tabacco. Spa che nel corso dei decenni non ha avuto pace e nell’85 fu ancora il circuito belga a deludere l’attesa dei tifosi che questa volta già assiepavano le tribune del circuito. Il limitato tempo concesso alla posa del nuovo manto stradale, un nuovo composto speciale pensato per limitare l’aquaplaning, si rilevò fatale il giorno delle prove, con ampi grumi di catrame che vennero staccati dalla pista alla sollecitazione degli pneumatici delle monoposto. Si provò a tamponare i danni andando a rattoppare l’asfalto finendo per creare però un manto irregolare che non permise alle vetture di gareggiare in condizioni di sicurezza.

Per chiudere vogliamo rimanere contestuali a questi giorni indicando altri due momenti in cui furono degli eventi politici ad impedire lo svolgimento di altrettanti Gran Premi: nel 2011 fu la primavera araba a sconsigliare caldamente lo svolgimento del Gp del Bahrein, mentre ad annullare quello argentino del 1976 ci pensò il golpe militare che prese atto quello stesso anno nel paese sudamericano.

 

 

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